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Fatta la legge, trovato l'inganno
Accade di rado che ci concentriamo a fissare una persona negli occhi in maniera fine a se stessa, senza parlare e senza scopi diversi. Non posso tacere di avere pensato in continuazione, durante la lettura, all’emozionante performance di Marina Abramovic “The artisti is present” tenutasi al MoMa di New York.
Perché quando ci ritroviamo a fissare qualcuno negli occhi, tendiamo a distogliere lo sguardo?
Viscido è l’occhio, è più semplice scacciarlo che bloccarlo.
Di questo erano convinti gli abitanti di una sperduta isoletta del Pacifico, la cui tradizione mieteva proseliti nell’arte di acquisire l’anima altrui e scambiarla col proprio corpo, attraverso gli occhi.
Così, mentre l’albatro nasce dalla fusione di due uccelli esuli, Alula - colei che ricorda - insegue nei secoli l’amore di Kohau - colui che ha dimenticato-.
Tre manoscritti collocati in periodi storici diversi ci conducono in una articolata, magica ed affascinante vicenda narrativa che mischia diversi generi. Sicuramente il romanzo d’amore prevale su un accenno al romanzo storico, generosa la frazione di mistery e una dose di fantasy guarnisce il prodotto finale. Sebbene sia un’opera di puro intrattenimento, necessita di molta attenzione perché i salti temporali e gli scambi di persona non permettono distrazioni.
Divertente l’idea di proporre due itinerari di lettura: in senso lineare oppure seguendo la paginazione della sequenza della Baronessa, ossia un indice di capitoli organizzato in modo sparso. Io ho optato per la seconda versione e credo che il punto di forza di questo romanzo non sia tanto nella qualità della scrittura, quanto nell’originalità dell’incastro e nella commistione di epoche e di luoghi tanto diversi.