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Le figlie del dragone
 
Le figlie del dragone 2022-02-05 20:34:15 ALI77
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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3.0
ALI77 Opinione inserita da ALI77    05 Febbraio, 2022
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UNA STORIA POCO CONOSCIUTA

Anna, una ragazza coreana di vent'anni, quando era piccola è stata adottata da una famiglia americana e dopo la morte della madre adottiva vuole tornare a Seoul per incontrare la madre biologica
Scopre però che la donna è morta di parto, ma prima di partire viene avvicinata da una signora che le vuole parlare, lei è la sua nonna materna Hong Jae-hee.
La vera protagonista del romanzo è proprio Hong, la narrazione ripercorre la vita dell'anziana da quando era un'adolescente, a quando è stata portata in una stazione di conforto, fino alla sua fuga dal nord al sud della Corea.
Nella prima parte l'autore pone l'attenzione su una pagina dolorosa della vita di Hong Jae-hee quando con l'inganno fu portata in una stazione di conforto e ha dovuto subire violenze continue da parte dei militari giapponesi, oltre che vessazioni di ogni tipo per il fatto di essere coreana.
Questa parte viene narrata in maniera molto esplicita, ci sono molti dettagli forti che non lasciano spazio all'immaginazione, non sono stata molto d'accordo con questa scelta dell'autore queste pagine potevano essere scritte in maniera diversa. Le descrizioni accurate delle violenze potevano essere evitate in quanto le ho trovate di cattivo gusto. Credo sarebbe stato necessaria una maggiore sensibilità verso il tema trattato.
Ho trovato che il racconto della vita di Hong sia stata in alcuni punti toccante e insieme a lei abbiamo percorso la storia della Corea dagli anni quaranta fino ai giorni nostri. Il libro mira a raccontare dei fatti realmente accaduti in maniera romanzata, Hong è stata una donna di conforto come migliaia di altre donne e ancora oggi ogni mercoledì, le coreane più anziane marciano davanti all'ambasciata giapponese a Seoul pretendendo delle scuse, doverose, dal governo giapponese.
Le donne di conforto sono state torturate, umiliate, picchiate, giustiziate, costrette ad abortire e alcune volte l'unica soluzione per loro era anche quella più drammatica.
Quello che mi ha colpito in negativo di questo libro è lo stile dell'autore che ha reso piatta la narrazione, alcuni parti mancavano di emozione, come se Andrews non fosse riuscito a creare una storia e dei personaggi che trasmettessero la giusta sensibilità ed emotività.
Anna, è un personaggio marginale, che non conosciamo bene, l'ho trovata una ragazza immatura e ingenua, la scena iniziale dove incontra la nonna è molto forzata. Immaginiamo una giovane ragazza in un paese straniero che viene avvicinata da una signora anziana e prende il pacchetto che le lascia e che la va ad incontrarla da sola, così fidandosi senza nemmeno conoscerla. Visto che Anna parte con il padre adottivo, poteva farsi accompagnare da lui perché non lo fa?
Una persona normale lo farebbe?
Sicuramente no, prenderebbe alcuni precauzioni, in fondo è anche in un paese straniero che non conosce, quindi lo possiamo considerare un espediente narrativo mal riuscito.
Nonostante il tema forte e la narrazione in alcune parti avvincente, in realtà più per curiosità di sapere come si concludesse la storia di Hong Jae-hee, lo stile di scrittura semplice e piatto mi ha sorpreso in negativo.
Credo sia importante ricordare cosa abbiano subito le donne di conforto, un romanzo che va letto soprattutto se non si conosce il tema trattato, una brutta pagina di storia, da non dimenticare.

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