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Salpêtrière
«È una responsabilità che le sopraffà, una ribalta che le turba. In quelle donne che la vita non ha mai messo in luce, un interesse così poco consueto ha un effetto che sconvolge. Di nuovo.»
Luci e ombre si celano dietro la storia della Salpêtrière, quella casa di cura, quel gruppo ospedaliero, quel manicomio nato nel diciassettesimo secolo e destinato a ospitare tutte coloro che non rappresentavano la volontà comune, coloro che andavano ordine l’ordine precostituito, che erano titolari di un pensiero diverso da quello delineato dalla maggioranza. Sorto come luogo finalizzato ad accogliere i reietti, i barboni, le prostitute, i delinquenti di bassa lena, si trasforma ben presto in quella struttura per malate mentali atto a ricevere, isteriche, alienate, donne scomode per la loro condotta alla società maschile.
«I sogni sono pericolosi, Louise, soprattutto quando dipendono da qualcun altro.»
Quattro le storie che si intrecciano: quella di Eugénie, di Therese, di Luise e Geneviève. Donne con vite diverse e storie diverse ma che sono simbolo di ribellione a quel volere altrui che le esclude, che è espressione di razzismo e discriminazione ma anche di crudeltà gratuite. Donne che hanno pagato per quel desiderio di ambizione di chi, in quelle strutture, riteneva di poter trovare quella fama e quel successo che avrebbe fatto passare alla Storia.
«Preferisce credere che Blandine ci sia, che la accompagni, che vegli su di lei. Credere significa già aiutarsi.»
E non importa se per quella fama e quel successo sono altri a pagare. E non importa se per quel successo occorre dare spettacolo con ipnosi, elettroshock e “cure” disumane. Non importa di quel da queste verrà pagato.
Un romanzo corale che porta l’attenzione del lettore su una pagina del nostro passato sulla quale più volte ci siamo interrogati ma che ancora oggi chiede di essere conosciuta, compresa, analizzata. Per capire, per andare oltre il pregiudizio, per tenere conto di quell’anima che viene esposta a un ballo di follia che è metafora, simbolismo, apoteosi. Un titolo che si interroga altresì sui legami, le speranze, i desideri, le atrocità, le sconfitte, il vivere.
«Poche cose fanno male come veder invecchiare i propri genitori, constatare che quella forza, un tempo incarnata da persone che pensavamo immortali, ha lasciato il posto a una fragilità irreversibile.»