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Invito alla meraviglia
 
Invito alla meraviglia 2021-01-22 11:29:11 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    22 Gennaio, 2021
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Scienza e letteratura

«A partire dallo studio empirico di Aristotele sulla biologia marina della laguna di Pirra sull’isola di Lesbo intorno al 344 a. C., per giungere fino a noi attraverso Banks, Faradey, Tyndall, Gauss, Cajal, Einstein, Heisenberg, la tradizione letteraria scientifica è vasta, ricca e plurilinguistica.
[…] È una letteratura che dovrebbe appartenere a tutti, non solo a chi esercita una professione scientifica.»

Da sempre McEwan è noto per la sua predilezione alle scienze, passione che sovente ha riportato anche nei suoi stessi romanzi e nelle più variegate forme. Con la letteratura, ci ricorda lo scrittore, il contatto è diretto sin dalla prima frase perché da questa percepiamo una presenza, percepiamo le qualità di una determinata mente, cogliamo i frutti del lavoro che c’è dietro e delle riflessioni che hanno anteceduto l’opera del narratore. Con la scienza le cose cambiano, la prospettiva muta. Perché la scienza si pone domande diverse e cerca risposte diverse.

«Perché in segno di affetto i gatti inarcano la schiena? Un’emozione, sostiene, è uno stato fisiologico, l’espressione diretta di un cambiamento fisiologico. Nel cercare una risposta a queste domande, Darwin si concede numerose piacevoli digressioni e osservazioni. […] Dietro questa profusione di dettagli ci sono domande più basilari. Impariamo a sorridere quando siamo felici, oppure il sorriso è innato? In altre parole, le espressioni sono universali in tutte le culture e le razze, oppure sono culturalmente specifiche?»

Cinque i saggi contenuti in “Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza”, mediante i quali McEwan riesce nel suo intento di dimostrare ai suoi lettori quanto in questa non sia insito soltanto sacrificio e fallimento, ispirazione e obiettivi quanto anche una falsa distanza con il mondo circostante. È infatti attraverso un excursus nelle vite degli scienziati che questo coglie l’emozione della scoperta e dimostra a chi legge che non c’è lontananza tra scienza e letteratura, tra scienza e umanità, tra scienza e quotidianità. E se da un lato siamo affascinati da Charles Darwin e i suoi viaggi, dall’altro siamo intrigati dalle teorie sull’origine della specie. E se da un lato incontriamo Darwin, dall’altro non manca all’appello Einstein con la sua teoria della relatività. Cinque saggi per cinque voci che hanno fatto parte della nostra storia e del nostro presente.
A ciò si somma una analisi sulla narrazione, sulle tecniche narrative, sugli stili letterari e sul come la parola muti in funzione del mutare del tempo e dello spazio che la circonda.

«Joyce e Virginia Woolf hanno trovato nuovi mezzi per rappresentare il flusso di coscienza, mezzi che oggi sono comunemente usati, persino nei libri per l’infanzia.»

Non mancano, infine, spunti di riflessione sulla religione, sulla laicità, sulla salvezza e l’apocalisse e l’io. L’essere, l’individualità, la rappresentazione del sé, la relazione con l’altro.
Un titolo di appena 113 pagine che non manca di solleticare le corde del lettore e di invitarlo ad aprire gli occhi su quelle meraviglie che ci circondano e che fanno parte della nostra vita anche quando non ce ne rendiamo conto.
Per amanti dei saggi e non solo.

«Come ormai dovrebbe essere chiaro, io penso che l’esercizio dell’immaginazione e dell’ingegnosità espresso nella letteratura confermi la visione di Darwin. Non sarebbe possibile leggere e apprezzare la letteratura di un tempo per noi remoto, o di una cultura profondamente diversa dalla nostra, se non condividessimo con lo scrittore un terreno emotivo comune, un vasto serbatoio di presupposti. Un’edizione annotata che chiarisca alcune circostanze storiche o peculiarità linguistiche o usanze locali è sempre utile, ma non è mai indispensabile alla lettura. Quel che tutti abbiamo in comune è a suo modo altrettanto straordinario delle nostre esotiche differenze.»

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