Dettagli Recensione
e stanze di lavanda
Il genocidio armeno visto attraverso gli occhi di una bambina
Lucine vive in Turchia, a Marache, in una famiglia perfetta, la mamma che profuma di lavanda, la piccola sorellina Marie, delicata di aspetto e di salute, l’irruento fratello Pierre a volte vittima di imprevedibili e repentini attacchi d’ira, il gatto Prescott fedele compagno di giochi ma, soprattutto, il nonno Joseph Kerkorian , un facoltoso armeno che sa sempre dare la risposta giusta ed è il punto di riferimento di tutta la famiglia.
La prima parte è il resoconto struggente e melanconico di una infanzia fiabesca vissuta nella più totale armonia, dove Lucine scopre e confida al nonno il suo grande amore per le parole, che le sgorgano dal cuore e che la faranno conoscere come la “ piccola poetessa di Marache”. Lucine scrive soprattutto per gli altri, per quelli che le parole le hanno perse o non le hanno mai conosciute, gode la pienezza della sua infanzia che sembra non dover finire mai, grazie alla quiete della sua grande casa dove il giardino, in primavera, invita a gioiosi girotondi, la mamma prodiga d’affetto organizza meravigliose feste di compleanno , soprattutto per la piccola Marie, e la sera, prima di andare a dormire , regala fragranti baci alla lavanda. Il nonno, attivista politico per il popolo armeno, è magnanimo nei confronti anche di chi è molto meno fortunato dei familiari, ha contribuito infatti alla costruzione di un orfanotrofio del paese dove porta anche la nipote Lucine che lì conosce e ama profondamente sin dal primo sguardo Gil.
Gil imparerà ad avere fiducia, a ricambiare i sorrisi, a scoprire i propri sentimenti e, più concretamente, a leggere ed a scrivere, grazie alle domeniche trascorse a casa Kerkorian in compagnia di Lucine ed in questa atmosfera fatata i due si scambieranno il loro primo bacio. Poi il buoi, la devastazione e le fiamme una notte in cui le sorti del popolo armeno sono state decise…Brutalmente ucciso iol nonno, tutta la famiglia annientata dall’incendio appiccato alla grande casa e solo Lucine e la piccola Marie inizieranno, attraverso la Turchia fino ad arrivare in Siria, il cammino della disperazione.
Gli occhi di Lucine conosceranno la furia della guerra, il degrado e l’umiliazione della fame e della sete, l’orrore della violenza. Arriveranno quasi 5 mesi dopo ad Aleppo per trovare ospitalità dapprima presso una famiglia che poi le metterà in un collegio.
La seconda parte è il racconto dei pezzi di anima che, faticosamente, Lucine cercherà di rimettere insieme in un ambiente freddo e crudele dove nessuno mostra a lei o alla sorella un briciolo di comprensione o umanità; le strade tra Lucine e la sorella Marie si separeranno perché quest’ultima, per dimenticare l’orrore, abbraccerà completamente la fede tanto da prendere i voti a soli 14 anni, mentre Lucine, grazie all’amicizia sincera di una collegiale coetanea, conoscerà l’uomo che poi diventerà suo marito e la renderà due volte madre.
La coppia si trasferirà in Libano dove, oltre alla ritrovata voglia di scrivere con e per gli altri, putroppo nuove disgrazie attendono Lucine che però, proprio grazie ad esse ed al faticoso cammino in salita affrontato potrà e saprà ritrovare se stessa, la propria maternità rifiutata, l’amore ed il rispetto che si era negati.
Un cammino di dolore e di speranza comune, putroppo, a molti profughi.
Di grande impatto emotivo anche se, a volte, l’autrice si lascia trasportare troppo e la trama diventa inverosimile. Comunque da leggere
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cerchiamo di lasciare qualcosa da scoprire a coloro che devono ancora leggere un libro!!!!