Dettagli Recensione
Sospensioni e cambiamenti
A Jalna tutto accade lentamente, persino i tentativi di fermare il corso naturale degli eventi. Partenze, lontananze, sospensioni, ritorni, la ricerca del proprio angolo di mondo, il mistero di un’ eredità da indirizzare.
Il secondo volume della celeberrima saga canadese dei Whiteoak ritorna sui temi già noti spulciando il privato dei protagonisti, attesi da sviluppi imprevedibili.
Di certo si respira una netta separazione tra le nuove generazioni, che coltivano il sentimento dell’arte, ereditato dalla madre, incarnato in Finch e Eden, mai così vicini, ispirati da musica, poesia e bellezza, e i più vecchi, pensiamo al fascinoso Ronnie, indirizzati alla praticità della gestione aziendale e a una tradizione di stabilità.
Alayne farà ancora da tramite, tornata a Jalna per assistere l’ex marito malato che non ama più ma alle prese con sentimenti precocemente abbandonati.
Una donna del New England, dolce, attenta, incline al dialogo e all’ascolto, che ama ordine e decoro, così lontana dalla confusione e dal disordine dei Whiteoak, da quel premeditato riserbo che innalza un muro tra se’ e il resto del mondo.
E Jalna continua a essere una roccaforte inespugnabile, dai segreti intatti, quel senso di appartenenza che viola i sentimenti individuali, un attaccamento viscerale verso i propri figli a dispetto del tetto coniugale.
Finch, ancora in età scolare, sta crescendo, vive un periodo difficile, tra inclinazioni sospese e fluttuanti, in primis per la musica, inseguendo un pezzo di mondo, coltivando amicizie intriganti ritenute pericolose, acerbo di vita e sentimenti.
I Whiteoak non lo comprendono, lo isolano, detestano il suo atteggiarsi, lo spingono a desiderare un enigmatico e fallimentare piano di fuga, ma, al suo ritorno, ci sarà un momento in cui assisteremo a delle strane chiacchierate tra una centenaria sul punto di morte e un ragazzo di diciannove anni. Scopriremo una donna profonda, tenera e pungente, saggia e interessata alle inclinazioni del nipote, un’ intimità da negare agli occhi altrui. Adeline, in questo contesto inusuale, sveste gli abiti della vecchiaia e diventa una donna senza tempo.
Anche Eden ha sofferto di solitudine, dopo la sua fuga a New York, un poeta senza tempo che ha perso tutto, famiglia, amore, voglia di vivere, un presente di malattia per riscoprire se stesso e ripartire alla ricerca del proprio talento.
Nel frattempo Pheasant e Pierce si sono rappacificati nella condivisione di un figlio, Meg continua a vivere isolata dal mondo, Ernest e Nicholas cercano di giustificare la loro presenza, Wakefield, il piccolo di casa, sempre coccolato e irriverente.
Il corso della vita inevitabilmente scoperchierà gli eventi, Adeline lascerà il dolore dei figli e un unico erede con il rischio di scatenare una lotta intestina. Ma, ancora una volta, i buoni sentimenti e il senso di appartenenza pacificheranno la trama, tra partenze definitive, promesse di stabilità e viaggi chiarificatori, in attesa di sviluppi futuri.
Il secondo capitolo della saga di “ Jalna “, “ Il gioco della vita “, conserva i tratti del primo volume, una navigazione in superficie interessata agli aspetti intrafamigliari ma poco inserita nel mondo, ma riesce a penetrare nel cuore di alcuni personaggi aprendo un sistema relazionale con sorprendenti spunti di intimità, maggiore piacevolezza, un interessante confronto generazionale con profondità inaspettate e forse, oltre le apparenze, il muro invalicabile di Jalna sembra offrire i primi segni di cedimento.