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E che, sei wonder woman???
“Aiuto! Sono diventata mamma!” di Loredana Ronco è un saggio umoristico, ma anche non, che si colloca nel filone di quei simpatici e scanzonati manuali di sopravvivenza che vengono scritti sugli argomenti più disparati.
Nello specifico Loredana – e il doppio punto esclamativo del titolo la dice lunga sull’intonazione delle sue riflessioni – si occupa di confortare quelle mamme che, lungi dal mistificare il loro ruolo e le loro capacità di essere all’altezza delle situazioni, come lei si trovano a barcamenarsi tra notti insonni, fatiche fisiche e difficoltà pratiche dopo il lieto evento.
Anche il sottotitolo (“Tutto quello che le donne non dicono sulla maternità!”) è un chiaro proclama d’intenti: negandolo, l’autrice racconta tappe e passaggi di un percorso che si snoda dalla decisione di procreare. Lo stick che si colora di rosa, i mesi della gravidanza tra nausee e timori, il momento cruciale (“Non temete, non vi terrorizzerò con racconti terrificanti sul dolore o su strane manovre…”) e ciò che ne consegue: allattamenti a ore improbabili, notti in bianco, nuove incombenze, nuovo modo di rapportarsi al partner, vacanze adattate alla nuova presenza…
Nel prologo l’autrice dichiara che il suo saggio è naturalmente destinato a due categorie di lettori, anzi lettrici:
“1) Avete appena fatto un test di gravidanza…
2) Siete già diventata mamma e avete un disperato bisogno di non sentirvi l’unica donna che…”,
pur tuttavia non esclude un possibile, marginale interesse maschile: “Già, tu che stai leggendo potresti appartenere a quello zero virgola qualcosa percento di lettori che appartiene all’universo maschile.”
E proprio dei maschi, la paladina dell’ideale crociata contro le mamme “wonder woman” (mai stanche e sempre perfette nell’aspetto) delinea alcune caratteristiche comuni (“Si agitano per un nulla molto più di noi e la nostra volubilità li manda letteralmente ko”) e traccia la distinzione tra:
- collaborativi
- bambinoni
- fancazzisti
- romantici
- carrieristi
Tra un passaggio umoristico e il tentativo di ripristinare un minimo di serietà per rispettare l’obiettivo dichiarato (“far sentire ‘normali’ tutte le donne che si sentono frustrate e a volte un po’ ‘strette’ nel ruolo di mamma”), non mancano i momenti ispirati dalla consapevolezza di un ruolo e dalla forza di un amore orientato verso la vita che è appena sbocciata.
La lettura veloce e leggera (il testo conta poco più di cento pagine) suggerisce che il testo può ben rappresentare un’occasione per un regalo simpatico da indirizzare a gestanti, primipare, puerpere… o – contravvenendo alle aspettative dell’autrice – ai loro palpitanti partner!
Bruno Elpis
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Io a distanza di un anno cerco ancora di organizzarmi :(... Mi sa che me lo autoregalo...
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