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Gli Effinger
 
Gli Effinger 2023-09-05 09:58:16 marialetiziadorsi
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
marialetiziadorsi Opinione inserita da marialetiziadorsi    05 Settembre, 2023
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Una saga berlinese da scoprire

Grande saga familiare di Gabriele Tergit (pseudonimo di Elise Hirschmann) che ambisce di eguagliare i Buddenbrook (che rimane però un capolavoro ineguagliato nel suo genere).
La storia si svolge in Germania in un arco di tempo che va dal periodo di Bismarck alla seconda guerra mondiale e all’interno del mondo ebraico dell’epoca.
Coinvolge due famiglie, essenzialmente però la famiglia Effinger il cui capostipite è orologiaio a Kragsheim. Tra i tanti figli i due protagonisti, Paul e Karl, che si imparentano con la famiglia Goldschmidt, storici banchieri, sposandone due delle figlie, Annette e Klara. Entrambe le famiglie, gli Effinger e i Goldschmidt sono comunque piuttosto numerose, come usava all’epoca. I destini di entrambe le famiglie a partire dai due matrimoni sono uniti per sempre.
Intraprendenti e con fiuto per gli affari, Paul e Karl si trasferiscono a Berlino e fondano una fortunata fabbrica di automobili.
La lunga storia raccontata dal libro attraversa periodi diversi, dalla ricchezza del periodo di Bismark, alla crisi economica che colpirà la Germania fino a sfociare nelle perdita di tutto dovuta all’ascesa al potere di Hitler.
Diversi sono gli atteggiamenti di partenza delle due famiglie: la ricchezza da generazioni dei Goldschmidt e l’oculatezza e la propensione al risparmio degli Effinger, artigiani commercianti.
E così l’autrice ci conduce tra ricche dimore e feste di famiglia, dalla nascita di nuovi amori ai matrimoni alle nascite di figli e, talvolta, alla loro morte date le conoscenze mediche dell’epoca.
La famiglia si allarga ed in questo è utile l’albero genealogico riportato all’inizio benché la storia non sia complicata da seguire perché i personaggi hanno tutti un’identità e un sentire ben preciso. Tante le sfumature e le differenze anche profonde tra i personaggi che riescono però a dare il senso di un’unica famiglia che guarda al futuro con sguardi diversi ma comuni nella direzione.
Ho apprezzato molto le differenze tra i personaggi, e seguire l’incrocio dei loro destini all’interno della storia della Germania e della famiglia è stato coinvolgente..
I tempi però cambiano progressivamente e “Gli Effinger” ci conducono per mano attraverso nuovi modi di considersi parte dello stato, di praticare la politica e la vita civile, soprattutto nel contrasto tra il pensiero liberale del vecchio Waldemar, dei Goldschmidt, al pensiero nazista e all’antisemitismo ormai dilagante. E in mezzo la prima guerra mondiale e i giovani chiamati e vivere gli orrori di una guerra insensata e poi, molto più terribile, la persecuzione degli ebrei.
La storia non ha momenti di cedimento, è ben strutturata e organizzata, ha ritmo, le vicende si susseguono una all’altra senza indugiare troppo e senza autocompiacimenti dell’autrice che rinuncia ad una facile retorica anche quando il racconto lo consentirebbe. E’ proprio questa caratteristica che dà al lettore la sensazione che gli eventi siano concatenati come la vita che va avanti sempre, senza soste. E’ come se un filo fosse tirato dalla prima all’ultima pagina e porta chi segue la storia al finale senza che le quasi 1000 pagine pesino.
Certo sarebbe stato facile cadere nel vittimismo, nella descrizione di eventi tanto tragici, eppure l’autrice rimane salda nel principio che comunque c’è un domani, sempre. E non è così necessario al lettore il racconto dettagliato di ciò che già si sa.
E il finale, nella sua delicatezza, è uno dei momenti più alti del libro.
Uno dei massimi capolavori di tutti i tempi? No. Un libro molto bello e consigliato? Sicuramente sì.

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Commenti

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Maria Letizia, la tua recensione è esaustiva.
Certo che, per chi scrive una saga famliare, voler eguagliare "I Buddenbrook" di Mann è un'ambizione non da poco!
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