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Io amo. Piccola filosofia dell'amore
 
Io amo. Piccola filosofia dell'amore 2015-01-08 17:16:06 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    08 Gennaio, 2015
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Io amo di Vito Mancuso

Questo è un libro molto interessante anche per una liberale come me, che in alcune parti ha provato un senso di soffocamento a causa di alcuni dei contenuti delle varie religioni, a dir poco retrogradi.
Scritto da un teologo che stimo e che continuerò a leggere, anche se non approvo completamente ciò che dice e anche se su alcuni punti la penso in modo diverso.
Concordo con Vito Mancuso quando ribadisce il primato della coscienza e della libertà individuale per ciò che concerne i temi dell'amore e del sesso, proponendo un'etica personale che parte dal basso, per un esercizio giusto, ma anche libero della sessualità.
Interessante la riflessione sulla componente chimica al momento dell'innamoramento perché, volenti o nolenti, anche noi facciamo parte del regno animale, anche se dovremmo esserne la più alta manifestazione (ne siamo certi?) Indispensabile la rilevanza della dimensione ideale e sentimentale dell'amore a discapito di quella fisica e sessuale che, anche se molto importanti, non sono fondamentali (altrimenti l'amore fra coppie anziane andrebbe scemando o sarebbe meno intenso, invece spesso l'amore aumenta con il passare del tempo).
Bella la definizione "suprema beatitudine" per definire l'amore compiuto, quello realizzato, dove ognuno è pienamente soddisfatto del proprio posto e non vorrebbe cambiare nulla, né andare da nessuna parte, se non con la persona amata.
Interessante la descrizione dei tre diversi tipi di amore: eros (cioè l'attrazione dei corpi), philía (cioè attrazione del sentimento) e agápe, che è attrazione dello spirito. Secondo Mancuso solo l'unione dei tre aspetti porta al vero amore, quello integrale, secondo lui l'unico maturo.
La maggior parte delle religioni condanna il solo amore erotico, perché il desiderio in sé, secondo loro, oscura la mente (secondo me, invece, questo è il suo aspetto più intrigante).
Vito Mancuso dice che lo sguardo dell'innamorato deve essere concavo e accogliere l'altro senza difese; è uno sguardo dilatato e del tutto aperto, innocente e retto, come se fosse un abbraccio avvolgente. Quello fra i due innamorati è un legame delle anime, che trascende lo spazio e il tempo.
Indispensabile, per amare veramente, coltivare il silenzio (che è capacità di ascoltare e di accogliere) e liberarsi dall'ego, coltivando però l'amore di sé (come accettazione della propria condizione e dei propri limiti).
La coppia, secondo Mancuso, non è la somma di due atomi, ma una molecola spirituale diversa, che pone il nostro centro vitale fuori da noi (ma non nell'altro), in qualcosa di più alto sia di sé, che dell'altro.
Questo romanzo mi ha presentato le posizioni delle diverse religioni in ordine di amore e sesso e ha confermato ciò che pensavo: tutte le religioni, a mio avviso, sono troppo restrittive e fuori dai tempi per quanto riguarda questi argomenti. Mi ha confermato il dogmatismo della mia religione, quella cattolica, che è una delle più restrittive, che ha bisogno di una svolta rinnovatrice in materia (no al piacere sessuale all'infuori del matrimonio, no all'unione sessuale fra due persone non sposate, no ai rapporti pre-matrimoniali fra fidanzati, no a ogni forma di contraccezione, no all'omosessualità, no alla masturbazione, sesso solo al fine procreativo). Da questa rigidità non possono non proliferare peccati mortali ovunque, infatti la gran parte dei cattolici disattende molti di questi punti fondamentali, personalizzando la propria religione (non sarebbe meglio se la Chiesa, quindi, cambiasse qualcosa?) Come Vito Mancuso, "Io credo che la dignità della persona umana consista nell'uso libero e responsabile della propria intelligenza e della propria volontà", per cui affermo il primato della coscienza individuale, nel rispetto della libertà altrui.
Sarà che io sono stata, sono e sempre sarò per la libertà individuale, se questa non va a ledere la libertà altrui, ma continuerò a vivere e interpretare la mia religione a modo mio (almeno fine che la stessa non si adeguerà ai tempi moderni).
Bella la riflessione sull'adulterio come tradimento delle propria coscienza morale, prima che tradimento dell'altro, che si è aperto con la massima fiducia e si è offerto a noi completamente (un po' come sparare sulla croce rossa, no?) Amore è fare spazio dentro di sé a un'altra persona, donarle la nostra anima, ascoltarla, per aprirsi alla grande trasformazione dell'ego richiesta da Amore (quindi il vero amore presuppone il dare, il donare sé stessi all'altro).
Il romanzo è bello e lo consiglio a chiunque, per riflettere su uno degli aspetti fondamentali della vita e del benessere di ognuno di noi.
Una citazione che mi ha colpita è quella del filosofo Schopenhauer (con cui io concordo), che dice:
"L'amore è un espediente escogitato dalla furbizia della Natura che si avvale del piacere, della bellezza e del sentimento per incrementare la propagazione della vita... Gli innamorati sono pedine sacrificali a disposizione della natura, che devono sacrificare la loro esistenza in favore della comparsa delle generazioni future, che a loro volta riprodurranno il medesimo meccanismo di auto-immolazione, sedotte dai trucchi dell'amore, al servizio della biologia della specie".

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Anche io ho letto il libro, apprezzo particolarmente il punto di vista di Mancuso che definisco un teologo illuminato!
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mia77
14 Gennaio, 2015
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Concordo assolutamente con la tua opinione su Vito Mancuso.
Mancuso , secondo me, è molto sopravvalutato. Sventagliate a mitraglia di citazioni , molto spesso adattate ad hoc , molte banalità , notevole debolezza teorica: un teologo confusionario.
In risposta ad un precedente commento
mia77
16 Novembre, 2015
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Neppure io condivido tutto ciò che dice, ma dove c'è la conoscenza mi piace indagare per imparare, riflettere e arricchire la mia opinione. Se non altro nei libri di Mancuso lo studio e il sapere del passato non mancano, quindi per me sono comunque fonte di arricchimento.
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