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L'anello di Re Salomone
 
L'anello di Re Salomone 2011-12-27 14:20:10 Nadiezda
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuti 
 
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Piacevolezza 
 
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    27 Dicembre, 2011
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Un fondatore dell'etologia

Questo libro mi era stato consigliato da una professoressa di matematica ancora alle medie, ma finito di leggerlo non ero riuscita a coglierne il vero significato.
Ora dopo diversi anni sono riuscita ad apprezzare la bellezza e la dolcezza di questo libro ed il modo in cui l’autore è riuscito a narrare i comportamenti degli animali da lui studiati.

Sicuramente il titolo prende spunto da un’antica leggenda secondo la quale il re Salomone, attraverso un portentoso anello aveva la capacità di parlare e capire gli animali.

La cosa che mi ha più colpito è il modo in cui l’autore ha voluto iniziare il libro cioè raccontando gli aspetti negativi nella convivenza tra uomo ed animale ed è riuscito anche a farmi ridere su alcune marachelle che gli sono capitate.
L’autore ed anche scienziato ha preferito interagire con i volatili.

Una delle prime vicende narrate si tratta di Cioc, la taccola che si era insediata sul suo tetto.
Successivamente viene narrata la storia dell’oca Martina la quale pensa che la sua vera mamma sia Lorenz.

In questo libro inoltre vengono svelati aspetti tanto stupidi da parte nostra verso gli animali ed altrettanto nobili da parte degli animali verso di noi.

Sicuramente si tratta di un libro adatto a tutti perché ha uno stile tutto suo, contiene un “minestrone” di conoscenza e di comicità con uno stile semplice e pieno di ironia.

Viene narrato sottoforma di diario nel quale il bravo scienziato è riuscito a scrivere un testo vivace ed ironico sulle disavventure che gli sono capitate in anni ed anni di studio degli animali.
Lo stesso Lorenz si compiace di non essere ancora stato rinchiuso in un manicomio per via dei suoi comportamenti bizzarri verso gli animali, soprattutto quando dei suoi compaesani lo videro nel suo giardino di casa intento a tracciare e ripetendo in continuazione “qua – qua”

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