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Oblio e perdono
 
Oblio e perdono 2022-11-12 17:29:10 Mian88
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    12 Novembre, 2022
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Un'avventura made in Diciassettesimo secolo

Robert Harris, negli anni, ha abituato i suoi lettori a scritti avventurosi quanto capaci di far riflettere.
Autore poliedrico, eclettico, eterogeneo capace di toccare tematiche diverse ma pure di assaporare settori più specifici quali la fantapolitica, la distopia storica, torna in libreria con uno scritto che questa volta si sposta nell’America del Diciassettesimo secolo. E questa è già di per sé una prima grande novità in quanto sino ad oggi le opere storiche dello scrittore erano incentrate in altri luoghi del mondo. Rappresenta inoltre una ulteriore crescita che si riallaccia alla maturazione già riscontrata nel precedente “V2” dove, però, ad essere narrate erano le vicende di questi missili durante il conflitto mondiale.
Siamo nel 1660 quando il colonnello Edward Whalley e suo genero, il colonnello William Goffe, approdano sulle coste del Massachussetts. Sono in fuga perché accusati dell’omicidio del re Carlo I. Esecuzione passata alla Storia che ha portato al culmine della guerra civile inglese ma anche all’affermazione delle truppe parlamentari che hanno combattuto con i realisti. Eppure, questi due uomini ricoperti di salsedine, provati e in fuga, dalle barbe incolte e l’aspetto chiaramente trasandato, hanno proprio i realisti alle calcagna. Cosa è successo in questi dieci anni trascorsi? È successo che dopo la decapitazione di Carlo I, i realisti sono tornati al potere con il chiaro e inequivocabile intento di vendicarne le sorti colpendo i cinquantanove uomini che ne hanno firmato e siglato la condanna a morte. Sono colpevoli, costoro, di alto tradimento e per questo devono essere puniti. Ha avuto inizio la caccia all’uomo, caccia che ne ha già uccisi alcuni, imprigionati altri.
Da Londra, inoltre, Richard Nayler in qualità di funzionario della commissione del Consiglio privato istituita per arrestare i colpevoli, è in partenza.
Due i continenti, una caccia all’uomo senza eguali in quel del Diciassettesimo secolo. Tra storia nella Storia, tradimento, brama di potere, religione, vendetta e ogni altro istinto umano capace di coinvolgere l'uomo nel suo intimo più profondo.
Il risultato è quello di un romanzo ricco di colpi di scena, capace di incuriosire e dove sono ben bilanciate le fasi di finzione narrativa e Storia. Certamente è una ennesima riconferma delle doti narrative dell’autore, tuttavia, la maggiore o minore gradevolezza dello scritto è fortemente influenzata dalla propria e soggettiva gradevolezza per il tema trattato e anche per il periodo storico. Il lettore che ama le opere ambientate nel Diciassettesimo secolo non faticherà a sentirsi in empatia con il narrato, a trarre piacevoli spunti di riflessione ed anche a ultimare in poco tempo la medesima. Chi apprezza più l’Harris della fantapolitica alla Fatherland o il romanzo storico ambientato in Europa e durante il Primo o Secondo conflitto mondiale gradirà ma mantenendo le giuste riserve in merito.
Nel complesso un libro da leggere e con cui trascorrere ore piacevoli.

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