Dettagli Recensione
Lo sguardo miope di Valéry
Valéry si definiva uno spirito anarchico e ha sempre rifiutato l'impegno politico, accusando ogni partito di quella propaganda che “combine les sentiments et les syllogismes” laddove c'era invece richiesta di fatti e concretezza. E a questo punto noi ci aspetteremmo che il poeta si dimostri osservatore lucido dei problemi del suo tempo e fermo critico, a tratti profeta. Ma dietro quella prosa salda e virtuosa che stenta a tirar fuori i contenuti, i fatti non si rivelano e le idee del padre di Monsieur Teste si scoprono vuote, banali, tanto inconsistenti che è naturale chiedersi se l'autore non ci stia prendendo in giro. Infatti, il poeta di Sète (città, ricordiamo, di Georges Brassens) era senza dubbio una mente tra le più brillanti: i lunghi discorsi di Monsieur Teste erano tra i più cervellotici della letteratura francese, le poesie, neanche a dirlo, tra le più ardue e raffinate. Non mi capacito della mancanza di lucidità, di approfondimento e, in primo luogo, dell'adesione a luoghi comuni e stereotipi della peggior mente borghese (supera di gran lunga De Gaulle!) per quel che riguarda le pecurialità dei francesi, false e banali e leggermente nazionaliste. Non mi resta che fingere che il Valéry saggista non sia mai esistito.
Indicazioni utili
Commenti
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
Ordina
|
Brassens ormai lo associo a Fabrizio De Andrè.. il grande ed unico FABER! :))))
scusa, ma sono una fan di De Andrè, allora lo vedo ovunque, come Orwell! :)) ahaha
ha influenzato parecchi cantautori italiani che di lui hanno fatto parecchie cover o semplicemente ne hanno ricopiato lo stile,..
potrebbe anche piacerti..
:)))
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |