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colpevole perché sapiente
Vi invito a chiudere gli occhi e a farvi trasportare dalla macchina del tempo, nell'anno 399 a.c. In un'Atene cambiata in negativo, con la corruzione che padroneggia in città, diventerete spettatori inermi nel processo che dovrà decidere le sorti di un imputato eccellente.
L'imputato in questione è Socrate, ormai settantenne, che salito sul banco degli imputati dovrà pronunciare, probabilmente l'ultimo discorso della sua vita.
La difesa seppur magistrale, non riuscirà a far cadere le accuse rivolte da Meleto, Licone e Anito che son riusciti a mettere su, un impianto accusatorio, basato sul nulla.
Lui colpevole di: non legittimare gli dei che lo Stato riconosce, introdurre nuove forme di culto e corruzione dei giovani.
Cercherà di spiegare le ragioni del perchè abbia tanti nemici, nonostante sia un uomo sapiente. Sapiente è colui che riconosce di non sapere, a differenza di politici, artisti e poeti che vantandosi di sapere, risultano più ignoranti di lui.
Accusatori vecchi e nuovi hanno puntato il dito contro Socrate, i primi sono i più pericolosi perchè sono riusciti a plasmare i più giovani, che per la tenera etá sono portati, da sempre, a credere a tutto, i secondi hanno remato nella direzione opposta, per invidia o cattiveria.
Egli chiederà a chi lo dovrà giudicare di non farsi abbindolare dalle belle parole pronunciate dai suoi accusatori ma di accertare la verità.
Una verità che non interessa a nessuno, essendo l'imputato soggetto pericoloso per la nuova democrazia, dovrà essere eliminato dalla scena politica a costo di cambiarne il destino.
"Ma già ora è di andare: io, a morire; voi, a vivere. Chi di noi andrà a stare meglio, occulto è a ognuno, salvoché a Dio"
P.s. I miei ringraziamenti vanno all'amico Bruno Elpis che mi ha incoraggiato nell'intraprendere la lettura di 'apologia di Socrate' scritto da Platone. Uno scritto che per l' argomento trattato non ha età...
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Bruno