Dettagli Recensione
Nel nome dell'amore, nel nome della fede
E' la prima volta che leggo un romanzo storico. Se non mi sono approcciata ad esso con pregiudizi, allo stesso tempo, ne sono stata piacevolmente colpita.
La storia nella Storia, che si valorizzano e si completano reciprocamente. La storia con la "s maiuscola" riguarda le angherie, le oppressioni e le ingiustizie subite da un'etnia minore nella Spagna del XVI Sec. da parte di quella parte della popolazione in maggioranza di fede cristiana.
Il protagonista del libro è Hernando, nato dalla violenza subita da una donna musulmana da parte di un sacerdote cristiano, in questo modo parte il romanzo, tante sono le testimonianze storiche di episodi di questo tipo, così la fantasia ha la forza della vita vera.
Ho sentito lamentare l'eccessiva lunghezza del libro, forse a un certo punto, oltre la metà, la storia sembra un pò ristagnare, ma la maggior parte delle pagine vola sulle ali di una storia epica e appassionante, personaggi che ardono di passione, uno stile semplice e coinvolgente, il continuo avvicendarsi del destino e della fortuna e allora i protagonisti dovranno ingegnarsi in mille modi per riuscire a fare la cosa giusta, per riuscire a sopravvivere,per conquistare la felicità.
Se risulta istantaneo stare dalla parte del popolo oppresso, allo stesso tempo durante le rivolte, l'odio genera odio e si assiste alle stesse atrocità e alle stesse violenze commesse da i propri oppressori.
Un libro bello che ricorda come dopo oltre 500 anni, è inconcepibile che, in nome della Religione si possano compiere atti contrari al rispetto della vita umana, con un protagonista, che, non accettato né dai Cristiani, né dai Mussulmani, si trova ad agire guardando dentro il cuore delle persone, non in base ad una automatica demarcazione tra buoni e cattivi. Buona lettura!