Dettagli Recensione
Elena e Teseo
Siamo nel 1942, Gibilterra. La vita di Elena, libraia ventisettenne, a La Linea si sviluppa sulla spiaggia con il suo cane Argo. La guerra è uno sfondo. Si respira per le morti, per il profilo che osserva il mare. Per questo lento incedere, per le notizie che sopraggiungono silenti. Teseo, il veneziano, ha un sorriso ingenuo e ammaliante nel suo essere in missione, nel suo essere italiano con un patriottismo radicato e un cameratismo che si respira pagina dopo pagina. Due strade, due vite che sembrano destinate a percorrere binari paralleli. Due anime che quegli anni vivono e respirano tra dubbi, paure e incertezze di un futuro che non sembra arrivare. Elena e il suo Ulisse raccolto in spiaggia, consegnato dal mare.
Sono concreti i personaggi che abitano queste pagine. Personaggi che sono descritti con la loro umanità, che vivono di sogni e paure, che vivono di profumi della libreria, del mare, dei luoghi. Due protagonisti che vivono e abitano tra queste vie combattendo con discrezione, silenzio, tra emozioni e sensazioni. Due volti imperfetti e vincenti proprio per questa imperfezione che riporta al mito e alla leggenda così come da impostazione stessa dell’opera.
Ed è per mezzo le vite di questi due protagonisti che riscopriamo la Seconda guerra mondiale. Scopriamo dei sommozzatori dell’Orsa Maggiore che erano un corpo militare che grazie al coraggio e alle attrezzature dell’epoca riuscirono a sabotare le navi della marina inglese. Sommozzatori che erano un corpo militare, uomini e donne che hanno lottato per la loro libertà. Uomini e donne ricchi di ideali e moralità. Tra Storia, epica, epopea. Perché in questo titolo si respirano tempi che furono, tempi che sono il passato ma che sono anche il nostro presente.
«Lei non è tipo da malinconie o nostalgie, né da culto per i fantasmi; ha troppa consapevolezza della necessaria economia dei sentimenti.»
I personaggi sono presentati in modo tale da favorire l’immedesimazione e l’empatia, sono rivelati al lettore con le loro fragilità, paure ed emozioni. Al contempo è narrata una guerra, con il giusto lirismo, mixando al contempo miti ed eroi.
È innegabile il richiamo alla mitologia classica, si evince già dai nomi scelti per i protagonisti e dal gioco narrativo che è improntato nello sviluppo. Entrambi soli nel loro vivere, accompagnano il lettore tra vite che sembrano non doversi mai incontrare ma che sono accomunate dalla ricerca di una propria strada ed evoluzione.
Al tutto si somma uno stile fluido, rapido, che sa essere attuale e che riporta al nostro presente. La forza dell’opera si trova anche in questo, il trasportare tra uno ieri e un oggi che si percepisce e respira senza snaturarsi e senza sentire la differenza temporale. Al contempo il conoscitore vive quei luoghi e li fa propri. Nel corpo e nella mente. Una buona prova.