Dettagli Recensione
Interno. Giorno e Notte.
La storia (vera) di Billy S. Milligam.
Un giovane viene arrestato per aggressioni a sfondo sessuale.
Ma il suo avvocato si trova a parlare con quello che sembra un bambino spaventato nel corpo di un giovane uomo. Lentamente apprendiamo che nella testa di Billy non ci sono "solo" un bambino e un giovane uomo, ma - appunto - una stanza piena di gente.
Dopo aver adorato “Fiori per Algernon” mi sono lanciata nella lettutra di questo libro di Keyes non appena ne ho appreso l'esistenza. Sbirciata la sinossi sono stata ancor più contenta della scelta.
Superate le prime pagine – un po’ respingenti con le descrizioni a freddo delle varie “persone” con le loro caratteristiche – ho latitato fino più o meno a pagina 150.
Poi... ho mandato "sul posto" un lettore veloce.
Ho letto mentre donavo il sangue, nell’intervallo, mentre i miei studenti facevano il tema (“Prof com’è che oggi non corregge i compiti e non fa le mappe?” “Mmmmmmff? Hai detto qualcosa?”), parlando al telefono con mia madre, sull’autobus, nonostante l’altissimo rischio di mettermi a vomitare. E in tutti i posti più o meno “normali” dove leggo di solito.
E se non leggevo ci pensavo.
L’ultimo libro a farmi questo effetto era stato – più o meno un annetto fa – “E Johnny prese il fucile”.
Dove avevamo una mente prigioniera di un corpo ed impossibilitata a comunicare, se non con sé stessa. Qui abbiamo diverse menti che condividono un corpo e che cercano in qualche modo di difendersi da un esterno che finirà ben presto per diventare una prigione non dissimile da quella in cui era costretto Johnny.
Ho trovato struggenti le persone di Arthur e Ragen che si strutturano in modo da proteggere e vigilare sui più piccoli e i più fragili, in mancanza di adulti e di una società che lo facesse al posto loro. Si dividono i compiti, prendono decisioni, mandano “a dormire” o “sul posto” chi in quel momento non è in grado di sopportare la realtà o può essere utile alla piccola comunità.
(Aperta parentesi: sul “credere” alle personalità multiple io sono partita scettica come tutti e mi sono convinta velocemente come – quasi – tutti. Anche se sappiamo ancora abbastanza poco di quello che può fare il cervello umano, sappiamo che è perfettamente in gradi di strutturare personalità multiple come quelle di Billy. Analogamente sarebbe ugualmente in grado di simulare e fingere di farlo – a parte la faccenda degli elettroencefalogrammi. Non di meno qui va sul posto il frammento del vangelo apocrifo di Borges che dice “Pensa che gli altri sono giusti o lo saranno, e se non è così, non è tuo l’errore.” Chiusa parentesi).
Mi sono fatta le mie risate con Allen e ho pensato che avere un Ragen o un empatico Danny a portata di mano non sarebbe male.
Andando avanti, quando il fato ha ripreso (o sarebbe il caso di dire che ha continuato) ad accanirsi contro Billy il tutto si è fatto claustrofobico.
Come con Johnny e con tanti e troppi casi vissuti in prima (o seconda) persona, spesso la miopia e la lentezza di burocrazia ed istituzioni preposte alla soluzione, sono anche peggiori dei problemi originali.
E rimani così profondamente frustrato e deluso perché avevi – davvero – l’impressione che il più, il difficile, fosse stato fatto. Johnny era riuscito a comunicare, Billy era riuscito ad unirsi ed era emerso il Maestro…
Invece è come quando senti l’intro ganza di una canzone che adori e poi…zac! Parte la cover orribile.
Non è come continuare a star male.
È come avere una ricaduta quando stavi migliorando e tornando alla vita di prima.
Ennò! Confesserò di aver tirato qualche piccolo moccolo a mezza voce, di tanto in tanto.
Anyway.
Sono contenta di aver letto questo libro. Tornare in comunicazione con Algernon, Johnny, Trumbo e Alex e Burgess, Pirandello e compagnia mi fa sempre bene.
Se la trama mi avesse preso meno, forse, potrei fare qualche osservazione sul taglio – molto giornalistico – che Keyes dà al romanzo, ma non ne ho voglia. Eppoi ad avercene di “tagli giornalistici” come quelli di Keyes.
Infine. Se qualcuno è stato “pigro” come me e non lo ha letto.
Legga.
Vale la pena.
Indicazioni utili
"E Johnny Prese il Fucile" - Danton Trumbo
"Un'Arancia a Orologeria" - Anthony Burgess
"Uno Nessuno e Centomila" - Luigi Pirandello