Dettagli Recensione
Zona d'ombra o cono di luce, a voi la scelta
Ci sono quei libri che per il tramite di una via o di un'altra arrivano dietro consigli o commenti, ti colgono nel momento giusto dandoti o rubandoti parole e pensieri come un segno lasciato lì, non a caso.
Ammetto che non conoscevo, prima, la vicenda di Billy Milligan. Una stanza piena di gente mi ha catturata dalle primissime righe.
Ci troviamo nell'autunno del 1977,Ohio Usa, polizia di Columbus. Con un esordio dallo stampo tipico della cronaca giudiziaria assistiamo alla fredda cattura di un ragazzo poco più che ventenne per violenze e rapine a danno di due giovani donne della facoltà di medicina. Eppure qualcosa non torna, Billy ha uno sguardo perso nel vuoto, non sappiamo se finge seguendo una strategia tutta sua o se sia sincero e dica la verità, come la Famiglia gli ha insegnato.
Qual è la vera verità che si cela negli occhi di questo ragazzo è un dilemma che era già emerso negli anni precedenti. Billy ed i suoi sbalzi di umore. Billy ed i vuoti di memoria o il cambio di accenti, di lineamenti del viso o di lacrime a dirotto. Billy e gli istituti di cura e le incomprensioni.
Siamo sicuri che la vicenda dell'arresto sia davvero l'inizio della storia?
È un viaggio a ritroso, alla ricerca nei meandri della mente, delle radici di un male mai superato che ha origini nell'infanzia. Come un pugno nello stomaco la violenza subita viene descritta lentamente dalle parole che il Protagonista esprime allo scrittore perché "la gente dovrebbe sapere. Potrebbe aiutare a capire che cosa può portare la violenza sui bambini".
L'autore sapientemente ci fa avvicinare alle personalità, ognuna caratterizzata da un proprio mondo, da conoscenze, abilità, limiti, forze, paure, sentimenti. Ai dettagli della cronaca assistiamo all'accanimento mediatico che aveva sconvolto la comunità e le persone coinvolte. Il difficile rapporto con i media e la delicatezza dei temi, un bilanciamento difficile e controverso.
Nell'evolversi della terapia ogni Persona assume corpo e si frammenta per poi riconoscersi. Arthur o Ragen, Allen o gli indesiderabili (ma quanti sono!) si avvicendano narrando vicende, episodi curiosi e a tratti pesanti. Momenti di confusione totale ad un certo punto sembrano andare nella corretta direzione di miglioramento perché "se vogliamo sopravvivere in questo mondo, dobbiamo fare un po' di ordine in tutto questo caos."
Cosa succede in quella testa ce lo accenna Arthur parlando ai bambini e dicendo loro "immaginate che tutti noi, tante persone, molte delle quali non le avete mai incontrate, ci troviamo in una stanza buia. In mezzo a questa stanza, sul pavimento, c'è una chiazza di luce. Chiunque faccia un passo dentro la luce esce sul posto, ed è fuori nel mondo reale, e possiede la coscienza. Questa è la persona che gli altri vedono, sentono e a cui reagiscono..chi è fuori, chiunque sia, deve fare molta attenzione a non rilevare l'esistenza degli altri. È un segreto di famiglia".
Da un ospedale ad un altro, fino alla fine attendiamo i risvolti ed i miglioramenti di Milligan, nonché le decisioni dei giudici. Un conflitto continuo. Chi ha fatto che cosa, perché, di chi è la colpa, qual è la soluzione e dov'è la giustizia. Tocchiamo il disagio della mente, il difficile rapporto medico e giudiziario.
Billy ed i suoi passi avanti o le sue cadute immergono totalmente senza mai perdere di vista l'etica e la sobrietà di una penna che sapientemente l'autore maneggia e adatta per rendere l'idea e l'assaggio di un mondo pieno di gente, da scoprire. Tante le riflessioni che emergono e tanti dubbi che magari restano lasciando l'amaro in bocca ma anche questo fa parte dei racconti, quelli descritti bene.