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E = mc2
Come ha avuto origine l’universo? Quando è cominciato il tempo e perché? Quali sono stati gli stadi più significativi che hanno permesso alle nostre conoscenze scientifiche di raggiungere gli odierni traguardi? Queste sono soltanto alcune delle domande sulle quali Stephen W. Hawking si interroga e ci interroga.
Il suo non è il classico elaborato a cui siamo educati, un componimento cioè che rischia di cadere nella competenza esclusiva di chi è professionista della materia, è al contrario un testo adatto a tutti. Questa è senza dubbio la prima considerazione che mi sento di fare in merito a questo scritto in quanto sovente mi è capitato di trovarmi dinanzi a volumi che venivano proposti come tali quando di fatto non lo erano. Nello specifico lo studioso si cala nei panni del “non addetto ai lavori” e spiega con chiarezza ogni concetto, senza niente tralasciare al caso, senza dare per scontato alcun che.
Altro aspetto che colpisce sin dalle prime pagine è la pluralità degli elementi trattati in quanto lo scrupoloso ricercatore ci proietta nel suo mondo partendo dalle basi ovvero dalle teorie di Aristotele, Tolomeo, Keplero, Galileo, Newton, Eintestein, Poincaré, Hubble per poi passare a Dio, alle galassie, alle teorie relative all’espansione o meno dell’universo, al principio di indeterminazione ed infine entrare maggiormente nello specifico analizzando le particelle, i buchi neri, il tempo (che resta comunque un argomento costante per tutto lo scritto) e molto altro ancora. Il passaggio avviene comunque in modo graduale e consente al lettore di “crescere” con il componimento.
Altrettanto interessante è l’aspetto più personale ovvero quello relativo allo scrittore; questo romanzo ci permette infatti di entrare nella sua mente, di comprenderne l’operare e di valutare le possibili ultime frontiere della fisica, dell’astronomia, della quantistica, del coraggio. Si perché anche di quest’ultimo si parla in esso. Hawking non ha inoltre timore di confrontarsi con la sacralità, con Dio e ad ha un approccio ben diverso rispetto a quello della maggior parte degli scienziati attuali. Non è un argomento che nega con forza, lo valuta, ne è incuriosito.
La pecca che ho riscontrato è nella traduzione alle volte un po’ superficiale e non stilisticamente curata (indiscriminato l’uso del “Pare che”) ed il fatto che da come questa è stata strutturata durante la lettura sovente viene da chiedersi se si sta leggendo l’ultima versione o una ristampa degli anni ’80. Resta comunque un buon romanzo, adatto a chi ha sete di sapere.
Commenti
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Mettendo a paragone le due opere ho personalmente trovato più difficoltosa la lettura dell'opera di Margherita Hack in quanto questa parte subito da dentro la materia con tecnicismi non indifferenti tanto che seguirla senza le basi si rende immediatamente complesso (per non parlare di quando affronta i temi pregnanti del saggio); viceversa Hawking parte per gradi, dalle basi e poi si spinge oltre quindi, nella prima parte la sensazione è quella di fare un ripasso "scolastico" delle proprie vecchie conscenze e nella seconda vi è il salto "di qualità".
Ovviamente entrambe i libri sono apprezzabili e piacevoli, ho fatto questo paragone semplicemente per spiegarti perché quello di quest'ultimo mi è sembrato più adatto ai non addetti ai lavori quali io sono.
Grazie di aver letto la mia opinione e di averla commentata.
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Ferruccio