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l'arte del ricamo
Inghilterra, 1932: la condizione delle donne è ancora di inferiorità, soprattutto se sei una donna non sposata. Questo è il caso di Violet Speedwell, 38 anni, vive con la madre, una donna dispotica, e soffre ancora per la perdita dell'amato promesso sposo e della vita che avrebbero potuto avere se non fosse morto. Un giorno a lavoro viene a sapere che si è aperta una nuova posizione a Winchester e decide di trasferirsi un po' contro il parere di tutti: ha bisogno di costruire la sua strada e di avere un po' di indipendenza. Il prezzo da pagare è che fra mantenersi e pagare l'affitto non sa come arrivare a fine mese, dovrà lesinare sul cibo, sul carbone, su tutto, ma almeno si sente libera. Frequentando la cattedrale, rimane affascinata dai cuscini da preghiera ricamati, entra così a far parte di un gruppo di ricamo e questa diventerà per lei una profonda passione nonchè un modo per stringere amicizie, in particolare con Gilda. Qui conoscerà anche Arthur, il campanaro, un uomo anziano e con una situazione non semplice alle spalle (e un'integrità morale non proprio limpida) ma che tornerà a farle battere il cuore dopo tanto tempo.
Un po' tutto il romanzo ruota intorno alla difficile condizione di essere donna all'epoca: le donne non sposate non erano viste di buon occhio, lo stesso dicasi per le donne lavoratrici o che aspiravano ad avere un pochino più di indipendenza. Le regole ferree della società perbenista non facevano altro che avallare tutto ciò e stigmatizzare ogni comportamento "diverso" tanto da arrivare ad emarginare anche persone considerate fino a poco tempo prima come amiche.
Il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, non che debba esserci sempre il lieto fine per forza, però senza spoilerare nulla mi viene da pensare che la vita di Violet sarà ulteriormente in salita nonostante possa contare su delle fidate amicizie. E' un libro che fa riflettere su quanto fosse difficile essere donna all'epoca e, anche se ancora nel 2020 non si può dire di essere a un livello di parità di genere, sicuramente si può notare che in meno di un secolo siano stati fatti dei passi da giganti per l'indipendenza delle donne. Avendo letto altri libri della Chevalier non mi sento di dire che sia uno dei suoi più riusciti, sicuramente lettura carina e scorrevole, ma sa fare di meglio.
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