Dettagli Recensione
Garlaschelli feat Miller
Si lamentano della mia pelle fredda, per forza ripeto.
Un tempo ero di pietra.
Osservano che sono terribilmente pallida, certamente asserisco ogni volta.
Un tempo ero di pietra.
Lasciatemi libera, portatemi al sole. Il sole scalda la pietra.
Rivisitazione in chiave moderna del Mito di Galatea e Pigmalione, è un racconto che vorrebbe parlare di un amore controverso. Di esercizio del potere e di sottomissione, di solitudine, umiliazione e sofferenza, di candore e coraggio. Di bellezza, di maschilismo, di una ragazza dalla pelle algida, della dolcezza di una madre. Di un uomo in carne e ossa con un cuore di marmo e di una donna di pietra, con un cuore pulsante.
Vorrebbe, scrivo obbligata al condizionale, poiché buono sarebbe il potenziale se il contenuto fosse sviluppato opportunamente.
Il nome di Miller come autrice permeava di una certa sicurezza il lettore inconsapevole che è in me. Ebbene, dimenticativi della penna voluttuosa e corposa della scrittrice di Circe -che avevo divorato- questo è un raccontino appena schizzato e nemmeno troppo bene, purtroppo.
Breve e con una penna poco curata, da solo non avrebbe potuto essere pubblicato ed infatti il volume è accompagnato dalle belle illustrazioni di Ambra Garlaschelli, specializzata in arti visive.
Chiamiamo le cose col loro nome, più che un embrione di Madeline Miller corredato delle immagini dell’italiana, lo definirei un piacevole albo di Garlaschelli, argomentato da un cenno letterario di Miller.
Consiglio vivamente di sfogliarlo in libreria, piuttosto che acquistarlo on line. Credo sia il modo migliore per valutare se possa essere un libro adatto ai propri gusti o meno, non avendo nulla a che vedere con la produzione precedente dell’americana. Diversamente, se amate la grafica, sono immagini molto belle, appassionate ed evocative.
Commenti
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della Miller ho letto solamente le gesta di Achille e Patroclo, mi manca Circe
Su questo titolo starò alla larga