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Mantieni il bacio
 
Mantieni il bacio 2019-04-16 15:21:31 Mian88
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Contenuti 
 
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    16 Aprile, 2019
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Amare

«Il bacio è forse l’immagine che, più di ogni altra, condensa la bellezza e la poesia dell’amore. […] Il bacio è il tempo di un’intimità che unisce in modo sorprendente il luogo della parola con quello del corpo. Se non c’è amore senza dichiarazione d’amore, non c’è amore senza bacio. Se non c’è amore senza che si dica, che tu dica o che io dica, “ti amo”, non può mai esserci amore senza bacio.»

Amore, amare, essere amati. Un sentimento che non può essere spiegato, che non può essere ridotto a un concetto, ma che colora le nostre vite, che colora le nostre anime, che ci porta costantemente ad interrogarci, giorno dopo giorno e di cui è fondamentale parlare. Ma cosa significa amare? Come muta il sentimento? Questo deve bruciare o durare? Cos’è davvero il tradimento? Cos’è la gelosia? Perché alcuni amori finiscono con il cadere nella violenza? Si può perdonare? Se sì, perché? Come vi si riesce? Cosa significa davvero concedere il proprio perdono? Quale ruolo rivestono i figli nel sentimento amoroso? E la separazione? E come muta il sentimento tra uomo e donna? E perché alcuni amori sono semplicemente destinati a durare a differenza di altri che si esauriscono come un fuoco non alimentato adeguatamente? Cosa significa “mantenere il bacio”?

«Mantengo il bacio nel buio della notte e nella luce del giorno. Lo mantengo nel tempo che passa. Lo mantengo nel furore acceso del mondo, nella sua ferocia. Gli amanti scavano il loro nascondiglio, la loro pace nella guerra, nell’infinito dolore dell’essere. Quando si baciano spengono il rumore del mondo, infrangono la sua legge, sequestrano il tempo dal suo movimento ordinario. Cadono insieme nelle loro lingue indistinte e abbracciate.»

Mantieni il bacio significa mantenere prima di tutto la promessa della lingua; la promessa di un segreto che non si può sciogliere; il carattere straniero e inappropriabile della lingua come lingua dell’Altro. E non conta quale bacio sia, è sempre il primo. Il cuore nella lingua è come il primo bacio, lo senti, lo vivi, vibra. È mantenuto sulle ginocchia, è mantenuto sulla mia lingua così come il mio cuore è sulla tua lingua, ancora e ancora.
Sette brevi “lezioni” sono quelle descritte da Recalcati, brevi capitoli aventi ad oggetto ogni volta un diverso aspetto dell’amore, un termine che viene ripetuto costantemente nel testo, per ricalcarne il senso, per ricordare al lettore che quel che sta leggendo è un qualcosa di vero in cui può immedesimarsi e riconoscersi per ragioni diversificamente varie. Tante sono le riflessioni su cui ci ritroviamo a meditare. Analizziamo le dinamiche che portano all’innamoramento, passando a quelle che scientificamente portano alla sua conclusione celebrale e all’inevitabile scelta, dopo circa 18 mesi, sul se andare avanti con quel partner o cercarne uno di nuovo, cerchiamo, ancora, un senso per quella parola così articolata che ci accarezza e scivola sulla pelle facendoci vibrare il corpo e l’animo, riflettiamo ancora sulla gelosia che «in generale non si limita solo a interpretare – come accade all’Otello di Shakespeare, suggestionato dal laido Iago – ogni cosa alla luce del proprio fantasma del tradimento, ma getta un dubbio su tutta la vita della propria compagna: sul suo presente, sul suo futuro, sul suo passato. Il geloso fa esperienza angosciate e non gioiosa della libertà dell’amata». Riscopriamo le differenze tra l’amare al femminile, dove ci si rivolge alla parola, al segno, allo scambio, alla redenzione, a quello maschile dove il sentimento si trasforma nella pura idiozia feticista frantumando l’essere dell’altro in pezzi staccati composti da labbra, occhi, mani, seni e via dicendo. Scopriamo che “perdono” significa prima di tutto accettare l’imperfezione dell’altro come una figura della nostra stessa imperfezione, tanto che il tradimento con cui ci si confronta non è tanto quello del corpo quanto quello del patto, della parola che esso comporta.
Un incontro tra due solitudini che è destinato a fondersi e a farsi leggere come se il corpo fosse diventato libro.

«[…] Il corpo dell’amato può divenire un libro, acquista le caratteristiche di un testo la cui lettura è avvertita come decisiva, necessaria, desiderata. Significa che il Nome stesso può avere la dignità di un corpo. Noi amiamo il corpo e la vita dell’Altro come se avesse la stessa dignità di un libro. Frugo nel corpo dell’Altro come fossero le pagine di un libro che amo. Quando è l’amore a orientare il desiderio erotico, la vita dell’Altro diviene un libro: vorremmo attardarci nel leggerlo, dedicarvi tempo, sperimentare la pazienza e la bellezza della lettura. Se il corpo diviene un libro non c’è esercizio della violenza, non c’è sopraffazione, non c’è predazione, non c’è solo la ricerca del pezzo. La lettura del libro è il contrario di un’appropriazione rapace, di una frammentazione del corpo. […] educare il soggetto a trattare il corpo dell’amato come se fosse un libro e non come un oggetto qualsiasi da consumare. Il libro, ogni libro, infatti, si distingue da un oggetto del mondo, perché è esso stesso un mondo» p. 49

Quello di Recalcati è un saggio che non pretende di dare risposte, è un elaborato potente che suggerisce argomenti sui quali è possibile soffermarsi, che introduce, altresì, frammenti di una dolcezza poetica che non si esaurisce, che arriva rapido ma che richiede una lettura centellinata senonché una rilettura perché tante sono le sfumature che ci accompagnano. Passo dopo passo. Intessuta la tela, delineato il filo narrativo, il narratore ci prende per mano in un cammino apparentemente lineare, di fatto, tortuoso, sino a giungere all’incanto del miracolo della durata che è lo sguardo, questo sguardo, che, come il primo bacio, può succedere ancora e ancora e un’altra volta ancora.
Il tutto con una penna semplice, godibilissima, desiderosa di condividere.

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