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Trecentosessantasei casi criminali
Massimo Picozzi è uno psichiatra, un criminologo, un volto della tv e una voce radiofonica. Ciascuno di questi lati professionali vedono una perfetta realizzazione all’interno della sua ultima opera intitolata Mente criminale, un
“viaggio storico nella mente dei serial killer e non, uomini e donne, personaggi famosi e gente comune.”.
I casi presi in esame sono trecentosessantasei; si parte dall’omicidio di Filippo il Macedone, retrocedendo di molto nell’antichità, per giungere al massacro del Circeo, ai delitti commessi da Michele Profeta,
“il serial killer delle carte da gioco”,
fino alla brutale uccisione di Desirèe Piovanelli. Per non parlare del Conte Ugolino a Charles Manson, da O. J. Simpson all’omicidio del branco. Ogni uccisione rivive nella voce dei protagonisti. All’interno di un libro che si legge come un romanzo, un giallo vivace e preciso nelle vicende narrate. Molte le celebrità e molti i misteri rimasti collocati in una specie di zona franca, non chiarita ed oscura. Come la morte di Kurt Gobain, con la celebre nota suicida, scritta con due grafie differenti, prima di spararsi con un colpo di fucile. E poi tante storie clamorose dove gli errori e le leggerezze hanno determinato in modo eclatante il cattivo esito delle indagini. Dall’esempio anche del corpo di Luigi Tenco riportato nella stanza dall’albergo dopo che era giunto all’obitorio, perché non erano state scattate le foto della scena del crimine; alla recidività, terribile e sanguinosa di Angelo Izzo.
Un libro intenso, preciso ed affascinante come non mai, all’interno dei gesti violenti di menti criminali.