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Due americani nella Berlino nazista
Il giardino delle bestie, alias il Tiergarten, è un delizioso e godibilissimo racconto a forti tinte documentaristiche ambientato nella Berlino dei primissimi anni dopo l'ascesa al potere di Hitler. Lo definirei un racconto corale, nel senso che non vi sono protagonisti assoluti nella narrazione. Certo, l'ambasciatore americano William E. Dodd e sua figlia Martha la fanno da padroni e meritano qualche caratterizzazione in più. Dodd è il classico integerrimo cittadino americano, innamorato della storia, delle tradizioni e della vita di campagna che, per esplicita volontà di Roosevelt (e anche perché una lunga lista di altri candidati preferibili a Dodd non si è dimostrata disponibile) si trova catapultato nella Germania nazista ed assiste quasi senza potersi opporre al consolidamento del regime fra epurazioni e parate. Quasi, perché nel suo piccolo cerca in ogni modo di adoperarsi per fare da mediatore all'inizio e poi, appena si rende pienamente conto che a governare la Germania è un clan di folli assetati di morte, cerca di avvisare il suo governo della minaccia che incombe sull'Europa, ma rimane inascoltato come una moderna Cassandra. E che dire di Martha, la figlia. Donna volubile, libera, innamorata di quanto di bello la vita possa offrire, senza compromessi. Ma anche ingenua certo, dato che prima si fa completamente accecare dalla cosiddetta rivoluzione nazional socialista e ne abbraccia con forze le aspirazioni e le logiche. Poi quando anche lei si accorge della verità, sembra abbracciare gli ideali del comunismo, anche dopo la fine della sua esperienza berlinese.