Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Waters non (mi) delude mai
Eccomi arrivata al mio appuntamento annuale con la fantastica Sarah Waters, che purtroppo pubblicata poco e mi costringe a centellinare i suoi romanzi. Quest'anno ho fatto un altro recupero nei suoi titoli meno recenti con "Affinità", un libro caratterizzato da atmosfere gotiche ed elementi paranormali decisamente inquietanti, che mi ha ricordato parecchio la prosa di Shirley Jackson.
La trama in sé è molto scarna: ci troviamo a Londra negli anni Settanta dell'800 e la narrazione ruota attorno alla gentildonna Margaret "Aurora" Prior che, per superare un periodo buio a seguito della morte del padre, inizia a frequentare la sezione femminile della prigione di Millbank in qualità di visitatrice. Già nella sua prima giornata nel carcere, la donna rimane colpita da Selina Ann Dawes, una medium imprigionata per aver causato involontariamente il decesso della sua mecenate durante una seduta spiritica.
Il volume è scritto in forma di diario, seguendo i POV delle due protagoniste: i capitoli di Selina raccontano lo sviluppo della sua carriera come sensitiva fino al momento dell'arresto; quelli di Margaret partono poco più di un anno dopo, e portano avanti la vicenda principale nel presente. Come detto, gli avvenimenti degni di nota sono pochi, però l'alternanza tra i due punti di vista riesce a creare un senso di angoscia e mistero, perché fino all'ultimo ci si chiede se Selina abbia realmente dei poteri paranormali oppure sia soltanto una abile truffatrice. Oltre al lato mystery, c'è una buona componente romance, che a sua volta gioca molto sulla tensione romantica e su un'attrazione quasi morbosa.
Mi sembra superfluo dire che la staticità della trama è l'unica critica concreta verso questo titolo: non c'è praticamente azione, però si tratta di una scelta motivata. Se proprio devo trovare un difetto, potrei menzionare il poco spazio che viene dato ai personaggi secondari, ma anche in questo caso è la narrazione stessa a non permettere di approfondire le loro storie. Ed è un peccato, perché avrei letto volentieri qualche pagina in più per esempio sul personaggio di Agnes Nash, la falsaria impenitente che difende a spada tratta il suo stile di vita.
Seppur messe in secondo piano, le figure delle detenute risultano interessanti e permettono di inserire la tematica della condizione di vita nelle carceri; ovviamente il contesto storico influisce su questo aspetto, però non mancano spunti di riflessione ben adattabili alla realtà contemporanea, perché in fondo la natura umana non cambia nell'arco di 150 anni. Il romanzo va inoltre ad analizzare altri temi abbastanza pesante, come l'elaborazione del lutto e la difficoltà di trovare il proprio posto in una società che non ci accetta per come siamo.
Tra i punti di forza devo ovviamente menzionare la caratterizzazione delle protagoniste, approfondita e tridimensionale, e la prosa di Waters che si conferma ancora una volta essere davvero curata, tant'è che nonostante l'assenza di una trama sostanziosa, il ritmo risulta estremamente scorrevole. La ricostruzione storica è ottima, e la si apprezza soprattutto nei dettagli relativi alla vita nella prigione di Millbank, che la cara Sarah ha descritto in ogni aspetto con grande attenzione.
E poi questa è la lettura autunnale per eccellenza: gli elementi gotici e l'aura soprannaturale che accompagnano il lettore per l'intera lettura si intonano perfettamente a questo periodo dell'anno, e fanno rimanere con il fiato in sospeso fino all'inaspettato -e incredibilmente brillante- finale.