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La musica come strumento di pace
Naturalmente quando si sente il titolo "il pianista" ci si immagina quasi subito il film capolavoro di qualche anno fa, del geniale Polanski.
Poi ho scoperto che era tratto da un libro, che narrava una storia vera e non ho potuto fare a meno di comprarlo.
A mio parere il libro, per bellezza è paragonabile alla pellicola, con la caratteristica decisiva di dare un significato maggiore alle immagini trasmesse sul grande schermo.
Alcune parti dell'opera sono abbastanza ripetitive (e di fatti nel film sono state ampiamente saltate), però il libro ha delle descrizione, delle caratterizzazioni psicologiche talmente potenti e lucide che lo rendono una lettura per molti versi, imperdibile.
Più di una volta, mentre leggevo mi saliva una certa angoscia provocata dalla disperata ricerca della salvezza da parte del protagonista.
Braccato per ogni dove si avverte, proprio, il fatto che per salvare la propria pelle un uomo sarebbe disposto a fare qualunque cosa.
Naturalmente, parlare di politica, guerra, credo religioso è sempre un terreno minato, ma l'autore non si sofferma su moralismi, prese di posizione, riflessioni su quanto sia spietata la guerra. Il suo intento è quello di descrivere la vita di una persona, che poi è stata la vita di decine di milioni di persone, che all'improvviso da un posto dove avevano tutto (affetti, denari, case, auto, amici) all'improvviso si sono visti catapultati in un vero è proprio inferno terrestre, con spesso la morte come unica via di uscita migliore a tutto il male che li circondava.
Il passaggio più bello è naturalmente, quello dedicato alla musica, al potere salvifico di Chopin e delle sue opere immortali.
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