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STULTITIAE LAUS/MORIAS ENKOMION
La Follia, resa da Erasmo come una dea, parla intessendo il suo elogio e rivolgendosi come in un’arringa alla folla che invita a constatare l’evidenza delle sue tesi, prima su tutte che essa, la Follia appunto, è componente costitutiva dell’uomo e dell’esistenza. Il saggio, datato 1511 e dedicato all’amico Tommaso Moro, è però un encomio in forma satirica che prendendo la follia come pretesto goliardico cela la sua vera identità di saggio dotto arricchito di fini allusioni classiche e di una sicura conoscenza della realtà del suo tempo che è qui oggetto di denuncia. Erasmo parla infatti dei governi mal gestiti del suo tempo e della corruzione della Chiesa, lui monaco schivo all’offerta del titolo di cardinale, lui fine umanista che anticipò riflessioni filosofiche dell’epoca contemporanea, lui certo intenditore e studioso della Patristica che non si schierò nemmeno col movimento riformatorio dello stesso Lutero. È un attacco sistematico a tutto il suo tempo con insito un intento pedagogico rivolto ad un ipotetico uomo politico, un re che sappia essere esempio di condotta morale e non mero detentore di un potere. Tutto lo scritto è infine teso a confermare un’estrema fiducia nella ragione umana affinché si realizzi un mondo migliore.
E dunque poiché parlare in modo razionale della follia non è possibile, non è conoscibile, perché ciò che lo è necessita di strutture concettuali che possano ingabbiare e spiegare, allora è meglio farla parlare. Follia è libertà dagli affanni, Follia è modesta, sincera, trasparente, ha una genealogia da far invidia, è presente in tutte le età della vita, è tra gli dei e sulla Terra, è nell’ amore e nell’amicizia. La vita stessa è dono della Follia, la società è Follia e la si può ritrovare tra grammatici, poeti, oratori, letterati, giuristi, filosofi, teologi (“i più matti di tutti”), monaci e religiosi, principi, sovrani, cardinali, papi, vescovi tedeschi, presso i classici e nelle Sacre Scritture. Anche la religione è una forma di follia, nondimeno l’aspirazione alla vita eterna. Ma alla fine cos’è la follia? È istinto, passione necessaria che integra la condizione umana la quale non può né essere compresa né vissuta senza la componente emotiva in una vita che non contempla la perfetta felicità.
Da leggere perché le tesi del filosofo godono di un’efficacia e di una brillantezza che le rende ancora oggi estremamente attuali.
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Bella recensione, Laura! :)