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Un linguaggio criptico
L’intento di Marchesini era, assai probabilmente, di scrivere un pamphlet sulla massificazione della poesia, su una produzione che fra libri e apparizioni in blog è diventata debordante, e in questo mi può anche trovare d’accordo, perché la quantità, specie se eccessiva, presuppone una limitata qualità. In pratica tanti o quasi tutti scrivono poesie, ma senz’altro pochi sono i poeti.
Io ho acquistato questo libro proprio per avere una visuale sullo stato di quest’arte nell’epoca attuale, ma non pensavo di trovarmi di fronte a uno scritto che, anziché rendere consapevoli della situazione, finisce con l’essere, con l’ermeticità delle sue espressioni, un qualche cosa che esula dalla più ampia diffusione affinché i più possano comprendere ciò che va e ciò che non va.
Lo dico fuori dai denti: Marchesini non ha reso un servizio alla poesia, perché i concetti si possono esporre anche in modo normalmente comprensibile. Mi spiego subito, prendendo un periodo a caso: “Tuttologia e divisione estrema del lavoro, Personalità e Specializzazione, come è noto, non sono affatto contrapposti. Sono anzi due facce della stessa medaglia. La tuttologia ( la tautologia? ) è una specializzazione, e la specializzazione presuppone il cosmo indifferenziato e inattaccabile del Tutto, oltre a fissarsi essa stessa sui personalismi (spesso uno specialista divenuto famoso passa ai tuttologi, e più raramente, un tuttologo indossa il cilicio del rigore specialistico).”.
Mi si può obiettare: bisogna vedere il contesto in cui il discorso è inserito. Orbene, ciò che precede e ciò che segue è analogamente nebuloso. Ora, se Marchesini vuol portare avanti un discorso per pochi eletti, nulla gli può essere imputato se non il fatto che chi ha speso € 14,90 per questo libro resta a dir poco basito a fronte di un linguaggio che dovrebbe fare chiarezza e che invece assume le ambiguità di certe profezie.
Comprendo che certi argomenti non possano essere alla portata del profano assoluto, ma se uno che non è un neofita della materia trova difficile interpretare le parole, questo vuol dire che l’autore o non ha le idee ben chiare, o vuole che le stesse siano portate a pochi destinatari; in tal modo, però, viene meno la funzione del pamphlet, che, per quanto mi riguarda, sconsiglio di leggere. Infatti, spendereste il prezzo del libro senza aver in cambio se non una vaga e confusa idea e senza dimenticare che il linguaggio appare sempre spocchioso, con il risultato di allontanare ancor più il lettore.
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Era TUTTO scritto cosi '?