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Dizionario dei luoghi letterari immaginari
 
Dizionario dei luoghi letterari immaginari 2008-07-24 06:21:02 galloway
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galloway Opinione inserita da galloway    24 Luglio, 2008
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I luoghi della letteratura

Più che a orientarsi, gli atlanti e i libri di geografia aiutano a sognare, a compiere viaggi mentali: la cui memoria però svanisce, come appunto quella dei sogni, quando le si sovrapponga la realtà, cioè quando in quei posti ci si vada davvero.

Non è un rischio che corrono i luoghi immaginari: a differenziarli dai tanti luoghi reali che non abbiamo visto c'è la certezza che non verranno mai smentiti, modificati, tradìti. Malgrado gli sforzi di preservare l'atmosfera anni cinquanta, le "isole nella corrente" le Bimini, non sono più come le visse e descrisse Hemingway; mentre l'isola di Robinson Crusoe è dopo tre secoli, inevitabilmente, la stessa. Non ha importanza che nel sequel del romanzo Defoe ce la mostri colonizzata, o che nel remake di Coetzee si riveli un isolotto brullo e battuto dai venti: il mito si alimenta della propria indeterminatezza e contrariamente all'esperienza la letteratura consente accumulazioni e contraddizioni.

Non so però cosa possa accadere quando di un luogo immaginario ispirato, come spesso accade, a un luogo reale, il luogo reale si riappropri. È il caso di Vigàta, la cittadina siciliana dove lavora il commissario Montalbano (il suo arrivo lì è narrato nella Prima indagine di Montalbano). Fino a pochi anni fa era impossibile trovarla sulle mappe stradali, in quanto invenzione di Camilleri; ma recentemente il comune di Porto Empedocle, dove Camilleri è nato, e che a Vigàta certamente assomiglia, ha deciso di aggiungerne il nome al proprio toponimo.

Queste informazioni, e moltissime altre, si trovano nel Dizionario dei luoghi letterari immaginari di Anna Ferrari, già autrice di un Dizionario di mitologia. Ma la mitologia è un argomento ben catalogato, e ormai sostanzialmente chiuso; ben più difficile approntare un repertorio di tutte le località che gli scrittori hanno saputo inventare, in ogni tempo o paese, per ambientarci le loro storie: per restare con le isole, da quelle delle Arpie descritte da Virgilio a quelle della Poesia di Marino all'Isola-non-trovata di Gozzano (e Guccini). E non solo città, regioni o mondi; anche strade (la Rue Morge del commissario Dupin), palazzi (la villa di Schifanoja del Piacere di d'Annunzio), imbarcazioni (la Folgore del Corsaro Nero o il Nautilus di capitan Nemo). Nomi mai casuali: come Ferrari spiega nella sua introduzione, alcuni annunciano le caratteristiche del luogo (il Paese del Bengodi, la Città del Sole, il Palazzo Gioioso), altri attraverso il gioco linguistico o etimologico suggeriscono una familiarità e insieme dichiarano la propria radicale alterità (il regno di Tribnia dei Viaggi di Gulliver, anagramma di Britain; o il non-luogo di Thomas More, il regno di Utopia), altri correggono toponimi reali per creare un cortocircuito fra realtà e immaginario (esemplare la geografia di Camilleri: Menfi diviene Merfi, Gela diviene Fela, Sciacca Fiacca, Raffadali Raccadali).

Scorrendo le migliaia di voci è inevitabile accorgersi di qualche omissione: la Villa Salina del Gattopardo o il paese emiliano di don Camillo e Peppone, il "mondo piccolo", che nei film è Brescello ma nei romanzi resta indeterminato (nella prima stesura del primo racconto si chiamava Ponteratto). Ciò nonostante si tratta di un ottimo lavoro, con pochissimi precedenti (forse solo un Dictionary of Imaginary Places, uscito nel 1980): utile strumento di consultazione ma anche guida pratica per il turismo della fantasia.

Harvard Diary
a cura di Francesco Erspamer
RAI Italica
http://www.italica.rai.it/

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