Dettagli Recensione
Il vaso di Pandora
È il primo libro della Atwood che leggo.
Inizialmente ho faticato ad adattarmi al suo modo di scrivere, che mi ha lasciato un po’ perplessa.
Alla fine ho capito perché, questo è un romanzo basato su eventi reali di cui ancora non sono chiari tutti gli aspetti.
Articoli di giornale su questi eventi ci accompagnano per tutto il romanzo.
La protagonista, Grace Marks, è condannata all’ergastolo per l’omicidio dei suoi datori di lavoro.
Si presume che avesse un complice, James McDermott, che viene condannato a morte.
Assieme al racconto dell’Ancella, l’Altra Grace viene considerata la sua opera migliore.
Mi pare di percepire dalla lettura del romanzo un lato fortemente femminista dell’autrice e forse, essendo io più per la parità tra i sessi, ho trovato un po’ fuori luogo la differente tecnica descrittiva dei personaggi come Grace astuta, bella, ed elegante quanto le signore d’alta classe, il medico psichiatra invece facilmente abbindolabile.
Si apprezza molto la storia raccontata in prima persona che fa molta tristezza e ti porta in empatia con la protagonista già da quando racconta del padre poco di buono e del viaggio faticoso ed estenuante con la famiglia verso un mondo di nuove opportunità.
“Sì signore è un vaso di Pandora..e tu lo sai chi era Pandora?..era una greca dei tempi antichi che guardò dentro un vaso dove le avevano detto di non guardare, e ne uscirono un sacco di malattie e guerre e altri mali dell’umanità..perché mai avevano lasciato quel vaso in giro, se non volevano venisse aperto?..
Ma sai cosa c’era in fondo al vaso?
Si, signore,dico c’era la Speranza.”
Ed è quando tocchi il fondo che non ti aspetti più nulla, come nulla si aspettava Grace dopo la terapia dell’ipnosi.
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Anch'io (ovviamente) sono per la parità dei sessi, per cui gli 'estremismi' ideologici, soprattutto in letteratura, mi paiono fastidiosi anche perché li percepisco come carenti di capacità critiche e fondamentalmente noiosi.