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Intelletto androgino
In questo saggio Virginia Woolf si avvale della finzione narrativa per affrontare con ironia, ma senza mancare di profondità, il tema del rapporto tra le donne e la letteratura nel corso dei secoli. Secondo l’autrice alcune delle motivazioni che impedivano alle donne di dedicarsi alla letteratura erano di natura materiale: la mancanza di un reddito che garantisse loro indipendenza economica, un luogo appartato, “una stanza tutta per sé” (da qui il titolo del saggio) in cui dedicarsi completamente alla creazione artistica e l’impossibilità di accedere a molti luoghi (tra cui le biblioteche) A ciò vanno sommati i pregiudizi e le vessazioni da sempre subite.
Ciò che mi è piaciuto di questo saggio è che la Woolf offre un’analisi lucida e non di parte. Il suo non è un attacco senza esclusione di colpi contro un presunto “sesso cattivo” (cioè gli uomini), non scade mai nell’invettiva sterile, piuttosto attraverso l’esempio di Charlotte Brönte, ci fa capire come alcune grandi scrittrici del passato, nel tentativo di ribellarsi, anche se ancor timidamente, a quei valori dominanti in una società di tipo patriarcale, si trovassero a cedere a rancorose rivendicazioni che andavano a sminuire la grandezza artistica delle loro produzioni. Nel caso di Charlotte Brönte la Woolf afferma come in “Jane Eyre” l’autrice si perde in divagazioni sul tema della libertà della donna interrompendo in modo brusco il filo narrativo e andando a discapito dei personaggi. Invece Jane Austen (per la Woolf meno talentuosa di Charlotte) ed Emily Brönte costituiscono delle mirabili eccezioni, e la loro grandezza sta proprio nell’essere riuscite a evitare di restare vittime della loro stessa rabbia.
La scrittura di Virginia Woolf, se non si considerano alcuni elementi che per forza di cose appartengono al suo tempo, è assolutamente moderna e le sue intuizioni lungimiranti. Tolto il sipario tipico di inizio XX secolo, eccola che appare con guizzi formidabili, con pensieri che ci parlano come se fossero stati espressi oggi. Quando ci illustra la sua stanza, porta con sé una ventata di modernità, soprattutto quando parla dei due sessi fino a trasformarli in uno solo: l'intelletto androgino. Perché quando l'intelletto è grande, non conosce differenze.