Dettagli Recensione
Riflessione di una NON filosofa
Ho iniziato a leggere questo libro non sapendo cosa aspettarmi, nonostante il titolo sembri abbastanza esaustivo.
Premetto che io amo i libri che fanno riflettere, che mettono nella condizione di pensare, consolidare o modificare opinioni e che possono creare anche dibattici costruttivi.
Quindi per me questo è un gran libro e ringrazio la mia amica Valentina che me l’ha regalato.
“Non c’è dunque nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti..”
“Accettiamo quindi con animo forte tutto ciò che c’impone la legge stessa dell’universo: a questo impegno siamo chiamati, come da giuramento: ad accettare il nostro stato mortale e a non lasciarci turbare da ciò che non ci è dato evitare. Il nostro è un mondo di schiavitu: il solo modo per uscirne è l’ubbidire a Dio: è questa l’unica, possibile liberta.”
Ovviamente credo la parola Dio sia interpretabile.
C’è chi lo chiama Divino, chi lo chiama anima, chi natura e via dicendo.
A me piace pensare che il divino siamo noi, collegamento continuo tra esseri umani, natura e animali.
Ho trovato conforto in alcune frasi, dove fa capire che il male comune è quello di seguire la massa e non la propria natura, concetto fondamentale che si capisce solo ad una certa età e con una certa maturazione.
Questa grande verità scatena un senso di adeguatezza e serenità ed è anche per questo che ho apprezzato questo libro.
Altre sue affermazioni stridevano come unghie grattate sulla lavagna e mi hanno fatto storcere un po' il naso e a volte sorridere.
Quando parla di rinuncia del piacere, inteso da lui come piacere sessuale ma credo sia estendibile a qualsiasi tipo di piacere terreno.
Questo mi ha fatto riflettere per due motivi che sintetizzerò:
1)Rinuncia equivale a infelicità quindi già ci si allontana dalla meta.
(mettersi in dieta è l’esempio più semplice: rinunci ai dolci e questi ti appaiono come prelibatezze cui non puoi rinunciare e questo è applicabile a qualsiasi cosa).
2)E’ stato molto bravo a mettere le mani avanti, premettendo che lui è un benestante e quindi un peccatore.
Tendo sempre a diffidare di chi parla ma non si applica.
Semplicemente perché credo sia doveroso poter parlare di una cosa e averla anche provata.
Sennò, sono filosofa anche io….
Faccio un esempio: "So che per essere felici bisogna rinunciare al piacere, lo so perchè è così. Ma siccome sono ricco e non posso farci nulla è inevitabile che il piacere mi arrivi fra le mani. Ma voi, siate più bravi di me, rinunciate al piacere perchè così sarete felici".
Nonostante mi sia piaciuto, l'ho letto d'un fiato, ne ho parlato, discusso e mi ha fatto riflettere, devo ammettere mi ha regalato un po di tristezza perché è come se, nel complesso, avesse limitato la possibilità di essere felici a qualcosa di trascendentale.
Ed è una grande bugia!
A parte questo è un bel libro da leggere, offre spunti di riflessione ed è attuale.
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Commenti
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grazie per l'ottima recensione :-)
Oltre alla materialità c'è il fatto dei peccati e delle rinunce che un credente deve fare..
Secondo me questo libro è applicabile anche alla religione. cosa che è assolutamente dislocata dalla spiritualità che ognuno di noi ha..
mi aspettavo delle critiche invece trovo solidarietà..grazie mille!!! :D
Circa il riferimento a Dio penso sia da prendere del tutto con le pinze, considerando il periodo in cui viveva il nostro autore....e la confusione religiosa presente (non che adesso ce ne sia di meno!!)! La tua recensione mi è proprio piaciuta! :)))
@CUB ah ah ah ti ho contagiataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! :))
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Bella rece,bello il tuo spirito critico :- )