Dettagli Recensione
GRANDIOSO
Ho letto questo libro grazie all’iniziativa Solidarietà digitale sul sito della Fazi, colpita della nuova copertina e dal prestigio che pare circondi questo romanzo storico vincitore nel 2009 del Booker Prize e del National Book Critics Circle Award. L’iniziativa non poteva sfuggire, era segnalata da ogni testata giornalistica tra fine marzo e inizio aprile, nel bel mezzo del lockdown. Documentandomi, ho scoperto che Walf Hall è il primo di una trilogia, di cui il secondo volume, “Anna Bolena, una questione di famiglia” si è già accaparrato nel 2012 un Booker Prize. Questo autunno dovrebbe uscire il terzo ed ultimo volume.
Walf Hall è comunque già concluso, potrebbe essere letto da solo senza continuarne la trilogia e dico subito che è un libro grandioso, mastodontico e meritevole dei più prestigiosi premi.
Non avevo mai letto finora un romanzo storico così rigoroso, così ben documentato e scritto così bene che il lettore si sente praticamente immerso nella storia, avvolto dalla finzione narrativa (che è realtà storica) e si dimentica della realtà che lo circonda. Questa è vera lettura immersiva e totalizzante e ce n’è per molto tempo: io ho impiegato quasi tre settimane per leggerlo, sono quasi 700 pagine di storia inglese.
Il Focus: gli intrighi, i marchingegni legal-religiosi affinché Enrico VIII ottenga l’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona, che non gli ha dato eredi maschi (ma solo la sottile e delicata Maria), per sposare l’intraprendente Anna Bolena.
Ma il protagonista non è Enrico VIII, bensì Thomas Cromwell, l’uomo che campeggia della nuova copertina, ritratto da Hans Holbein, presente anch’egli nella storia. I personaggi sono tantissimi e sono tutti rigorosamente esistiti, in quest’opera la finzione è ridotta al minimo.
Questo è uno dei motivi per i quali non mi sento di consigliare a tutti questi libro.
Se cercate il romanzo storico distensivo, non pensate a Wolf Hall; se non vi piace la storia, neppure a parlarne, cercate altri interessanti romanzi di costume, ambientati nel passato. È necessario avere un minimo di conoscenza della storia dei Tudor, altrimenti sarete costretti a ricorrere all’albero genealogico e all’elenco dei personaggi all’inizio della storia ad ogni piè sospinto e non sempre è cosa gradita al lettore.
Un libro abbastanza proibitivo non per la mole, ma per il numero dei personaggi (ci sono tanti Tom, Thomas, Tomaso, facile confondersi quando si usano i diminutivi) e per il contenuto.
Thomas Cromwell, figlio di un fabbro, è un uomo che ha curato prima gli affari del cardinale Wolsey, poi, alla sua morte per avvelenamento, quelli del re. Pur rimanendo sempre affezionato e legato alla memoria del cardinale che non ha voluto riconoscere la nullità del matrimonio del re con la spagnola Caterina, Cromwell si farà comunque strada a corte, diventando il fidato consigliere di Enrico VIII.
“Si dice che conosca a memoria tutto il Nuovo Testamento in latino, e dunque è il servitore giusto (...) pronto con un versetto non appena gli abati si impappinano. (...) Sa redigere un contratto, addestrare un falco, disegnare una mappa, fermare una rissa per strada, arredare una casa, corrompere una giuria. Sa citare un bel passo dai classici, a cominciare da Platone per finire a Plauto e viceversa. Conosce la nuova poesia e sa recitarla in italiano”.
E infatti ci sono molte citazioni in italiano nel testo inglese, l’edizione ne è corredata da un buon apparato. Leggerete dei Frescobaldi, dei Medici, citazioni di Petrarca e Dante, perché Cromwell è cresciuto in Italia e deve molte delle sue arti a questa opportunità che ha avuto, oltre ad un’indole pronta e scaltra che gli permette di eseguire, anche se malvolentieri, gli ordini del re, godere finanche della fiducia della spregiudicata Anna Bolena.
Una parola va spesa per Enrico VIII: dalla storia noi sappiamo che divorziò da Caterina per sposare Anna Bolena e che da lì partì lo scisma della Chiesa anglicana da quella di Roma. Nel libro viene ricostruita questa difficile e travagliata storia durata circa sette anni, tra pruriti e dubbi religiosi da parte di Enrico VIII per avere la possibilità di risposarsi uscendone “pulito”, dimostrando grazie a medici e cardinali condiscendenti, la nullità del precedente matrimonio. Il sovrano che viene fuori dalla storia è magnanimo, simpatico e , strano a dirsi, molto attento alla religione. La stessa Caterina, pur con il rancore di essere scaduta a “principessa vedova del Galles” lo ammetterà :
“Io però so che lui ha bisogno di essere dalla parte della luce. (...)Enrico può sbagliare, ma ha bisogno del perdono”.
Walf Hall, località dell’Inghilterra, dà il titolo all’opera, ma in realtà la troviamo solo alla fine della storia: lì risiede la famiglia Seymour, che, chi conosce i Tudor, sa già che ruolo avrà nei successivi sviluppi della storia inglese.
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