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Addio a Berlino
 
Addio a Berlino 2019-12-13 21:00:24 topodibiblioteca
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    13 Dicembre, 2019
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Un obiettivo puntato sulla Berlino anni '30

“Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto, completamente passiva, che registra e non pensa”. Con queste parole il narratore, alter ego di Christopher Isherwood (ed omonimo dell’autore), fin dalle prime righe di questo libro svela al lettore il suo interesse primario: raccontare la Berlino degli anni ’30 del secolo scorso nella quale aveva deciso di vivere insegnando inglese e descrivendo contemporaneamente l’umanità varia” con la quale era entrato in contatto. Isherwood ci parla di una Berlino tumultuosa, irrequieta, terreno fertile per i sempre più numerosi simpatizzanti del Partito Nazista in forte ascesa. La folla inneggia a Hitler ed i gruppuscoli delle SA si cimentano in libere scorribande contro ebrei o comunisti, senza trovare una vera opposizione. Sullo sfondo di questa città dai forti contrasti, con il gelido inverno incombente, in cui è possibile sentire “…il dolore acuto che il ghiaccio infligge alle travi della sopraelevata, al ferro delle ringhiere dei balconi, ai ponti, alle rotaie dei tram..”, si muovono una serie di personaggi, un sottobosco di amicizie e conoscenze che Isherwood ci introduce amabilmente, quasi come se volesse presentarci a loro, dedicando ad ognuno di essi un capitolo del libro.

Ecco che diventa così possibile fare la conoscenza di Sally Bowles, giovane attrice dal fascino certo e ammaliante, fortemente motivata a entrare “nella cerchia” giusta per emergere e fare carriera nel mondo dello spettacolo, ma allo stesso tempo piuttosto ingenua e preda di perditempo e faccendieri che frequentano abitualmente locali notturni. E ancora oltre a Sally, il narratore, che ad un certo punto decide di allontanarsi da Berlino e prendersi un periodo di vacanza sul mare Baltico, fa la conoscenza di una coppia omosessuale piuttosto litigiosa nella quale il giovane e squattrinato scansafatiche Otto Nowak seduce il facoltoso Peter, con l’intenzione di spillargli denaro. Una volta tornato a Berlino, Isherwood conoscerà i bassifondi popolari della città trovando alloggio proprio presso la casa della famiglia di Otto, del quale era diventato amico. Infine l’autore sposta il “suo obiettivo” parlando dei Landauer, ricca famiglia di origine ebraica dedita al commercio con la quale entra in contatto, soffermandosi in particolare sulla figura della giovane Natalia (che sembra avere un debole per lui). Non casuale la scelta di raccontare la vita di una famiglia ebraica in un momento storico cruciale, nel quale gli ebrei in Germania cominciavano a essere oggetto di forte dileggio prima e di azioni minatorie in seguito.

Più che un romanzo questo di Isherwood è un libro di racconti che a tratti diventa una cronaca di avvenimenti e che vale sicuramente la pena di leggere, nel quale si fondono le vite private dei personaggi con il tema politico. Forse più noto al pubblico considerando che dallo stesso sono stati tratti film ed il celebre musical “Cabaret”.

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