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Quanti, filosofia e attualità
«Ma questa è la scienza: un’esplosione di nuovi modi per pensare il mondo. È la capacità che abbiamo di rimettere costantemente in discussione i nostri concetti. È la forza visionaria di un pensiero ribelle e critico capace di modificare le sue stesse basi concettuali, capace di ridisegnare il mondo da zero.»
Ancora una volta Carlo Rovelli torna in libreria con un titolo capace di affascinare e catturare l’attenzione del lettore e dell’appassionato di scienza. Questa volta è di meccanica quantistica ciò di cui ci parla in questo saggio e tutto, per questo motivo, parte dalle ricerche sui “quanti”, e cioè quei valori minimi, finiti e indivisibili in una grandezza fisica in ambito di struttura dell’atomo. E chissà che questi davvero non riescano a dare una risposta al comportamento di tutto, al tutto nella sua semplicità. Siamo a Helgoland, sperduta isola del mare del Nord, quando il fisico Werner Heisenberg, in quel del 1925, comincia a teorizzare la sua teoria in merito. È da qui che riparte Rovelli ovvero dalle radici, dalle origini che hanno visto protagonisti i “quanti”. Il saggio, dunque, in tutta la sua prima parte si concentra sul concetto di elettroni, sulle onde, la cd “sovrapposizione quantistica” e chi più ne ha più ne metta sino a giungere alla conclusione che le cose nel loro essere non sono uniche e irrevocabili quanto il risultato di più influenze tra loro determinanti. Nelle sezioni successive seguono approfondimenti e analisi filosofiche, storiche e letterarie che conducono all’ultima parte ove Rovelli si interroga sulla nostra realtà attuale e su quelle interazioni che caratterizzano il nostro mondo, la nostra quotidianità e i suoi collegamenti impliciti ed espliciti con la filosofia occidentale.
Anche quest’ultima fatica dello studioso è dunque appagante ed esaustiva per il curioso conoscitore ma rispetto ai precedenti lavori rappresenta qualche maggiore difficoltà di lettura e richiede da un lato l’alternarsi con altri titoli per assaporarne gli aspetti a piccole dosi, riflettervi e farli veramente propri e al contempo di porre in essere anche approfondimenti personali in quanto alcuni caratteri, definizioni o principi vengono dati per scontati un po’ come se lo scritto fosse destinato sì ai non addetti ai lavori ma pensato, nel concreto, per questi ultimi. In ogni caso un elaborato corposo, soddisfacente, esauriente e con cui contentare le proprie curiosità e meditare su nozioni anche sconosciute.
Vi lascio con l’avvertimento di Rovelli stesso.
«L’abisso di quello che non sappiamo è sempre magnetico e vertiginoso. Ma prendere sul serio la meccanica quantistica, riflettere sulle sue implicazioni, è un’esperienza quasi psichedelica: ci chiede di rinunciare, in un modo o nell’altro, a qualcosa di quanto ci sembrava solido e inattaccabile nella nostra comprensione del mondo. Ci chiede di accettare che la realtà sia profondamente diversa da quanto immaginavamo. Di tuffare lo sguardo in quell’abisso, senza temere di sprofondare nell’insondabile.»
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Non sono un esperto di divulgazioni scientifiche. Un tipo di letture che potrei decidere di approfondire.
Negli anni del liceo ricordo di aver letto "Sei pezzi facili" di Richard Fenyman, uno dei fisici più celebri del novecento che, oltre ad essere stato un genio, è ricordato per un senso dell'umorismo fuori dal comune. Davvero un grande personaggio, molto divertente. Amava definirsi "Fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie, suonatore di bongo".
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