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Noi siamo cultura
 
Noi siamo cultura 2019-05-16 09:56:20 archeomari
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4.8
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5.0
Contenuti 
 
5.0
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5.0
archeomari Opinione inserita da archeomari    16 Mag, 2019
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La sete natural che mai non sazia

Un saggio piacevolissimo nella lettura e arricchente dal punto di vista culturale, che consiglio anche ai giovani, poiché spiega quanto sia importante ed utile nella vita quotidiana avere una mente ben fatta (termine di Michel de Montaigne) dotata non soltanto di nozioni e conoscenze, ma anche di creatività. Siamo tutti d’accordo su questo: essere colti , rispetto a chi non sa, consente una comprensione delle cose del mondo e della vita più piena - anche se mai esaustiva (ahimè o per fortuna) - chi è colto non accetta supinamente idee e credenze altrui. “Perché sapere ci rende liberi”, questo è il sottotitolo del libro e dovrebbe, generalmente, essere così.
Ciò che non tutti sanno è che il nostro cervello, discendente da quello dell’Homo sapiens, non era nato per essere curioso e capire l’universo, anche se era geneticamente predisposto ad accettare e a creare credenze. (Insomma pettegolezzi e pregiudizi risalgono all’Homo sapiens).
Grazie al tesoro di conoscenze umane, il “Collettivo umano”, scrive Boncinelli:

“Siamo andati a scrutare dimensioni che stanno molti ordini di grandezza al di sotto di quelle che il nostro occhio è capace di percepire e siamo riusciti a proiettare lo sguardo nella profondità dello spazio precorrendo distanze di molti ordini di grandezza superiori a quelle che riusciamo non solo a coprire con la nostra vista, ma finanche a concepire” (pag. 17/18 edizione RCS, 2015)

Il nostro cervello era nato per farci vivere adeguatamente su questa terra, nella savana o nella foresta, per procurarci del cibo, per riprodurci come tutti gli animali.
Abbiamo sviluppato un linguaggio articolato, un cervello più grande e col passare dei millenni siamo riusciti a diventare animali sociali, politici ed anche “culturali”, dove la parola cultura è intesa nel suo significato più ampio, comprende anche la parola “civiltà”.

Nella prima parte Boncinelli sottolinea l’importanza della creatività dell’uomo, come risorsa, che aiuta nonostante il caso e del libero arbitrio: non c’è forzato determinismo nella natura ed anche nel genoma. Diciamo che c’è un margine affinché l’uomo sia artefice del proprio destino.
Tra i tanti passi che ho sottolineato ( ma veramente tantissimi) questo voglio citarlo e dedicarlo agli studenti di oggi:

“L’uomo è uno, la mente è una, la cultura è una. Ci sono tesori e meraviglie nella scienza e tesori e meraviglie nella poesia, nell’arte, nella letteratura. Occorrono immaginazione e rigore, creatività ed esprit de finesse tanto nell’esercizio della ricerca scientifica quanto nella produzione artistica in senso lato” (pag. 78 cit).

Nella seconda parte c’è un paragrafo che mi ha particolarmente colpita, si intitola
“Un progresso a due velocità”, in cui lo scienziato è costretto ad ammettere, alla luce degli eventi che hanno fatto la storia dell’umanità che “ siamo sempre più capaci, ma non più umani” ( pag. 86) . Nulla da obiettare. Nonostante il ritmo sostenuto del progresso tecnico e scientifico, nonostante l’avanzare del sapere e del saper fare, dal punto di vista sociale ed umano, non siamo affatto migliorati, non c’è stato alcun progresso. Sembra che un collettivo “civile” , a differenza di quello del sapere, sia impossibile da condividere. Questa constatazione lascia l’amaro in bocca e lascia pensare. Ci può essere vero progresso umano se nel mondo esistono ancora guerre, povertà, terrorismo, diseguaglianze sociali?
Boncinelli confessa il suo pessimismo nell’ambito di un progresso civile che si metta in pari con quello scientifico, ma lascia intendere alla fine del libro che bisogna sempre osare, osare imparare, osare mettersi in discussione: è l’unica via per crescere come uomini e cittadini consapevoli.

Il mio giudizio di questo lavoro è decisamente positivo.Stiamo parlando di uno dei tanti saggi del più grande genetista italiano, che non vedo l’ora di conoscere meglio, nonostante la mia formazione non propriamente scientifica: Boncinelli ha il potere di stuzzicare chiunque creda nel long life learning.
Il cervello se non allenato, retrocede, eh sì, amici lettori, leggete, leggete ed apprendete per tutta la vita!

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Commenti

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Marianna, penso di aver letto un altro libro dell'autore, pieno di citazioni di altri libri, poverissimo di idee proprie, tutto pervaso delle solite idee materialistiche altrui.
Hai citato Montaigne, pieno di intelligenza e di saggezza. Sono ovviamente d'accordo sulla drastica differenza fra erudizione e cultura. Montaigne usa la bella similitudine delle api, che estraggono essenze dai fiori che poi 'elaborano' producendo miele che loro proprio.
Ecco , in Boncinelli mi pare di aver trovato erudizione, ma con quel po' di supponenza che me l'ha reso non interessante. E anche conformista e ideologizzato. Ovviamente con tutto il rispetto per chi vi ha trovato altro.
Ciao Emilio! Questo è l'unico saggio che ho letto di Boncinelli e, non ho avuto questa impressione di supponenza, chissà...forse non ci ho badato. Ho notato invece quanto tenesse a sottolineare l'importanza della cultura a tutto tondo, senza dare la preferenza a nessun ambito, ho percepito anche il "peso"che lui riconosce alla creatività, all' intuizione. Quanto al fatto che le idee siano di altri scienziati beh...credo che in questo libro ci sia semplice divulgazione, non c'è l'esposizione di una tesi personale.
Comunque Emilio ho letto veramente poca saggistica, mea culpa, per trovare difetti in questo libro. Mi è piaciuto troppo, è stato semplice e lineare.
Grazie per l'intervento. Si accettano consigli di lettura!
Ciao Marianna, recensione molto interessante e che mi trova concorde con lo spirito intrinseco del saggio. Cultura è sinonimo di civiltà, aggiungerei anche sinonimo di valori etici e morali che, purtroppo, giorno dopo giorno sfuggono alla pluralità. Cultura e impegno rendono libero l'essere umano da imposizioni da parte di qualche "furbetto" che vorrebbe approfittare della credulità popolare per inculcare stili di vita a proprio tornaconto.Lo scetticismo costruttivo è viatico ad affrontare e migliorare il nostro segmento vitale in questa esistenza. Un cordiale saluto.
Marianna, sulla saggistica, come spesso faccio con la letteratura, mi oriento sui 'classici'. Trovo che spesso la saggistica contemporanea non faccia che razzolare fra le idee di quelli.
Ho letto recentemente "La persona e il sacro" della grandissima Simone Weil, libro che mi è piaciuto molto. Così per "Verso un sapere dell'anima" della spagnola M. Zambrano : due filosofe che hanno illuminato la cultura del '900, fuori dagli stereotipi e delle idee convenzionali diffuse.
Alcuni brevi saggi di Pasolini raccolti in "Scritti corsari" (come "Il discorso dei capelli" e quello sulla scomparsa delle lucciole) mi sono parsi magnifici.
Grazie Emilio, ho preso nota. Simone Weil è in libreria insieme al "Ramo d'oro" di Frazer. Chissà quando riuscirò a farmi coraggio e a leggerli!
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