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Il disagio del disagio
In quest'opera Freud propone il disagio come dimensione indispensabile dell'esistere, l'unica dimensione umana capace di arginare il desiderio e incanalarlo verso mete diverse dalla soddisfazione immediata. Questo consente non soltanto sublimazione, ma anche riflessione; dunque il disagio è fondamento di coscienza.
Questa scomoda categoria, di cui il nome stesso "disagio" esprime la difficoltà, è conseguenza di quell'altro fenomeno, apparentemente scomodo, che nel linguaggio freudiano si pronuncia "castrazione". Castrazione ovviamente simbolica, che è premessa fondativa di qualsiasi regola del vivere civile.
Il disagio è allora veramente una condizione umana non da sopportare ma da assumere consapevolmente; il fatto è che, oggi, è proprio il disagio a essere a disagio e non si assiste ad altro che a una profonda involuzione del desiderio e, dunque, dell'umano, verso il baratro dell'immediatezza del godimento e dell'adesione alla letteralità delle cose.