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Eros e amore di Igor Sibaldi
Saggio veramente interessante ed esaustivo su un argomento che soddisfa le nostre curiosità più remote sull'origine dell'eros e sulle diverse tipologie di amore.
Integrando diverse discipline: storia, filosofia, filologia, teologia, arte e letteratura Igor Sibaldi mette un accento su un argomento da sempre fra i più dibattuti, trattandolo, però, in modo diverso da altri manuali che ho letto finora. Mi è servito per chiarirmi le idee su questo argomento, nelle parti mancanti che non avevo ancora affrontato e per perfezionare la mia conoscenza (che andrà continuamente aggiornata e approfondita) su questo mistero.
All'inizio affronta i vari significati della parola amore, quali amor o kama (il desiderio sessuale, ovvero un sentimento in cui si brucia), contrapposto all'inglese love o al tedesco liebe, che indicano l'amore non sensuale (significando avere caro, pensare al piacere e al bene dell'altra persona). Manca in occidente, a causa soprattutto del cristianesimo, il termine eros (che era anche una realtà della psiche), quindi Sibaldi ci parla della sua origine.
Eros è stato trattato da Socrate, Platone, discusso da Aristofane e Aristotele, dibattuto nella Divina Commedia da parte di Dante e Beatrice e discusso anche nel Vangelo.
Secondo i greci Eros spinge a cercare la conoscenza assoluta, intermediario fra dimensione divina e dimensione umana, come forza che agisce nell'animo e nella mente degli individui.
Un campo energetico superiore, capace di scorgere nella bellezza di chiunque o di qualsiasi cosa un aspetto sacro. Oltre ad essere facoltà connessa al piacere dei sensi, può essere sollecitata da moltissime cose, tangibili e non, proprio perché è insaziabile. È iperattività dell'intelletto e per questo esplosione di energie e non svuotamento.
Bollato dalle tirannie e dalle società più razionali come peccato o perversione, perché spinge l'uomo a chiedersi "Perché" e ad indagare (il potere, al contrario, esige obbedienza ed efficienza, non interlocutori che si fermino a pensare). Additato dai cristiani, che hanno sempre spinto gli uomini alla coppia tradizionale, per santificare il peccaminoso rapporto sessuale.
Dio senza genitori, che appartiene ai bambini fino ai quattro anni (sempre alla ricerca di conoscenza e di piacere) e si perde durante l'adolescenza (la sua colpevolizzazione fa ammutolire i desideri). I suoi impulsi, durante l'adolescenza, vengono razionalizzati a causa dei criteri che ci hanno tramandato la nostra civiltà e le generazioni a noi precedenti, per colpa dei concetti di orgoglio, lotta, conquista, gara, prestazione, che determinano un rapporto inquieto con i propri attributi sessuali e ci spingono a conformarci alla società, per non mandarla in crisi.
Società che ci parla dell'esistenza di due sole identità sessuali, quella maschile e quella femminile (una che prende e l'altra che da') e non accetta tutte le sfumature e le identità della moltitudine degli esseri umani, limitandoci e soffocandoci.
I risultati sono gli adulti occidentali che nella sessualità, come in ogni altra cosa, continuano a obbedire alle autorità (stato o chiesa che siano), ed il formarsi della mentalità del bravo suddito, che si adegua a regole stabilite da altri e che mantiene lo stesso ruolo sociale, facendo permanere ceti e gerarchie.
La paura dell'eros è una paura di conoscere e di conoscersi, di pensare liberamente e con la propria testa, di essere liberi, di scoprirsi più prigionieri di quanto si pensasse e più grandi di quanto si credesse. Chi ha molto Eros soffrirà molto, ma in compenso sarà in armonia con la specie umana e starà dalla parte di questa, contro la civiltà che l'ha sempre voluta domare.
Da qui la necessità di costruire una propria etica erotica, che impone il distacco da consuetudini acquisite e assunzione di responsabilità personale.
Bello, interessante, lo consiglio a tutti.