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Amore platonico
L’amore platonico, comunemente inteso, è un sentimento di natura intellettuale che non trova realizzazione in un atto fisico; in realtà questo modo di intenderlo non rende pienamente giustizia al pensiero del grande filosofo greco, la cui dottrina dell’amore emerge nel “Simposio”, un vero e proprio trattato sull’eros. Questo dialogo, uno dei più affascinanti della produzione platonica, è un chiaro esempio del dialogo utilizzato come dramma filosofico. La narrazione infatti, grazie alla connotazioni temporali e alla caratterizzazione dei personaggi, inserisce la vicenda nel contesto storico e socio-culturale dell’Atene del IV secolo dando l'idea di star assistendo a una rappresentazione teatrale. L’opera ha dunque anche un’importante valenza storico-sociale in quanto ci fornisce un interessante quadro dell’etica aristocratica
Al simposio prendono parte i protagonisti del dialogo, tutti personaggi eminenti della vita culturale ateniese: il retore Fedro, il sofista Pausania, il commediografo Aristofane, il medico Erissimaco, Alcibiade (che giunge sul finale) e naturalmente Socrate, che invita Aristodemo, e Agatone. L’argomento di conversazione stabilito dai convitati è Amore, di cui si decide che ciascuno tenga un discorso encomiastico. Vengono esposte dunque varie dottrine, secondo un climax che trova il suo culmine in Socrate: Amore come dio più antico e fonte di felicità, Amore distinto in amore celeste e amore volgare, Amore come forza cosmica in grado di dare armonia agli opposti, Amore come mezzo di riunire i corpi separati da Zeus degli esseri umani originali, che erano di sesso maschile, femminile o androgino, Amore distinto in omosessuale, valorizzato per la sua funzione socialmente e politicamente educativa, ed eterosessuale, svalutato per le sue implicazioni fisiche e l'interesse alla riproduzione. Interviene poi Socrate, che confutando le parole dei suoi predecessori, troppo ancorati a opinioni comuni e di stampo mitico, spiega Amore come il frutto dell'unione di Ingegno e Povertà: pertanto Amore è l'aspirazione a ciò che non si possiede ed è un mezzo di elevazione spirituale verso la conoscenza e la contemplazione disinteressata del Bello, dunque del Bene, massimo valore della vita umana che garantisce all'uomo l'immortalità dell'anima. Dimostrazione di ciò è il discorso tenuto da Alcibiade ubriaco per il suo amato Socrate, che diventa così oggetto del desiderio e pertanto Maieuta del Bello.
Ciò che si sottolinea è che l'Amore, oltre che un sentimento, è anche, e forse per Platone soprattutto, un percorso educativo
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