Dettagli Recensione
Un proiettile vagante
Una pallottola che non aveva scritto su il suo nome lo colpisce, per fortuna non in modo vitale, ma uccide la persona che era di fianco a lui. Una conoscenza recente, ma un uomo con cui sentiva di avere un certo legame. Questa pallottola infittisce questo legame. Lascia strascichi fisici ma soprattutto psicologici, perché anche la casualità deve avere un senso. E se un senso c’è, va cercato, va capito. Parte una ricerca, caratterizzata da una morbosità del conoscere che non ha una sua razionalità, è guidata dall’istinto, e porta un senso di ansia e di rincorsa, per tutta la lettura. La trama della ricerca porta a scavare nella vita di uno sconosciuto, spiandone anche gli ultimi secondi di vita, quando ha ascoltato un audio più che mai impossibile da immaginare, e che poi è il cuore di questo romanzo. Si scopre l’esistenza di una figlia, figlia che conosceva molto poco del padre. Si scoprono coincidenze e casualità, anche storiche, nella storia della loro famiglia. E questo proiettile vagante porta delle conseguenze anche nella vita dell’uomo a cui non era destinato. Proprio perché niente avviene per caso. Stile concitato, a tratti rallentato, con immagini folgoranti, ma anche con tanti tratti di nebbia, che rappresentano la confusione dell’anima.