Ritratto di donna in cremisi Ritratto di donna in cremisi

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ALI77 Opinione inserita da ALI77    03 Agosto, 2018
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UNA STORIA D'AMORE A META'

Ritratto di donna in cremisi, è un libro che avevo nella mia libreria già da un po’, lo avevo acquistato perché mi affascinava leggere una storia ambientata alla fine del 1800 però scritta da un’autrice contemporanea.
In primis il titolo non centra nulla con quello originale che possiamo tradurre come accordo/patto, ho apprezzato di più la copertina che sicuramente colpisce il lettore.
Questo romanzo mi ha ricordato vagamente il sapore di un classico anche se l’autrice non ha saputo valorizzare le potenzialità dei personaggi e della storia.
L’attenzione è puntata più sulla storia d’amore che sul contorno della società dell’epoca o dei conflitti sociali e politici che c’erano a quel tempo. L’unica eccezione sta nel fatto che viene trattato il tema della inferiorità della donna, di quanto la sua opinione non conti nulla e che quello che pensa non sia rilevante.
Il personaggio di Beatrice, la protagonista, credo sia il più riuscito.
E’ una ragazza caparbia, forte, che non bada alle convenzioni dell’epoca e nella prima parte è sicuramente una persona libera dai pregiudizi della società del tempo. Poi non manca mai di esprimere la sua opinione anche andando contro quella degli uomini, è sicuramente molto coraggiosa e tenace ma poi per una serie di eventi, anche lei si dovrà adattare a quello che gli altri hanno deciso sia meglio per lei.
Seth, che è il co-protagonista maschile, non mi ha convinto molto e nel corso della storia non ho apprezzato alcune sue scelte.
I due ragazzi si incontrano e si innamorano ma nella loro relazione ci sono molti ostacoli da superare, un elemento importante è sicuramente il fatto che Beatrice sia promessa ad un conte, ma credo che sia lo stesso Seth che ci abbia messo del suo per complicare la situazione.
L’uomo non ha mai creduto in Beatrice, nei suoi sentimenti e credo che questo all’inizio possa essere accettabile ma a lungo andare sia una scelta sbagliata, se la ama veramente doveva avere più fiducia in lei e nei suoi sentimenti.
Anche per questa indecisione del protagonista la storia, a mio avviso, è troppo lunga e questo continuo tira e molla non mi hanno entusiasmato. L’ho trovato eccessivo.
Un libro che non mi ha convinta del tutto e che non mi conquistata, la prima metà del romanzo è molto interessante e invoglia il lettore a proseguire mentre la seconda parte è stata una delusione.
Una storia d’amore a metà che non riesce a trovare il suo spazio, che richiama solo in parte i classici vittoriani dove l’amore era sofferto, ingarbugliato, complicato ma pur sempre realista e coinvolgente.
Peccato per me questa lettura non mi ha entusiasmato.

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lapis Opinione inserita da lapis    15 Aprile, 2016
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Il copyright resta inglese

Come quelle torte dalla ricetta segreta, che tanti provano a imitare, magari cercando di attualizzarle al gusto moderno, così in molti hanno provato a riprodurre quella miscela magica di romanticismo e senso di attesa di cui Jane Austen detiene il copyright. E in “Ritratto di donna in cremisi” certo riconosciamo il gusto di alcuni ingredienti che compongono la famosa ricetta da cui ha preso ispirazione.

Innanzitutto le atmosfere, raccontate attraverso i piccoli eventi che caratterizzano la vita elegante dell’aristocrazia di fine Ottocento. Il ghiaccio e il freddo della Svezia sostituiscono la campagna inglese ma ritroviamo i balli, gli abiti ricchi di sete e merletti, i pic-nic e i ricevimenti, teatro di scambi di battute vivaci, malintesi e baci rubati (vedi alla voce modernizzazione).
Poi i protagonisti, ben caratterizzati e lontani dagli stereotipi della perfezione. Beatrice è una diciottenne lentigginosa, dai rossi capelli ribelli e dall’intelligenza vivace. Rimasta orfana, viene accolta nella casa degli zii, un ambiente chiuso e retrogrado in cui la sua autonomia di pensiero e la sua ribelle indipendenza sono mal visti e continuamente sottoposti a punizione. Seth è un giovane dall’aspetto austero, un arrampicatore sociale senza scrupoli e dalla dubbia moralità, testardo e orgoglioso.
L’amore sboccia in poche pagine ma Beatrice è costretta ben presto a rinunciarvi. In nome dell’imposizione familiare, che la vuole sposata al ripugnante e perverso conte di Rosenschiold per le proprie trame di potere. In nome di una minaccia, che la costringe a un triste destino per proteggere l’adorata e remissiva cugina Sofia. Le pagine si infittiscono così di equivoci, incomprensioni e inganni orditi da finti amici e perfidi familiari e al lettore non rimane che lasciarsi trasportare dalla scorrevole narrazione per scoprire se l’amore, negato e celato, riuscirà infine a superare difficoltà e dolori.

Ciò che però caratterizza le storie austeniane è la raffinata e sobria lievità delle vicende, delle atmosfere e dello stile: i sentimenti sono solo accennati e lasciati all’immaginazione, come un soffio che permea tra le righe. Non c’è violenza, non c’è passione, non c’è crudeltà. Simona Ahrnstedt non ha invece la stessa grazia e delicatezza: calca la mano sulle situazioni, delinea sentimenti forti, eventi drammatici e sofferenze a tratti crude. Alle parole manca forse un po’ di ironia. Ad alcuni personaggi mancano sfumature, soprattutto ai cattivi, che risultano monoliticamente perversi e malvagi.

Ma cosa è giusto chiedere a un romanzo rosa? Coinvolgimento, sentimento, evasione. E in questo il romanzo risponde di certo alle aspettative: ti trascina nel vortice di questo amore contrastato facendoti sognare per qualche ora ed impedendoti di staccare gli occhi dal romanzo fino all’ultima pagina. E allora, ben venga anche questa Jane Austen svedese e moderna.

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Belmi Opinione inserita da Belmi    04 Febbraio, 2016
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La Austen svedese?

Da amante di Jane Austen, venire a conoscenza che “la nuova Austen” è svedese, ha subito acceso il mio interesse.

Simona Ahrnstedt inizia il suo racconto con qualcosa che turba il lettore, ovvero con un piccolo prologo che annuncia: "Aveva una vergine da vendere"; non si sa chi sia la vergine, ne tantomeno chi sia il "venditore" ancora meno "l’acquirente".

Ma voltata pagina ci ritroviamo subito catapultati in Svezia, nel 1880, al Teatro dell'Opera, e dimenticandoci della piccola premessa ci godiamo la conoscenza dei nostri protagonisti. Lei è Beatrice Lowenstrom, giovane ragazza dai capelli rossi, orfana e per questo affidata alle cure del borghese zio, con l'unico conforto, nella sua vita, della presenza della cugina. Lui è il norvegese Seth Hammerstaal, ribelle, ricco, opportunista e inaffidabile. Subito fra i due scatta qualcosa che però può poco contro i progetti che lo zio ha per la fanciulla.

"Il ritratto di donna in cremisi" è un romanzo storico che più che parlare del periodo storico nel dettaglio, punta molto sui personaggi, o almeno sui protagonisti e sui loro sentimenti e caratteri e sui pensieri della società.

Beatrice è una ragazza fuori luogo per il suo tempo, è assetata di cultura, legge libri e giornali ma è costretta a farlo di nascosto, perché per una donna del tempo, l'unica cosa importante è compiacere la famiglia e poi il marito e il fatto di essere anche orfana e con un padre che l'ha istruita rendono la cosa ancora più difficile. Una donna che ha assaporato la cultura non può da un giorno a un altro restarne digiuna, ma non è quello che pensa lo zio e soprattutto la società, una società in cui anche le donne approvano, che il loro unico scopo è quello di non sapere e di far decidere agli altri il loro futuro.
Solo un ribelle come Seth poteva trovare queste caratteristiche di Beatrice invece allettanti. La sua sagacia, la sua ironia e la sua intelligenza sono per lui elementi che la distinguono da quella massa di donne tutte uguali.

Ovviamente il destino per loro ha in serbo molto cose, e la Ahrnstedt ci mette “un bel carico” di emozioni, senza tralasciare niente. Un romanzo storico più adatto a un pubblico femminile e soprattutto alle amanti degli amori impossibili e che non perdono la speranza anche perché qui c'è solo da sperare...

Una Svezia bigotta, fredda, calcolatrice e che non rispetta la concezione della donna, anche se, in primis è la donna che non ne vuole sapere..renderanno questo romanzo sorprendente. Passione, incomprensione, vendetta, riscatto e ingiustizia sono gli ingrediente giusti che mescolati ben ben hanno creato un romanzo imperdibile per le appassionate del genere.

Ritornando all'inizio...voglio ricordare che un diamante non è uno swarovski..possono brillare entrambi ma la luce e la consistenza non si possono neanche avvicinare..con questo voglio dire che la Ahrnstedt è brava, molto brava ma che il suo romanzo e la sua scrittura arrivano ora, quando hanno potuto imparare molto dal passato, un passato in cui un diamante come la Austen è riuscita a brillare non di luce riflessa ma di propria.

Buona lettura!!

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Lemonade, I giorni del tè e delle rose
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Queen D Opinione inserita da Queen D    06 Febbraio, 2014
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La Svezia incontra il gusto vittoriano

Ho un vero debole per le donzelle dai capelli rossi e ultimamente sto sviluppando una seria mania nei confronti dei paesi freddi della Scandinavia, quindi è con uno spirito decisamente curioso che mi sono avvicinata alla lettura di questo libro.
Il romanzo inizia con un prologo che in apparenza potrebbe sembrare convenzionale e semplicemente introduttivo, invece è crudo e incisivo, per cui le parole iniziali diventeranno il fulcro intorno a cui si svilupperà tutta la trama e la scoperta dell’identità del narratore diventerà di vitale importanza.
Siamo in Svezia, fine del 1800, la nostra lei è Beatrice Löwenström e il nostro lui Seth Hammerstaal e il luogo galeotto, l’Opera della capitale. Lei, orfana, allevata dagli zii crudeli e spietati, è una ragazza vivace, esplosiva e piena di vita, assolutamente degna della sua chioma straordinariamente fulva; lui, ricchissimo borghese norvegese, è cupo, cinico e in apparenza superficiale. La scintilla fra loro scocca potente alla prima occhiata e la passione sembra divampare in occasione dei loro futuri incontri. Mentre per la cugina Sofia e il suo innamorato Johan tutto sembra andare per il verso giusto, Beatrice ben presto saprà di non poter condividere lo stesso felice destino della cugina: lo zio ha in serbo un malvagio ricatto che la costringerà ad allontanare Seth e a sposare, contro la sua volontà, un viscido, perverso e violento conte. E’ in questo momento che la trama, finora abbastanza lineare, si ingarbuglierà in un groviglio di malintesi, fraintendimenti e incomprensioni, sfociando nella commedia degli equivoci tanto cara alla Austen. Più che commedia però io trovo che qui sia più una tragedia: tutte le vicende successive saranno esasperate, tese e talmente amare da digerire che non credo si possano paragonare alla delicatezza e all’eleganza della Austen. Con questo non voglio dire che questo romanzo sia volgare o scortese, ma lo stile e alcuni temi trattati non rispecchiano l’autrice inglese. Quindi se vi aspettate dei protagonisti sì in difficoltà, ma immuni alla sofferenza più truce, rimarrete delusi.
Al contrario Beatrice dovrà attraversare tutti gli strati del dolore, da quello psicologico a quello fisico, e solo l’amicizia e la verve di Vivienne de Beaumarchais, spumeggiante dama francese, la riporteranno indietro dall’abisso in cui era caduta. Nonostante la sua rinascita, gli equivoci continueranno e il tormento, sia suo che di Seth, non sembra dare segni di voler terminare. Ci sarà un happy ending? Lascio a voi l’onore di scoprirlo.
La sezione che mi è piaciuta maggiormente del libro è stata quella centrale, in quanto l’inizio mi è sembrato un po’ troppo ordinario e la fine un po’ forzata; in secondo luogo le difficoltà descritte in questa parte fanno brillare la protagonista che, se da principio ha rivestito i panni della martire, più in là svela un bel carattere deciso e focoso, molto più degno di lei.
I personaggi cosiddetti “buoni” mi sono piaciuti, soprattutto l’affascinante Vivienne e ovviamente la protagonista, ma sono quelli “cattivi” che hanno suscitato in me i sentimenti più forti: sono assolutamente meschini, folli e distorti. Avrei voluto introdurmi nella storia solo per poter avere l’occasione di strozzarli.
Invece ho particolarmente apprezzato le ambientazioni, sicuramente meno convenzionali rispetto alla solita Londra vittoriana o alla lussuosa Parigi, quindi più originali: merito della nazionalità dell’autrice è infatti la descrizione di un’affascinante Stoccolma, Göteborg, delle adorabili tenute di campagna dei nobili locali e dei castelli immersi nei ghiacci.
Un consiglio: se vi accostate al libro con l’idea di un romanzo alla Jane Austen in salsa svedese non potrete godere appieno della storia, perché inevitabilmente vi ritroverete e a fare dei paragoni inutili; al contrario prendetelo come un bel racconto, di innegabile matrice vittoriana, ma con tocchi disciplinati verso un gusto più moderno.

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betti Opinione inserita da betti    05 Giugno, 2013
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LA TENACIA DI UNA DONNA DEL 1880

Se cercate un libro che vi faccia sentire lo stomaco leggero, il cuore palpitante e che continuamente finisce in gola affannandovi il respiro, facendovi restare in apnea pagina dopo pagina …. questo è il libro giusto per voi!

La storia d’amore tra Seth e Bea è meravigliosa quanto straziante. I due protagonisti si incontrano a teatro e da subito i loro sguardi si intrecciano per non lasciarsi più.

Beatrice Lowenstrom non è una ragazza frivola e senza intelligenza come la società di allora esige. La sua mania di sapere che colma leggendo libri e giornali anche proibiti non si confà per una dama che deve essere accondiscendente al volere del mondo maschile, soprattutto del conte Rosenschiold che la prende in moglie grazie ad un accordo preso con lo zio. Nessuno si chiede però cosa in verità vuole Beatrice. L’attrazione che prova per il bel carismatico Seth, scapolo inaffidabile che non ha mai vissuto secondo le regole non riuscirà a toglierla da quel tranello che lo zio ha creato per lei. Le intimidazioni, le violenze e i soprusi riescono a far piegare Beatrice al suo volere, facendosi odiare dal suo amore Seth.

Tra balli, baci rubati, parole non dette, pianti, recriminazioni questa avvincente storia riesce ad appassionarmi tanto da farmi riflettere che ancora oggi Beatrice, con la sua intelligenza, potrebbe trovare un altro Rosenschiold o addirittura lo zio… anche se siamo nel XXI secolo.

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Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    03 Giugno, 2013
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Preso con leggerezza, letto con attenzione

Ho letto la trama, ho visto la copertina, mi sono sfregata ben bene le mani e mi sono detta: “Sarai mio! Tu sei un Harmonione formato gigante, per giunta storico, e ambientato nel Freddo Nord!”.
Insomma, non si fosse capito, volevo una lettura frivola, leggera, con protagonisti bellissimi, preferibilmente ricchi, ricoperti di abiti e gioielli costosi e che andassero, magari, a un sacco di feste con ampi e lussuosi abiti lunghi.
Dopo una lettura impegnativa, volevo qualcosa di leggero come una piuma e piacevole come una tazza di cioccolato caldo in inverno: logica richiesta per una donna, no?!
E invece no!
Il romanzo fa finta di essere frivolone e svolazzante, e invece nasconde la denuncia sociale.
Questo non me lo dovevano proprio fare, non in quel momento!
Una ha già le sue preoccupazioni, e mo´ si deve pure fare carico della triste condizione sociale delle donne di fine Ottocento? Di come dovessero sposarsi a chi gli pareva alle care famiglie loro? Di come nessuno si curasse di quello che accadeva all´interno delle mura domestiche? Di quanto fossero indifese davanti alla legge, salvo interventi eccezionali??

Eppure mi è piaciuto davvero.
Si tratta di un bel romazo rosa, a tinte fosche in alcuni punti, con un paio di picchi di dramma, un bel colpo di scena ad un certo punto, qualche momento leggermente scottante, varie sorprese qua e là, un salto in Francia, una scrittura fluida, accattivante e piacevole, e una bella caratterizzazione dei vari personaggi.
Insomma, la mia risposta è: “Sì al DrammHarmonione”!
Donne, leggetelo con fiducia!

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piccicuia Opinione inserita da piccicuia    07 Mag, 2013
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IN UNA MELA SI PUò TROVARE DI TUTTO!

Partendo dal presupposto che il titolo che ho dato lo può capire solo chi lo legge! (Quindi, leggetelo)

Questa è una storia complicata! Fatta di intrighi, tradimenti, speranze, situazioni crudeli, feste mondane e tanto, tanto dolore...
Ho pianto innumerevoli volte immaginando la protagonista di questa vicenda. Tanto che ad un certo punto, non riuscivo ad andare avanti con le pagine.. e mi ha invogliata solo il fatto di rivedere Seth e Bea insieme. Perchè prima o poi si sarebbero dovuti rincontrare, no?
Ecco, un'altra protagonista in cui mi sono immedesimata, seppur le nostre sono due storie completamente diverse (Ringraziando sempre Iddio).

Bea è la cugina orfana che vive sulle spalle dello zio crudele. Bea è tutto fuorché una donna che si lascia mettere i piedi in testa da qualcuno. Così lo zio non ci pensa due volte per venderla a un conte di sessant'anni, che oltre che vecchio è anche molto sadico!
Bea però è innamorata di un giovane borghese molto ricco, di nome Seth. *____*

«Non dovreste tenermi per mano, potrebbe vederci chiunque», mormorò cercando di ritirare la propria. «E non avete neanche i guanti. Siate gentile, lasciatemi.»
«Ma io non sono gentile», replicò Seth a bassa voce.

Come potete vedere, Seth ricambia il sentimento di lei. Ma succedono talmente tanti imprevisti, che la situazione dei due si fa sempre più desolante e morbosa.
Approfitteranno di ogni festa dell'alta società. Saranno molti i momenti rubati tra loro. Per non parlare poi delle loro continue lotte per accaparrarsi il titolo di onestà.
Ma siamo sicuri che le bugie tra i due, son provocati da quei due stessi?
O c'è lo zampino di qualcun'altro?
Chi è che sta dietro a tutto?
E perchè è sempre Bea a rimetterci?

La storia è raccontata da diversi punti di vista e tutti molto intriganti: abbiamo il conte Rosenschiöld (lo odio), Edvard (il cugino...), Vivienne (un'egocentrica francese che diverrà ben presto un'amica fidata), abbiamo Sofia (la cugina dolce e timida, molto simile ad una sorella per Bea) e poi non mancano gli amici di lui.. Jacques (ahh che nome!) e Johan (il principe azzurro che tutte vorrebbero).
Insomma è un romanzo completo e molto interessante!

Leggetelo!

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Lemonade
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Baobab Opinione inserita da Baobab    06 Mag, 2013
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tanto amore per questo libro!

"È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie."
JANE AUSTEN, Orgoglio e Pregiudizio

Comincia con questa citazione, “Ritratto di donna in cremisi” ed è già amore a prima vista fra me e Simona Ahrnstedt. Siamo tutte anime affini, noi amanti di Jane!
Pensando che la citazione non fosse un caso, mi sono tuffata nel libro trepidante ed emozionata e mi sono ritrovata nella Svezia del 1880, fra balli, costumi, inchini e usanze che ho riconosciuto subito familiari!
Praticamente a casa!

La prima cosa che mi ha colpito e che mi è piaciuta moltissimo è che il linguaggio dei personaggi è piuttosto verosimile, pur essendo scritto quasi 200 anni dopo il periodo in cui è ambientato.
Mi è capitato recentemente di leggere frasi come “e che cazzo!” o “Cristo!” in bocca a personaggi dell’800. Non so voi, ma io le trovo sempre molto stonate rispetto alle austeniane imprecazioni del tipo “oh giusto cielo!”.

Oltre quello che però può essere un dettaglio importante solo per me, credo che la trama del libro sia perfetta per gli appassionati del genere!
Trovo che i punti di forza del romanzo, siano Seth e Beatrice, i due protagonisti. Con la loro intensa storia d’amore tengono in piedi tutto il libro senza mai risultare banali sciapi o insipidi, sì magari ogni tanto ci sembreranno un po’ avventati, ma chi non lo è quando ama?

Lui, Seth Adfhfkjfh, lo scapolo più discusso della capitale, con un debole per le donne belle e per le relazioni superficiali. Norvegese dall’aspetto austero, ma dall’ironia pungente, dipinto dai rotocalchi e dalle pettegole dell’epoca, come l’arrampicatore sociale senza scrupoli, che in realtà non è.

Lei, Beatrice Hjhdcgfgbh, lentigginosa orfana dalla capigliatura infuocata e indomabile. Tanto ribelle nell’aspetto, quanto nell’animo. Sagace, indipendente interessante e interessata, tutte qualità piuttosto disdicevoli in una donna dell’epoca.

I due si incontrano per la prima volta ad una rappresentazione teatrale dell’Aida e non possono non notarsi, qualche veloce e discreto scambio di battute, e il loro destino è segnato.
Ho adorato la chimica che c’è fra Seth e Beatrice.
Questa attrazione primordiale, primitiva, originale come se fosse innata, che aleggia sempre nell’aria quando sono vicini, la ritroveremo per tutto il libro. Indipendentemente dal fatto che i due siano soli o magari circondati da una folla di parenti davanti cui mantenere un contegno, loro si sentono, si percepiscono e inevitabilmente si controllano.
Svariate occasioni mondane e alcuni amici in comune, li portano a frequentarsi sempre più spesso.
Seth potrà così godersi una compagnia intelligente come quella di Beatrice e lei si svagherà in conversazioni in cui non ha bisogno di nascondere la sua cultura inopportuna.

Tra carezze nascoste e baci sconvenienti il tutto procede per il meglio finché il destino (un destino di nome Simona Ahrnstedt!!!) non ci mette lo zampino.
A questo punto una carambola di malintesi e incomprensioni, farcita da personaggi opportunisti e del tutto odiosi, li costringerà a separarsi e a limitare i contatti al minimo indispensabile.
Susseguono scene di malcelata gelosia, vere e proprio sfuriate e stupide ripicche, sempre incorniciate dalla passione che costringe Seth e Beatrice anche se arrabbiati, a volersi, volersi fino a star male.
Romanticissimo il pezzo in cui Beatrice sussurra di nascosto a Seth la storia del mito di Aristofane, contenuto nel Simposio, quasi fosse una spiegazione al loro legame così prepotente!
Sarà che sono giovane e un po’ pagana, ma io a questo mito ci credo.
Credo veramente che ci siano persone semplicemente destinate a completarsi l’una con l’altra e Simona Ahrnstedt ha saputo tessere un’emozionante storia solo su quest’idea!

Concludo dicendo che mi sento di consigliare “Ritratto di donna in cremisi” a chi ama i libri in costume e a chi alla fine di O&P si è chiesta “Ma come!!!Neanche un bacino piccino picciò?”.

Buona lettura!

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Orgoglio e Pregiudizio, ed è un'amante dei libri in costume in generale!
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Opinione inserita da Rose    08 Marzo, 2013

Fantastico

La storia sebbene inizia in maniena un pò tiepida alla fine è in grado di coinvolgere pienamente..
una ragazza con i capelli rossi che in una società maschilista si oppone, una storia d'amore ostacolata e travagliata.
Un libro che è stato capace di prendermi, farmi sperare, arrabbiare e gioire..
La descrizione è poco dettagliata per le ambientazioni, ma la scrittrice ha preferito delineare perfettamente l'aspetto caratteriale e psicologio dei personaggi.. e alla fine è stato piacevole immaginarsi i luoghi a propio piacimento, con le linee guida della storia.
Dalla tiepida indifferenza iniziale, mi sono ritrovata a divorarne le pagine, per poter saziare la mia curiosità, infatti i capitoli non hanno delle conclusioni vere e propie, ma ti lasciano lì, con un qualcosa in sospeso e te ti trovi a voler leggere per forza il successivo capitolo per scoprire cosa accade, e come va a finire..
Semplicemente Meraviglio, avrei voluto che non finisse..

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Speachless Opinione inserita da Speachless    01 Marzo, 2013
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ritratto di donna in cremisi


Anche con questo libro ho sbagliato di grosso.
Mi aspettavo un libro alla Mary Balogh, niente di troppo elaborato, ma allo stesso tempo piacevole. Sbagliato ancora una volta.

Svezia, 1870.
lei, Beatrice è una ragazza orfana, cresciuta con gli zii e i cugini. Non è la solita bellezza classica, niente pelle perfetta e candida e capelli biondo-fragola. Al contrario sfoggia una Chioma leonina rosso fuoco e viso e corpo sono punteggiati da tenere lentiggini.
Diversamente dalla cugina, Sofia, un po' codarda, remissiva e accomodante, Beatrice ha lo spirito di una guerriera. È dotata di una mordace intelligenza, e non ha paura a esprimere la sua opinione sul mondo.

la sua esuberanza però non viene apprezzata, soprattutto dai componenti maschili, in Primis il freddo e violento zio.

poi c'è lui Seth. non è un rampollo aristocratico, al contrario ha natali modesti, ma è uno tra i più temuti capitalisti del Nord-Europa oltre ad essere un famoso libertino.

la storia tra Seth e Beatrice è davvero travagliata, numerose incomprensioni portano i loro sentieri ad allontanarsi pericolosamente. sono rimasta scioccata dall'evolversi degli avvenimenti,aspettandomi tutt'altro e di questo devo dare credito a questa brava autrice che ha accompagnato il lettore per 433, tra sofferenze, sentimenti non dichiarati, tristezza, paura, e mille incomprensioni, catturando l'attenzione come pochi romanzi di questo genere sono riusciti a fare.

questo libro, probabilmente per l'ambientazione molto simile, mi ha ricordato ,in un passaggio,una delle scena iniziali di" Anna Karenina" sulla pista di pattinaggio dove Stiva incontra Kitty.

Consigliato.

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    11 Marzo, 2012
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Ricordando Jane.

Prima di spiegarvi perché suggerisco questo romanzo devo fare una piccola premessa.
La mia autrice preferita è Jane Austen.
Ho letto e stra-riletto ogni sua opera e mi ritrovo spesso a sognare (ma forse si tratta di pura farneticazione!)che un baule pieno di suoi manoscritti inediti venga ritrovato,concedendo a me,e ad altri milioni di lettori, la gioia di leggerla ancora.
Quando mi sono imbattuta in questo libro ho subito compreso che l’autrice si era profondamente ispirata alla mia eroina letteraria.
In una Stoccolma ottocentesca vive la giovane Beatrice che si imbatte,in senso letterale, in Seth.
Capitalista,in un mondo di nobili,quest’ultimo si è fatto strada per le sue capacità e il suo buon cuore.
Tra i due scatta una passione improvvisa,inesperta quanto violenta, che dovrà a lungo lottare contro mille ostacoli prima di giungere a felice coronamento.
Attorno a loro Sofia e la sua famiglia,il perverso conte,il fedele amico Jaques e la ribelle Vivienne,il perfido Edvar e la accudente Mary,l’integro Johan e tanti altri personaggi.
Tutti,a onor del vero,molto ben caratterizzati.
Ritornano dunque in pieno i temi cari alla Austen:la storia d’amore pregna di difficoltà,l’eroina intelligente che si ribella alle costrizioni a cui una donna dell’800 era costretta,il protagonista con importanti valori morali,i finti amici che alle spalle tramano per rendere impossibile il matrimonio.
E ancora i balli e le feste,le scampagnate e i pic-nic,le sete e i merletti,le dimore estive e i castelli.
Certo per correttezza c’è da aggiungere che se i temi ritornano tutti lo stesso non può affermarsi per lo stile:siamo su due piani distanti anni luce e destinati a non incontrarsi mai.
Le descrizioni dei luoghi non ti entrano negli occhi,i personaggi godono di minore approfondimento psicologico,ci sono descrizioni sessuali che nella pudica Jane mai troveremmo.
Insomma stilisticamente è un pò come aver fatto un bagno alle Maldive e poi immergersi nell’acqua di Scalea.
Non c’è paragone.
Nonostante questo il testo è pieno di romanticismo,di passione,di dolore.
Ti lascia entrare anima e corpo nelle vite dei protagonisti e mi sono ritrovata a sognare come una adolescente e a non riuscire a staccare gli occhi dal testo.

Superfluo aggiungere che è un libro per sole donne.
I maschietti si annoierebbero mortalmente.
Buon ‘800 ragazze.

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Foschia75 Opinione inserita da Foschia75    23 Febbraio, 2012
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un libro venuto dal freddo....

ma che di freddo non ha prorio nulla....
Paragonare questa autrice alla nuova Jane Austen nordica mi sembra un tantino esagerato! Di Jane c'è ne sarà sempre e solo una!!! Io invece la avvicinerei di più alla Wildes, perchè il genere è proprio quello, e sono contenta che qualcuno dopo di lei sia riuscita a trasmettermi una gamma di sentimenti da pelle d'oca. La protagonista non è una donna frivola del suo tempo, ma una donna intelligente che riesce a mettere a disagio l'ego maschile e per questo soffrirà oltre ogni pronostico.....conoscerà l'amore vero, il dolore, la vergogna, l'ingiustizia ma sempre sapendo di non voler essere una donna sottomessa....a nessuno. Il finale è proprio in pieno stile Wildes. Spero tanto che sia il primo di tanti bei libri.
Un punto a favore sono le citazioni di libri e scrittori del tempo.

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Emma Wildes, Sherry Thomas....
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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    19 Gennaio, 2012
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Gli ostacoli del cuore

Ormai la Svezia è famosa per i suoi gialli e per i suoi maestri del thriller, ma con questo libro ho avuto la conferma che anche con i romanzi rosa ci sanno proprio fare.
"Ritratto di donna in cremisi" è il racconto della storia d'amore tra Beatrice Lowenstrom, donna colta, ribelle e diversa da tutte le altre ma prigioniera dei pregiudizi e delle convenzioni dell'epoca, e Seth Hammerstaal, il più ricco e ricercato scapolo di Svezia, un vero e proprio cavaliere che ogni donna potrebbe desiderare.
L'eccentricità di lei e la gentilezza di lui, fanno sì che tra loro sbocci immadiatamente la passione, ma purtroppo per Beatrice il destino che l'attende è molto diverso e non certo piacevole.
Il libro narra così gli ostacoli, gli equivoci e i tanti malintesi e inganni di cui i due poveri innamorati sono vittime, creando così una bella e coinvolgente narrazione di un'Odissea amorosa, capacissima di tenere il lettore sulle spine per sapere come andrà a finire la storia, se tutto il male avrà fine e se il sogno d'amore tra Seth e Beatrice si coronerà.
Nonostante sia anche un romanzo storico, oltre che rosa, quest'aspetto è stato poco approfondito dall'autrice e l'affresco dell'epoca storica di allora è stato pressochè nullo, preferendo raccontare tante vicende amorose e concentrandosi (meravigliosamente, oserei dire) sui sentimenti e le emozioni.
Inoltre certi personaggi creati, che avrebbero potuto avere un ruolo decisivo nella vicenda, vengono menzionati solo per qualche pagina e immediatamente accantonati, diventando in questo modo semplici nomi su carta.
Però è una storia d'amore dolcissima, molto travagliata ma che vale veramente la pena di leggere.

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