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Storie di api e di guerra
Egidius Arimond è un apicultore: lo è per professione, ma anche nell'animo. Parla con i suoi piccoli insetti: li cura, li difende e li studia. In cambio quelli gli danno sostentamento economico, ne proteggono i segreti e lo aiutano a fare del bene agli altri. Nella Germania del 1944 essere affetto da epilessia non è certo il modo migliore per essereb en visto dal regime. Così Egidius vive per quanto possibile ai margini, senza farsi notare. Forse solo la sua passione per le donne gli fa correre più pericoli di quanti dovrebbe.
L'atra sua passione è la giustizia e la libertà e allora organizza un modo tanto ingegnoso quanto pericoloso per portare gli ebrei fuggiaschi oltre il confine con il Belgio. Ci racconta nel suo diario che lo fa soprattutto per i soldi che gli servono a comprarsi i medicinali e sicuramente quello è uno dei motivi. Ma la cura, l'amore e la gentilezza che riversa sui suoi protetti non può essere comprato con il denaro.
In questo libro c'è della poesia: il modo in cui il protagonista ci descrive le sue api. per noi solo insetti, per lui tutto un mondo, che ha delle proprie regole a volte crudeli, ma in fin dei conti non peggiori a quelle in voca tra gli uomini della Germania nazista. Uomini e api portano avanti le loro battaglie come possono con i mezzi che hanno a disposizione. Trovano il positivo e il bello dove c'è e scansano per quanto possono i pericoli. Credo che dovremmo adottare per valutare il protagonista lo stesso criterio usato per le api. A volte ci sono delle circostanze in cui azioni considerate normalmente abiette devono essere giustificate, perché è nella natura di tutti gli esseri viventi cercare di sopravvivere.