Dettagli Recensione
La voce di Patroclo
La mitologia greca mi ha sempre affascinato fin dalle scuole medie e quando per caso ho sentito parlare di questo libro, in me si è subito accesa la voglia di leggerlo.
Il titolo doveva essere non “La canzone di Achille”, ma “La voce di Patroclo” perché è proprio dalla sua bocca che nasce la narrazione.
Patroclo è sempre stato, almeno per me, una figura di secondo piano e invece grazie a questo testo ne ho apprezzato le qualità e la forza. Questo non è un libro in cui si parla di guerra, di strategie e di tradimenti; questo è un libro che tocca corde più delicate come l'amore, l'amicizia, il sacrifico e l'affidarsi agli altri.
Patroclo per gran parte della sua vita si sente sempre fuori posto e solo accanto ad Achille si sente se stesso, ma si sa che non tutto può filar liscio specialmente se l'oggetto dei tuoi sogni ha una madre con un carattere non semplice e soprattutto è una dea, anche se minore, ma pur sempre una dea.
“Subito, sussurri e mormorii: gli uomini avevano già cominciato a sospettare degli dei. Non era forse vero che tutto il male e tutto il bene venivano elargiti dalle loro mani?”.
Con uno stile raffinato, dolce e molto delicato, l'autrice ci presenta un testo che merita la lettura anche solo per il nuovo punto di vista con cui presenta una storia già conosciuta. Pur sapendo molto bene come sarebbe andata a finire la storia, in un cuor mio speravo ancora nel miracolo perché l'autrice ti rende i protagonisti più umani, con tutti i lori difetti e pregi.
Un esordio che mi ha colpita, che consiglio ricordando che l'approccio è molto diverso dagli altri testi sull'argomento, ma non per questo da sottovalutare.
Buona lettura!
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |