Dettagli Recensione
Piatto...
Che dire? Da leggere è stato anche divertente… ma tutto sto libro si poteva scrivere anche su un post-it.
Stronzi = Adulti, persone indipendenti in grado di realizzare se stessi senza aiuti esterni.
Bambini = Persone che cercano qualcuno che si prenda cura di loro e trovano la felicità solo negli altri, egoisti e pure stronzi.
Il tutto poi è molto semplicistico: divide tutti in due categorie come se fosse una cosa semplice. Con i bambini che non sono in grado di provvedere a se stessi ed estremamente egoisti e gli stronzi che paiono come dei cinici che pensano solo ai fatti loro e quindi egoisti.
Io mi sono trovata giusto nel mezzo a quanto pare, più tendente allo stronzo. Ma nonostante questo sono solo contenta di non rientrare nella categoria Stronza completa perché da come viene descritto in questo libro… è veramente una cosa triste.
A volte ancora mi faccio pere mentali e a volte ancora in qualche modo, dipendo affettivamente… ma per essere completamente stronzi sembra che sia necessario diventare una persona fredda e cinica… e per quanto nel libro si continui a dire il contrario… quella è l’impressione che lascia il tutto… quindi ben felice di non essere ancora diventata completamente stronza.
La cosa che forse mi ha dato fastidio è stata la descrizione del rapporto col sesso. I bambini che usano il sesso per costringere una persona a un legame e gli stronzi che sono in grado di separare il sesso dall’affetto e intendono il primo un po come un gioco. A un certo punto viene praticamente detto che in un rapporto, se ti cornificano e ti lamenti… sei un bambino.
Insomma, ne risulta una divisione estremamente piatta del genere umano. Ma anche molto molto triste.
Altra cosa è che si fa un tanto parlare ma poi non dice niente di utile dà una panoramica sulla faccenda ripetendo in continuazione gli stessi concetti.
E soprattutto è scritto in un modo orrendo. Veramente brutto con virgole schiaffate a caso, una parola e poi a capo. Se non fosse stato scritto così probabilmente sarebbe stato lungo 3 pagine. E poi dei periodi che suonavano veramente male.
Quell’autocitarsi e auto pubblicizzarsi poi , è una cosa che mi ha fatto veramente pena.
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