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Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere
 
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere 2011-04-22 14:22:02 nico
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Opinione inserita da nico    22 Aprile, 2011

Banalità assoluta

Volevo spendere alcune parole in riferimento a questo libro.
Mi ha lasciato molto allibito il come l’autore si permetta di descrivere con la prepotenza di avere la verità in tasca queste presunte differenze riguardanti i sessi, peccando fortemente di una generalizzazione e dell’individuazione di stereotipi che secondo Grey possono essere fatti valere nei confronti di tutti.
Questa analisi è assolutamente sbagliata in quanto l’autore non tiene conto di tutte quelle caratteristiche che possano determinare la crescita e la personalità di un individuo, a partire dal contesto ambientale in cui si trova a vivere fino alla fortissima influenza data dalle esperienze che incidono notevolmente portando la crescita personale in un senso piuttosto che in un altro.
Quanto sopra porta a delle forti lacune all’interno della tesi di Grey, che non tiene conto di queste influenze ma che soprattutto non ci spiega tutte le possibili variazioni rispetto a questa teoria: come dobbiamo allora definire gli omosessuali, come uomini o come donne nel senso che lui intende? Oppure quegli uomini un po’ effemminati o quelle donne tendenti ad un fare maschile, in che categoria dobbiamo inserirli? E’ tutto davvero troppo vago, anche perché si possono riscontrare situazioni diverse da come Grey descrive, come ad esempio la presenza di certe donne (mi vengono in mente le anziane contadine) che tengono sotto chiave i proprio sentimenti perché sempre abituate a vivere in un certo modo, oppure quegli uomini che hanno bisogno, per qualsiasi ragione al mondo, di esternare le proprie emozioni (come ad esempio le analisi introspettive di alcuni scrittori oppure anche quegli uomini che descrivono i propri stati d’animo in sedute psicoterapeutiche, oppure ancora gran parte degli omosessuali che manifestano la propria spiccata sensibilità).
Questo fa pensare alla poca preparazione culturale di una persona che classifica grossolanamente due categorie senza considerare eccezioni o sfumature o ancora piccole differenze che ci possono essere tra le persone in quanto tali, non perché appartenenti ad un sesso piuttosto cha ad un altro, dimostrato poi dal fatto che mai come nei nostri tempi il nascondersi dietro all’appartenenza ad un sesso non è più un valido motivo di giustificazione. A mio parere poi, le differenze tra i sessi che possono esistere, sono più da ricondursi ad una questione di ruoli all’interno della società più che ad una questione di sessi.
Informandomi poi un attimino sull’autore John Grey, ho constatato che ha conseguito una laurea per corrispondenza all’età di 46 anni presso un’università privata non riconosciuta dallo stato americano, dimostrando così in questo modo anche la propria preparazione culturale. Purtroppo si presenta davvero una carenza di motivazioni alle sue tesi, che fra l’altro sono facilmente smontabili, anche solo nel considerare le enormi differenze (spesso ancor maggiori) presenti all’interno dello stesso sesso… Pensiamo solo alla diversità tra due uomini come Woody Allen e Arnold Schwarzenegger.
Fra l’altro le ricerche sui campioni condotte da Grey per le elaborazioni delle sue tesi non si trovano da nessuna parte, altro elemento molto sospetto.
Non sarà forse un saggio volto a colpire l’attenzione delle persone che si fermano all’apparenza di quello che può essere un titolo di impatto? Non sarà forse stata una tecnica commerciale solo per vendere delle presunte verità?
La poca credibilità è dimostrata anche dalla modifica della pubblicazione iniziale quando le prime vendite avevano iniziato ad aumentare, cambiando il testo originario serioso in uno più scherzoso… Ma forse non è una tecnica commerciale, no.
Anche perché diciamolo, è abbastanza inquietante pensare di dover appartenere a dei ruoli fissi quando siamo tutti esseri umani ciascuno dei quali si può sviluppare in modo autonomo senza essere influenzato da queste idee, portando in alto il principio del libero arbitrio esaltato tanto dal saggio Pico Delle Mirandola. Sembra quasi che Grey ci dica: tu vieni da Venere o da Marte e tu potrai fare tutto quello che vuoi ma non diventerai mai una persona che possederà le caratteristiche dell’altro sesso, ti devi solo adattare, ma sei diverso.
Un’idea così oltre che essere sbagliata, non permette nessun sviluppo o crescita personali, dove soprattutto la cultura rappresenta un elemento fondamentale che potrebbe creare delle differenze, ma sempre non necessariamente tra i due sessi.
Questa regola poteva valere in tempi passati, dove il ruolo dell’uomo padre all’interno della famiglia patriarcale creava questa immagine dell’uomo duro e molto chiuso emotivamente, che doveva a tutti i costi far rispettare la propria autorità, ma fortunatamente non siamo tutti fatti cosi o, in generale, nemmeno tutti fatti allo stesso modo.
Più sensato sarebbe stato scrivere e riportare dei consigli che secondo lui avrebbero consentito di migliorare il rapporto di coppia, ma non di fissare tutti gli uomini o tutte le donne entro certe categorie senza nemmeno conoscerci. Questo rappresenta anche probabilmente un insulto alle capacità umane e all’autorealizzazione personale.
Il forte difetto riscontrato in Grey potrebbe anche essere quello di onnipotenza, nel riportare delle vere e proprie istruzioni che sembra debbano essere date in dotazione per la nostra esistenza di relazioni tra uomini e donne, nulla di più sbagliato.
Le persone con uno spirito critico un po’ più sviluppato possono capire che si tratta di vere e proprie boiate.
Nell’ultima sua pubblicazione, ha risolto tutti i problemi con una piccola dieta:
“È il delicato equilibrio fra testosterone e ossitocina a rappresentare la chiave del nostro benessere e della felicità coniugale, perché condiziona il modo in cui l’uomo e la donna interagiscono e interpretano il mondo intorno a loro. Una dieta sana, il corretto livello degli zuccheri nel sangue, un buon sonno ristoratore e nuovi integratori alimentari: bastano piccoli interventi mirati per far sì che il nostro corpo produca gli ormoni giusti. Solo così potremo resistere allo stress di una giornata logorante a casa o in ufficio, e saremo pronti a dare e ricevere amore, comprensione e rispetto nelle interazioni con la persona che amiamo.”
E’ davvero senza precedenti la banalita’ di questo libro!

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22 Aprile, 2011
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Tutte le tue argomentazioni non fanno una piega,a parte quella sul livello culturale dell'autore.Sei così sicuro che questo coefficente sia determinato dal titolo di studio?O come esso sia stato conseguito?

07 Giugno, 2011
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Sono parzialmente daccordo. Le generalizzazioni non piacciono a nessuno. Tuttavia però, non ritengo nemmeno costruttivo criticare così duramente questo (a mio parere) discreto e umile lavoro di ricerca da parte dell'autore, di cui si nota sia cura che l'amore per l'argomento. Di pecche a mio avviso questo libro ne ha, come dice lei, non cita nemmeno una volta un ipotetico rapporto omosessuale e su quali eventuali binari di logica si potrebbe svolgere. Per il resto invece, riconosco che se l’autore dovesse "tenere conto di tutte quelle caratteristiche che possano determinare la crescita e la personalità di un individuo |...|" servirebbero circa 6,5 miliardi di libri diversi, ognuno scritto ad hoc per ogni persona del mondo. Per questo esiste la psicoanalisi.
Un uomo che ha imparato ad amare sua moglie nonostante le difficoltà della vita, questo è quello che leggo in questo libro. Un invito ad essere se stessi, a non rifiutare la propria natura di appartenenza. In un epoca in cui essere semplici è considerato una "banalità assoluta", in cui bisogna migliorarsi andando contro la propria natura ad ogni costo per sembrare superiori. Un libro come questo ci serve a ricordare che siamo nati con uno specifico genere sessuale, che ha delle caratteristiche ben definite influenzate da meccanismi culturali e biologici ben precisi. (Per "appartenenza sessuale" non intendo "preferenza sessuale", sono due cose ben diverse) Una scialuppa di salvataggio che ci permette di guardarci allo specchio e di non sentirci sbagliate se da donne abbiamo momenti in cui ci sentiamo fragili e bisognose d' affetto. Un utile manuale di traduzione per ricordare agli uomini che le donne hanno modi di comunicare diversi da loro. Un libro che sotterra tutti i maschilismi e i femminismi atti a demolire l'altro sesso, in cui "diverso" non significa "inferiore" ne "superiore". Gli uomini imparano dalle donne e viceversa, il sacro linguaggio della "comprensione dell'altro".
Il libro è dedicato alla coppia, ma il ragionamento dell'accettazione delle diversità si può applicare a diverse cose, come le differenze culturali, religiose e generazionali. Sensibilizzando il lettore al giusto rispetto sulla libertà dell'altro di essere quello che si è (o si è scielto di essere), l'autore lo aiuta a comportarsi di conseguenza. Come togliersi le scarpe o mettersi il velo se da atei si vuole visitare una moschea, il libro invita la donna a non pressare l'uomo se sente il bisogno di isolarsi per sfuggire allo stress quotidiano e agli uomini di non accusare le donne di "essere sentimentalmente fatte di vetro". Ovviamente, secondo la mia opinione, non è assolutamente da prendere come testo scientifico, gli specialisti nel settore potrebbero averne parecchio da controbattere. Da parte mia cerco di prendere il libro per quello che è, un piccolo manuale di traduzione senza pretese, a volte ironico a volte superficiale, del linguaggio tra uomo e donna. Per quanto riguarda l' ipotesi di coppia omosessuale, mi dispiace che l'autore non abbia saziato la mia curiosità sull'argomento, ma ipotizzo personalmente che se si parla di uomo o donna, possa voler dire in parte "lato maschile" e "lato femminile". E questo è un discorso che vale qualsiasi apparteneza o preferenza sessuale.
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