Dettagli Recensione
L'inquietante Galimberti
“Un libro sui giovani, perché i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male.” Già da questa frase il libro mi aveva dato una cattiva impressione. Che è stata pienamente confermata. E come poteva essere altrimenti? Galimberti, pseudo-filosofo (a me da questo libro appare più un amanuense, il perché basta chiederlo alle 4 o 5 persone che ha copiato) si aggiunge alla inteminabile lista di filosofi, sociologi, psicologi che credono di sapere tutto dei giovani, anche se in realtà non ne sanno niente. La verità è che non si può generalizzare quando si parla di giovani, ognuno è un caso a sé. Inutile cercare 10000 spiegazioni, inutile rifare l’elenco di droga, sesso, scuola che va male, divertimenti pericolosi. Ogni giovane può, secondo me, trovare la giusta strada per conto suo , senza l’aiuto di galimberti e del suo nichilismo, e tutta questa pubblicità sui problemi dei giovani mi pare insensata e controproducente. Davvero Galimberti non sa che ripetendo tante volte a una persona la stessa cosa alla fine quest’ultima si auto-convince? Andando avanti così forse produrremo una nuova generazione di rassegnati, che diranno, oramai convinti dalle continue pressioni: “Mi drogo, perché sono giovane e ho tanti problemi”. Lasciamo la giovinezza ai giovani, senza farci tanti problemi. E soprattutto, caro Galimberti, non generalizziamo. Su come è stato scritto il libro ci sarebbero molte cose da dire, ma mi limito al fatto che le interminabili liste di citazioni lo rendono molto noioso.