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Il pittore di anime
 
Il pittore di anime 2022-07-21 09:45:08 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    21 Luglio, 2022
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Una città crudele e spietata

"Barcellona, pensava Dalmau scuotendo la testa, era una città crudele e spietata con chi la rendeva grande sacrificando la vita, la salute, la famiglia e i figli". L'inizio del ventesimo secolo non è un periodo tranquillo nella metropoli catalana. Le tensioni sociali portano a continue proteste che sfociano troppo facilmente in sanguinosi scontri. La situazione di quasi schiavitù e di povertà che attanaglia la maggior parte della popolazione, contrapposta alla ricchezza dei pochi che detengono il potere politico ed economico, porta la gente in strada, a manifestare contro un'iniquità esasperante, condizioni di vita al di sotto della decenza, sfruttamento inumano della manodopera. Bersaglio delle proteste, inoltre, è anche la Chiesa, complice dei potenti, sempre pronta a soggiogare le masse, a tenere a freno la voglia di riscatto con la squallida scusa della volontà divina, che vorrebbe far rientrare la sofferenza dei più nel comodo contesto del disegno di Dio. È questo il clima che fa da cornice alla storia qui raccontata da Ildefonso Falcones, che vede come protagonisti due giovani proletari barcellonesi, Dalmau Sala, affidabile ceramista e talentuoso pittore, e la sua procace fidanzata Emma Tàsies, abile cuoca e indomabile attivista della causa anarchica. La penna dell'autore ci porta in una città in subbuglio, in un'epoca storica a dir poco incandescente, in cui i due ragazzi fanno i conti con la politica, il lavoro, le differenze di classe, la morte, la vita, l'amore. Una coppia felice, una passione travolgente, un futuro roseo che appare scritto. Ma, mentre Emma sa bene chi è, da dove viene, dove vuole andare, quale è e sarà il suo mondo, Dalmau appare costantemente in bilico tra la sua provenienza umile e quell'apparente paradiso borghese verso cui il suo talento, sospinto dall'aiuto del mentore don Manuel Bello, lo spinge. I due ragazzi scopriranno presto che la vita ha in serbo, troppo spesso, spiacevoli sorprese. Emma e Dalmau si separeranno, percorrendo strade diverse che li porteranno, chi per un verso, chi per l'altro, a grandi ma troppo labili successi, a rovinose cadute, in percorsi pieni di rabbia, stenti, umiliazioni. Le strade, tuttavia, anche se apparentemente portano in posti diversi, a volte finiscono per incontrarsi, spesso intersecandosi un attimo per poi proseguire nelle loro rispettive direzioni, più raramente unendosi per andare dalla stessa parte. Quale sarà il caso dei nostri eroi? "Dalmau sorrise e osservò con amore il viso di sua moglie, finché non fu distratto dal luccichio della spilla che Emma aveva appuntata sul bavero: una libellula modernista; il corpo lungo e sottile dell’animale era realizzato in oro mentre le ali erano coperte di smalti traslucidi e punteggiate da minuscole pietre preziose colorate. Dalmau gliel’aveva regalata la sera prima, dopo che il gioielliere aveva insistito senza successo nel consigliare un pezzo più attuale. Il ceramista si perse nei bagliori della libellula, che sembravano volerlo trattenere in quella città, dove l’arte, la creatività e la fantasia più scatenate avevano giocato insieme dando vita a edifici e opere che l’umanità, un giorno, avrebbe riconosciuto. Barcellona restava indietro e, con essa, parte della vita di entrambi."

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