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Jalna
 
Jalna 2020-03-30 13:26:54 lalibreriadiciffa
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
lalibreriadiciffa Opinione inserita da lalibreriadiciffa    30 Marzo, 2020
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La famiglia Whiteoak vi aspetta a Jalna

Le vicende si svolgono a Jalna, grande tenuta in territorio canadese. Conosciamo, in questo primo volume, la numerosissima famiglia, capitanata dalla quasi centenaria Adelina, donna tutto d'un pezzo, con un carattere assai strano, piena di ironia ma in qualche occasione mancante di empatia verso chi la circonda. La circondano due dei quattro figli ancora in vita e numerosi nipoti, che in queste pagine vengono presentati a noi lettori in modo molto attento e particolareggiato.
I personaggi sono ben delineati, sia fisicamente che, soprattutto, caratterialmente. Ognuno ha una propria caratteristica che si scopre durante la lettura. Nel primo, lungo, capitolo viene descritta la genesi della famiglia, che dall'India di fine Ottocento, emigra in Canada dopo aver ricevuto in eredità una villa, che poi decidono di vendere per erigere la tenuta di Jalna (nome indiano in ricordo dei tempi passati in quella Nazione).
Questa prima parte può risultare pesante per via di una certa tendenza della scrittrice ad aprire più fronti di trama.

La famiglia è borghese, fin da subito si nota l’esuberanza della nonna Adelina e la durezza del nipote maggiore Renny. Ho trovato molto simpatici i dialoghi delle discussioni familiari, nati da situazioni banali, perché ricchi di ironia. Litigano tutti e in ogni momento i Whiteoak, ma alla fine si amano alla follia.
Il legame tra fratelli è la base portante della famiglia e del romanzo stesso , anche se le loro differenze caratteriali porteranno a scelte diverse per ognuno di loro.
L’amicizia, la proprietà e l’amore per la natura (picnic e passeggiate sono numerose) sono tra i punti fermi della trama. Poi ci sono i due matrimoni, che avverranno dal nulla e cambieranno le dinamiche familiari, inserendo due personaggi nella cerchia della famiglia, di cui una, Alayna, moglie del poeta Eden, sarà uno dei fulcri centrali dell'opera.

La scrittura risente del tempo passato, è datata, essendo stata scritta ai primi del Novecento e a tratti mi è risultata un po' troppo melensa (cosa che con i Cazalet non avevo notato). Per esempio, i rapporti fisici amorosi non sono mai descritti nel dettaglio e si lascia sempre solo intendere cosa stia accadendo nelle camere da letto dei personaggi. Forse un pelo di malizia in più, non avrebbe guastato.
Però devo comunque affermare che lo stile è consono al periodo in cui è stato scritto il romanzo (sono io che non amo i linguaggi arcaici, lo sapete) e dicendola tutta anche che la dinamicità in questo frangente non è presente. Ma và bene così, prendiamoci il nostro tempo (tanto) e leggiamo con calma queste righe comunque degne di nota. Perché il libro è più che discreto.
Invece, posso dire che una delle cose più riuscite a Mazo De La Roche è il mix psicologico dei personaggi, ognuno a suo modo da amare o odiare e vi posso assicurare che succede di avere sentimenti contrastanti da una pagina ad un'altra.
Il ritmo mi è risultato lento in alcune parti, soprattutto a circa metà del libro. Immagino che con altri quindici tomi da leggere, la scrittrice non potesse sparare subito tutte le sue cartucce, anche se già in questi libro succederà una cosa che lascerà subito un'impronta pesante per il prosieguo della storia.

"La marea possente e oscura della vita fluiva tutto intorno a loro, scorreva sulla stradina di campagna come un fiume in piena, e li trascinava entrambi, due foglie cadute per caso e incapaci di resistere alla corrente. Li inghiottì, erano due stelle riflesse sulla superficie tremante dell’acqua. Parlarono sussurrando con voce spezzata. Quando aveva cominciato ad amarla?"

Insomma, cosa succederà alla famiglia Whiteoak? Bisogna solo aspettare la prossima puntata.

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