Dettagli Recensione
La filosofia e la fisica quantistica sono sorelle
Quando Rovelli divenne famoso con il suo "sette brevi lezioni di fisica" lessi il suo libretto trovandolo interessante ma meno fantasmagorico di come la stampa, e gran parte del pubblico, lo descrivesse.
Sono una persona a cui piace la scienza, la matematica ed in particolare la fisica con la sua storia fatta di scoperte eccezionali da parte di uomini altrettanto eccezionali e per questo motivo Helgoland sembrava un libro perfetto.
Il racconto della nascita della fisica quantistica, di come un giovane fisico di nome Heisenberg (famoso al grande pubblico più che altro per essere il soprannome del protagonista di Breaking Bad) abbia dato il là a tutta una serie di scoperte successive, che poi sono state la base della fisica moderna, che ancora adesso stupiscono per la loro completezza.
Dicevo, il libro si presenta come il racconto della storia di questi fatti ma pressochè dopo un terzo vira sulla filosofia che c'è dietro alla scienza e soprattutto su come i fisici, i filosofi e le persone tutte debbano riflettere alla connessione tra la realtà e la scienza la quale cerca di spiegarla attraverso appunto la fisica. A questo punto il mio interesse è scemato molto velocemente e la lettura si è convertita in un non facile testo di filosofia basica rovelliana con citazioni di filosofi moderni e meno moderni che hanno in qualche modo preconizzato la fisica quantistica nelle loro opere pensose.
Purtroppo questa parte non è nelle mie corde e ho finito il libro con qualche difficoltà, soprattuto con poco piacere.
Sicuramente chi ha più interesse di me nella materia e che è magari più affascinato dalle relazioni tra scienza e filosofia lo troverà sicuramente un'opera di sicuro interesse e molto ben fatta.