Sette brevi lezioni di fisica Sette brevi lezioni di fisica

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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    05 Marzo, 2020
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Il difficile equilibrio della comunicazione

[Mi scuso per i refusi con chi ha letto la recensione appena pubblicata]

Ho letto questo libro diverso tempo fa, ma lo recensisco oggi perché mi ha fatto tornare in mente un problema importante che in questi giorni è quanto mai pregnante, la difficoltà e il modo di raccontare, a chi non è competente, la scienza. Tra l’essere divulgativi e il semplificare fino a falsificare c’è talora una linea molto sottile, rispetto alla quale può essere difficile regolarsi. Un libro come questo di Rovelli che affronta spesso problemi apparentemente inattingibili è in effetti costretto a non dire tutto, perché dire tutto significherebbe scrivere un trattato specialistico, fatto che non era negli scopi dell’autore. Viceversa, l’impegno morale dello studioso che sa, è anche quello di non cedere alla smania di appiattimento, perché è pericoloso trasmettere l’idea che la materia sia facile e alla portata di tutti. Ovviamente Rovelli ne è consapevole, ma chi legge, fin quanto lo è? Se oggi tutti pretendono di avere il diritto di poter parlare su tutto, dalla geopolitica alla medicina, dalla finanza al diritto, i libri come questo fanno bene o male? Al solito non è lo strumento a essere positivo o negativo, ma l’uso che se ne fa e dunque se si può criticare qualcosa di questo libro, è che è fin troppo esile, fin troppo facile anche laddove non potrebbe esserlo, pena il fraintendimento. Il fatto è che spesso manca la conoscenza scientifica di base per rapportare i fatti al contesto, per saper collocare bene gli eventi nelle loro relazioni. Perché leggere i sintomi della malattia x su mypersonaltrainer non significa essere medici e conoscere le leggi dell’entanglement non significa essere fisici. Questo non per crocifiggere questo testo, che anzi è piacevole da leggere, affascinante e misterioso, ma per sottolineare come sia importante comunicare anche che quello che si sta dicendo è solo un frammento infinitesimo della conoscenza complessiva. Che sembra scontato, da dire, ma mi pare che molti se lo dimentichino. Questo libro di Rovelli è forse un gradino sotto all’approfondimento minimo richiesto, anche se mai si vanta di essere più di quello che è, ma forse si poteva fare di più. Un libro che lascia in fondo un poco insoddisfatti e non a caso di questo stesso genere si può trovare qualcosa di meglio. In ogni caso, per vedere il lato positivo della medaglia, ha venduto inaspettatamente centinaia di migliaia di copie, tanto da permettere il finanziamento di molti altri bei libri che Adelphi ha pubblicato in seguito. Perché la scienza deve uscire dalle aule universitarie, ma quando esce è un’arma che va maneggiata con cura. COVID19 docet.

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lapis Opinione inserita da lapis    14 Febbraio, 2016
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Quanto vasto è ciò che non sappiamo

Come è possibile far comprendere la fisica moderna, intrisa di concetti così complessi che nemmeno anni di studi universitari chiariscono del tutto, in ottanta pagine? Ovviamente non è possibile. Allora perché questo breve trattato? Semplice sfruttamento dell’onda di interesse generata da film come “Interstellar”, che hanno portato alla ribalta temi come la relatività del tempo e i misteri dell’universo? Mera semplificazione divulgativa, fatta però da chi la fisica la fa davvero, al fine di avvicinare il grande pubblico a queste tematiche? Risponderei così: scrivere di una passione e trasmetterne la sua bellezza.

Rovelli cerca in queste pagine di animare la fisica, trasformare il laboratorio in una fucina incandescente di idee, entusiasmo per nuove intuizioni, delusione per tentativi falliti, e rivelarci che dentro alle fredde equazioni si nasconde l’eleganza e la bellezza dell’uomo che cerca, dubita e spinge la mente oltre i confini di ciò che sa. “La realtà non è come ci appare e ogni volta che ne intravediamo un pezzo nuovo è un'emozione.”

I concetti sono semplificati e “raccontati”, il libro certo non spiega la meccanica quantistica o la teoria della relatività, ma è capace di instillare nella nostra mente immagini nuove che propongono una realtà diversa da come istintivamente la percepiamo: lo spazio si curva, si estende e si dilata, il mondo si dissolve in una nuvola di probabilità, l’universo si allarga all’infinito e forse perde anche unicità, il tempo non è più uguale per tutti. Ma soprattutto si intuisce quanto sia vasto ciò che ancora non sappiamo: teorie che funzionano alla perfezione ma si contraddicono tra loro, tentativi di combinare e semplificare miriadi di equazioni che non sembrano comunque dire tutto, fenomeni ancora incomprensibili. “La fisica diventa più bella oltre i bordi del sapere attuale” e forse è più semplice di quel che si crede, forse siamo noi a non aver ancora trovato la chiave per comprenderla.

Chissà se questa chiave esiste e sarà mai trovata. La bellezza di queste immagini però vale sicuramente la lettura e ci anima, almeno per qualche ora, dello stesso desiderio di sapere, sperimentare e mettere in dubbio le nostre intuizioni immediate che brucia nel fuoco della scienza. Perché niente è assoluto.

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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    16 Gennaio, 2016
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Capire l'immanente

Accade spesso di condurre la propria esistenza senza minimamente pensare a tutto ciò che ci attornia, a tutto quello che è immanente; siamo così presi e distratti dagli affanni e dalle consuetudini della vita, che non ci rendiamo conto di quanto meraviglioso possa essere qualsiasi elemento che è parte integrante di noi stessi. Dalle sconfinate e innumerevoli galassie composte ognuna da centinaia di miliardi di stelle, ai componenti infinitamente piccoli di cui sono composti atomi e molecole presenti in tutto ciò che vediamo, la nostra temporanea presenza, su un insignificante pianeta che rivoluziona intorno a una media stella Sole relegata ai margini di un braccio della spirale della nostra Via Lattea, assume una meravigliosa armonia di cui conosciamo ancora poco.

Molti scienziati si sono avvicendati, specie negli ultimi secoli, per cercare di dare una risposta ai misteriosi interrogativi inerenti i misteri dell’universo conosciuto; da Newton a Einstein, da Planck a Boltzman, da Keplero a Bohr, lo studio delle leggi fisiche è stato intenso e costante; abbiamo quindi imparato il perché del moto dei pianeti, le leggi della termodinamica, la meccanica quantistica…ma siamo ancora in una fase primitiva poiché sia i nostri sensi, sia le strumentazioni altamente tecnologiche e innovative, non sono in grado di andare al di là di certi risultati e, di conseguenza, moltissime nostre domande rimangono ancora inevase.

In questo breve libro sono riassunte, in maniera meramente divulgativa e quindi molto superficiale, le principali scoperte che, appunto, coinvolgono ciò che è immanente, tutto quello che riusciamo a vedere e a percepire con l’ausilio dell’attuale tecnologia. L’essere umano non è altro che una parte dell’immenso mosaico in fase di allestimento in cui la scienza si fonde con il pensiero filosofico in un connubio elegante e soave.

Lo studio della fisica, e delle discipline a essa collegate, diventa affascinante a similitudine dell’ammirazione di un’opera d’arte e all’ascolto di una melodiosa sinfonia.

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A chi vuole avere un'idea iniziale del vasto e affascinante mondo della fisica.
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f.martinuz Opinione inserita da f.martinuz    01 Novembre, 2015
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Il più grande spettacolo prima del Big Bang

Il pamphlet intitolato “Sette brevi lezioni di fisica” di Rovelli si presta, sin dal momento in cui lo si prende tra le mani, ad una valutazione preventiva e aprioristica che ne valuta il potenziale risultato finale. Il dilemma quasi amletico che ci si pone è il seguente: ha senso cercare di racchiudere in poche pagine secoli di fisica, antica e moderna, equazioni, calcoli probabilistici, quanti e fotoni risultando quindi incomprensibile o il libercolo è un encomiabile e coraggioso sforzo di semplificare il complesso rendendo accessibili temi ostici ai più e di cui generalmente non si fa divulgazione? In parole spicce: questo pamphlet può definirsi un’operazione riuscita o un piccolo fiasco editorial-divulgativo?

In qualche modo la verità sta, come sempre, nel mezzo ma, conclusa la lettura, si è più propensi a definirlo un piccolo e prezioso successo; una delicata gemma culturale di cui fare tesoro. Rovelli non avanza pretese, è cosciente dei limiti fisici su cui scrive e soprattutto dei limiti culturali dei lettori tant’è che ha deciso di scrivere questo breve ma denso libretto. Non avrebbero avuto senso le spiegazioni scientifiche dei concetti di fotone, neutrino e buco nero; avrebbero al contrario frustrato il lettore inducendolo ad abbandonare la lettura.
Quindi con parole di uso comune e per mezzo di un lessico comprensibile a tutti tenta di illustrare concetti complessi, che talvolta esulano dalla umana comprensione e nonostante Rovelli si prodighi come meglio può, alcuni principi fisici rimangono avvolti nella nebbia e nell’incomprensibilità, intesa come la nostra intrinseca incapacità nel dar loro forma e senso. Il fluttuante e scostante fluire del tempo, la composizione dei quanti di energia, il collasso della materia nei buchi neri sono esempi delle barriere che dividono noi neofiti della scienza dalla fisica. Rovelli tenta di prendere a picconate queste muraglie culturali riuscendo in parte a scalfirle.
Infatti il libretto è ricco di spunti interessanti e inaspettati: l’idea che il calore si trasferisca da oggetti caldi a oggetti freddi segue una logica probabilistica; non esiste infatti una legge al riguardo ma, secondo i parametri e le variabili da noi conosciute, possiamo solo supporre che è più probabile che il calore passi da un corpo caldo a uno freddo piuttosto che da uno freddo a uno caldo. Estremamente affascinanti sono gli esiti teorici a cui la cosiddetta “gravità quantistica a loop” ha condotto i fisici, tra cui Rovelli stesso, esperto dell’argomento. Mediante alcune equazioni espresse da questa teoria saremmo in grado di riavvolgere il nastro della storia del nostro universo scoprendo che il nostro cosmo potrebbe essere l’espansione di un cosmo preesistente che si era contratto a tal punto da assumere la forma di una noce, un nucleo instabile che è poi “detonato” dando vita al nostro universo. Di fatto nega il concetto di “Big Bang” per come lo conosciamo.

La peculiarità del breve saggio è data dalla mescolanza evidente tra fisica e filosofia e infatti più filosofica che fisica è l’idea della costante relazionalità, un principio su cui Rovelli torna a più riprese nel corso del pamphlet. Esso afferma che il mondo è retto non tanto dalla dimensione spazio-tempo quanto dalle relazioni e dalle interazioni, le quali offrono un ventaglio amplissimo di tipologie: dalle relazioni umane a quelle animali, da quelle fisiche a quelle atomico-molecolari. Il mondo è relazione continua e incessante. Inoltre l’ultima lezione è espressamente ed esplicitamente filosofica; Rovelli ragiona sull’uomo, sulla natura e sul sé travestendosi da piccolo Heidegger, dando un tocco di umanità alla fisica.

Esperimento riuscito. Perché non riprovarci?

FM

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    14 Settembre, 2015
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Il binomio scienza-filosofia.

Spesso avvicinarsi all'universo scientifico è estremamente complesso per i “non addetti ai lavori”, la loquela utilizzata si presenta infatti caratterizzata da una tale complessità che è arduo per chi non ha le competenze necessarie apprezzarla nonché conoscerne caratteri e peculiarità.
Le “sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli si distanziano da questo idioma e si offrono al lettore con semplicità espositiva e ricchezza contenutiva. Se infatti da un lato vi troverete di fronte ad un testo scritto con un linguaggio palpabile dallo studioso della materia così come dal profano, dall'altro vi sorprenderete della piacevolezza e dalla curiosità che questo è capace di suscitare.
Quello del fisico è un lavoro accurato in ogni suo aspetto; in poche pagine ripercorre con estrema chiarezza un secolo di scienza spiegando le innovazioni introdotte da Einstein con la sua teoria della relatività generale, passando poi con la seconda lezione alla matematica quantistica, ancora al cosmo, alle particelle elementari, alla gravità quantistica, alla probabilità e al calore dei buchi neri per chiudere infine il cerchio cercando di trovare una collocazione per noi uomini in questo strano mondo descritto dalla materia.
Il bello ed il brutto di quest'opera è la sua brevità. Si fa amare al punto tale che il suo essere chiara e concisa la rendono godibile ed appetibile per tutti ma al momento della sua conclusione il lettore è curioso di sapere ancora e ancora.
Altra peculiarità è il connubio scienza-filosofia. Spesso le grandi scoperte scientifiche sono nate da ragionamenti seguiti a domande – da sempre considerate enigmi irrisolvibili – sulla nostra esistenza. Come non apprezzare gli scontri tra Einstein e Bohr nonché gli scambi di teorie, saggi, opinioni, articoli che i vari studiosi si sono scambiati per confutare ed affermare le rispettive tesi.
Gli stessi esempi, seppur apparentemente estranei alla fisica, riportati da Rovelli per consentire al lettore di “capire” ed appassionarsi alla disciplina sono altamente esaurienti e capaci di indurre alla riflessione.
Un componimento esaustivo e perfetto per approfondire/ripassare (per chi già studia) la branca nonché, per chi ne è estraneo, apprezzarla, scoprirla, amarla ma soprattutto comprenderla.

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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    18 Giugno, 2015
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Siamo fatti della stessa sostanza....

Breve, essenziale e chiaro, nello spazio di poche pagine ci riassume con estrema semplicità un secolo di fisica, per la precisione quella del ventesimo secolo. La stravolgimento scientifico nato con Einstein e la sua relatività generale, la meccanica quantistica che affascina, stupisce e coinvolge qualsiasi argomento abbia a che fare con l’esistenza. Il testo di Rovelli è chiaro e godibilissimo, è un ampio invito ad approfondire lo studio delle scienza in generale e della fisica nello specifico. Personalmente ho percepito a più riprese forti legami con la filosofia, mi è risultato interessante raffrontare le due discipline. Si percepisce come le grandi scoperte scientifiche siano nate da intensi ragionamenti filosofici sulla nostra esistenza e sulla matteria di cui ogni cosa è composta, di cui noi siamo fatti.
Interessantissimo immaginare questi esperimenti mentali fatti da questi geni del ventesimo secolo, pura immaginazione, illuminazione che viene poi concretizzata utilizzando la matematica, riconducendo il tutto a qualcosa di dimostrabile e forse riproducibile. Mi piacerebbe approfondire questo concetto di esperimenti mentali, e metterlo in relazione non solo con la fisica, ma con qualsiasi altro pensiero o argomento la mente umana possa concepire.
Un importante incentivo ad approfondire questi argomenti, un invito a capire come funziona tutto ciò che compone le nostre esistenze. Non ha la pretesa certamente di essere un approfondimento, uno studio di formule o dimostrazioni, ma semplicemente un riassunto reso “commestibile” per ognuno di noi.
Una bella lettura che apre differenti e svariati scenari da approfondire e riflessione se lo si desidera, oppure che si può facilmente “digerire”.

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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    14 Mag, 2015
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FILOSOFISICA

Questo libro ripercorre e svela in sei capitoli le grandi conquiste della fisica del XX secolo. Con un linguaggio accessibile a tutti, Carlo Rovelli, fisico teorico di successo, narra di relatività, di meccanica quantistica, di struttura dell'universo e della materia con uno stile accattivante che tiene l'attenzione costantemente elevata nel recepire concetti all'apparenza difficilissimi, ma una volta capiti straordinariamente semplici. Particolarmente efficace la descrizione dei grandi scienziati della fisica, tratteggiati un po' come artisti perché, a suo dire, nonostante l'enormità dei calcoli e delle equazioni necessarie per svelare i tanti segreti, la fisica moderna è soprattutto immaginazione. Nella mente dello scienziato si forma un'istantanea, un'immagine, una visione di una possibile realtà, e poi dedicherà la sua vita a scrivere le equazioni necessarie per dimostrarla. Ho scritto sei lezioni, perché nonostante il titolo ne citi sette, in realtà l'ultimo capitolo non riguarda la fisica, ma si sposta in un campo apparentemente non adiacente, quella della filosofia. Alla luce di tutte le scoperte, l'autore pone un interrogativo insolubile: cosa siamo noi? siamo un ammasso di particelle che casualmente collidono e generano fenomeni ed energia, tra i quali il pensiero e la coscienza? in questo momento la scienza non è in grado di rispondere a queste domande, ma è interessante seguire la formulazione di domande interessanti, alle quali ognuno di noi potrebbe dare una risposta diversa. Perché lo scopo di un buon libro e della lettura in genere, non è trovare risposte, ma porre i giusti interrogativi. Consigliatissimo

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joshua65 Opinione inserita da joshua65    12 Aprile, 2015
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I fantastici tempi del combustibile liquido

Ci si potrebbe restare male nel leggere in questo breve ma interessantissimo saggio, scritto da Carlo Rovelli, importante fisico e saggista italiano, che dopo più di quattro secoli non abbiamo ancora capito bene perché la Terra gira intorno al Sole.

E che non sarà facile dimostrare qual è la particella più piccola della materia, sempre che non sia piuttosto un infinitesimo grumo di particelle, o meglio delle piccole stringhe che vibrano tra loro. E che quasi sicuramente l’Universo è come un grande lago apparentemente tranquillo, ma in realtà se ti avvicini, ti accorgi che è formato da tante piccole onde che lo increspano. E se gli butti un sasso si deforma per poi ritornare come prima.

E che molto probabilmente non esiste il prima o il dopo assoluto, perché il tempo è soltanto una variabile relativa, è una variazione di stato, dal freddo al caldo, che misura soltanto quel qualcosa che cambia, si trasforma, prima che tutto ritorni come prima.

In definitiva, almeno è quello che ho capito io, viviamo in un mondo che è come una macchina con il motore acceso ma in folle, ogni tanto qualcuno schiaccia l’acceleratore, il motore romba, i giri salgono, ma poi tutto torna come prima, con i giri nuovamente al minimo. Come un minestrone che ribolle, sopra un fuoco lento che non si spegne mai.

Ma non essendoci ancora una Teoria unica, che descrive il Tutto, forse la mia è solamente una intuizione geniale oppure, sicuramente, una megacavolata.

Tutti questi dubbi non risolti dovrebbero lasciarmi l’amaro in bocca, come un giallo senza soluzione. E invece sono rimasto davvero colpito dalla bellezza di questo saggio, perché non soltanto cerca di spiegare in maniera semplice, o meglio semplificata, i principali concetti della fisica, la sua storia recente e le sue ultime evoluzioni, ma soprattutto ci fa capire che dietro queste teorie, ci sono uomini che hanno dubitato, uomini che hanno creduto, alcuni troppo precursori, sono stati lasciati da soli perché ritenuti dei pazzi visionari, altri invece sono riusciti con la loro tenacia ed incrollabile fede nelle loro idee, a convincere altri uomini a portare avanti le loro teorie, ad aiutarli a dimostrarle.

Perché l’uomo per vivere, per capire, per evolversi ha bisogno di altri uomini, relazionarsi ed interagire con loro, cosi come la Scienza ha e avrà sempre bisogno della Tecnica, la fisica della matematica, il calcolo probabilistico della velocità dei computer, il pensiero filosofico della curiosità della mente umana.

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Dal big bang ai buchi neri, saggi di divulgazione scientifica ed è soprattutto molto curioso
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    04 Aprile, 2015
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Un brillante ripasso per i meno esperti


Le nozioni di fisica che abbiamo appreso a scuola o nei primi anni di alcune facoltà scientifiche sono rimaste vagamente nella nostra memoria : per i non addetti ai lavori, i concetti di spazio e di tempo, i meccanismi di interazione delle particelle elementari, le meraviglie del cosmo espresse dal numero infinito di galassie e dai misteri dell’inizio di tutto e di ciò che lo precede ci hanno indotto magari a meditare sul senso della nostra appartenenza all’infinito che ci circonda, sul senso della nostra stessa esistenza e sulle problematiche che scaturiscono dai progressi della scienza. Orbene, questo scarno libretto di sole ottantacinque pagine tenta, secondo me con successo ed in modo esemplarmente semplice e chiaro nonostante le difficoltà concettuali della materia trattata, di chiarire, per chi ha dimenticato o in genere per chi non ha mai avuto la curiosità di conoscere e di sapere, gli argomenti principali della fisica allo stato attuale. Sono sette brevi lezioni, sette lampi di luce, che si leggono e si rileggono con il desiderio di riportare alla memoria lontani ricordi scolastici o nozioni apprese leggendo qua e là qualche articolo di divulgazione scientifica. L’Autore, fisico teorico di fama internazionale, dismette le vesti paludate dello scienziato e, con un linguaggio semplice e di facile comprensione, ci guida alla (ri)scoperta di alcuni capitoli, a volte apparentemente ostici, della fisica e di alcune problematiche connesse ancora irrisolte. E così ecco in poche chiare pagine le teorie di Einstein, quella della relatività ristretta e quella della relatività generale, definita quest’ultima come “la più bella delle teorie scientifiche”, lo spazio di Newton inteso come campo gravitazionale, la teoria dei quanti, la comprensione dell’architettura del cosmo attraverso i secoli, le particelle più piccole costituenti l’atomo, il problema della relatività generale in apparente contrasto con la meccanica quantistica, la riscoperta del calore inteso come accelerazione del movimento degli atomi, e infine l’uomo, la sua presenza, la sua comprensione dei grandi tremi della fisica, il senso della vita. Il linguaggio di Rovelli è scorrevole, non involuto né saccente. La comprensione dei lettori a volte è ardua, abituati come siamo al tran tran dello scorrere del tempo. Ma Einstein ci ammonisce che il “prima” e il “dopo” non significano nulla : “la distinzione tra passato, presente e futuro non è altro che una persistente cocciuta illusione”.

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giuse 1754 Opinione inserita da giuse 1754    15 Marzo, 2015
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Sette brevi lezioni di fisica

Mai avrei pensato che “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli, Adelphi edizioni, mi avrebbe appassionata tanto. Non è sicuramente uno di quei libri che metti da parte per il fine settimana, o per rilassarti dopo una giornata stressante. Sono pagine che richiedono attenzione: da capire, da memorizzare.
Per una come me che di fisica sa solo quel poco che ha imparato a scuola, non è stato facile immergersi nei misteri delle forze che tengono in equilibrio l’universo da sempre; eppure sono state scoperte solo nel corso del ventesimo secolo, a partire da Einstein e dalla sua teoria della relatività e da Planck con la meccanica quantistica.
Due teorie che sembrano diverse e contraddittorie ma le cui equazioni si rivelano vere entrambe, tanto da lasciare aperta la grande sfida alla loro comprensione ancora oggi.
L’immagine della Terra che si muove grazie alla curvatura dello spazio come una pallina in un imbuto, l’invecchiamento a due velocità a seconda del punto dello spazio in cui ci troviamo e la triste fine delle stelle che implodono creando i buchi neri non si cancelleranno facilmente dalla mia povera testa, ma quello che di questo libro mi è rimasto a livello profondo è la teoria di Heisemberg. Credo di aver capito che un elettrone si palesa solo se entra in contatto con qualcos’altro, e lo fa con salti quantici irregolari, cosa che sembrerebbe inconciliabile con la necessità di schemi rigidi che ha la ricerca scientifica. Il Caso e la probabilità irrompono nella Scienza. “E’ come se Dio non avesse disegnato la realtà con una linea pesante, ma si fosse limitato a un tratteggio lieve.”, dice Rovelli, che in questo testo riesce a essere scientifico e poetico nello stesso tempo.
Questo mi fa pensare che nessuno di noi esiste veramente se non entra in contatto con gli altri; nemmeno noi, come l’elettrone solitario, possiamo palesarci se non siamo “visti” dagli altri. Il Caso fa incontrare le cariche elettromagnetiche che ci portiamo addosso, e a volte sono davvero scintille: d’attrazione o di repulsione, a volte cariche di stesso segno che rimangono neutrali e indifferenti. Una teoria di strettissima attualità nella mia vita e nel mio ultimo libro, dove è evidente l’interconnessione tra gli esseri umani e il ruolo che il caso ha nella loro storia.
Ho comprato “Sette lezioni di fisica” all’Esselunga, insieme allo yogurt di soia e a “Non è stagione” di Manzini, che è decisamente più nelle mie corde; neanch’io sapevo perché mi ero lasciata attrarre dal primo, che nulla apparentemente ha a che vedere con i miei interessi.
Una prova in più che non sei tu a scegliere i libri, ma sono loro che ti cercano.

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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    07 Marzo, 2015
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Sette brevi lezioni di fisica

Con modi garbati ed esposizione brillante intessuta di citazioni soprattutto shakespeariane, l’autore – fisico di una certa fama che lavora, ovviamente, all’estero – riassume i progressi avvenuti nel suo campo d’azione durante il Novecento: si tratta di salti in avanti di tale portata che hanno smontato la visione dell’esistente che dominava alla fine del diciannovesimo secolo per costruirne una completamente nuova. Le prime sei lezioni prima analizzano le teorie fondamentali – la relatività, la meccanica quantistica – e poi ne descrivono le conseguenze sul modo di pensare l’estremamente grande (ovvero l’universo) e l’infinitamente piccolo (la struttura ultima della materia). Le spiegazioni dell’autore si sforzano di essere semplici perché vogliono solo dare un’idea generale evitando le implicazioni, ma non sono comunque semplicistiche, così che alcuni paragrafi vanno letti con attenzione (o, nel caso, riletti) per non perdere il filo del ragionamento e riuscire a seguirne anche i passaggi successivi che, spesso, consentono di coglierne il senso complessivo. Così il libro sì rivolge sì ai principianti assoluti, ma è necessario che il lettore abbia voglia di fare lo sforzo indispensabile per entrare nella dimensione mentale di una materia comunque complessa che, inevitabilmente, va a toccare argomenti ai limiti dell’astrazione e che si avvicinano a quesiti su ciò che esiste di ispirazione metafisica. La ricerca si è spinta molto in là e, anche se le teorie attuali dovessero essere quelle definitive, sono ancora molti gli aspetti da portare alla luce: questo continuo desiderio di sapere è posto in evidenza dall’ultima, bellissima lezione che dimostra come la conoscenza può far progredire l’umanità e trovare un senso davvero solo quando la scienza si combina all’umanesimo. Si tratta di un percorso continuo che ha portato dalle scimmie ai quanti e che conclude il libro dandogli un senso di completezza che va bel al dilà del brillante bigino di fisica contemporanea.

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