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Lezione di storia
Il Follet delle trilogie storiche è ad altissimo livello per lo stile. Questo ultimo e terzo capitolo non raggiunge la perfezione de "I pilastri della Terra" (capolavoro) e Mondo senza fine (semi capolavoro) ma ben affresca il periodo storico dell'età elisabettiana, spaziando non solo in Inghilterra ma in Francia, Belgio, mari e oceani. I protagonisti sono ben caratterizzati, sia per quanto concerne i "buoni" che i "cattivi". Naturalmente ci sono i buonissimi (Ned) e i cattivissimi (Rollo-Pierre). La vicenda è arricchita da figure realmente esistite, che operano in sinergia con i personaggi puramente inventati. I messaggi etici dell'autore sono ben noti: la tolleranza religiosa, la convivenza tra diversi, la schiavitù, il senso del dovere, la moralità e l'immoralità, gli amori avversati, la nobiltà in fondo prigioniera degli intrighi di potere, la lotta per prevalere anche tramite eliminazione e massacro degli avversari. Molto efficace l'alternarsi dei protestanti e dei cattolici, a seconda del sovrano di volta in volta prevalente. Commuovente la figura di Maria Stuarda eterna prigioniera e in fondo vittima di se stessa prima che degli altri. Verosimile la Elisabetta avara ma scaltra che riesce a regnare nonostante opposizione interna ed esterna. Salvifico il lieto fine con il prosperare dei figli e dei nipoti, con una prevalenza del bene sul male seppur attraverso dolore e sofferenza e soprattutto sacrificio. Uno dei pochi testi che giustificano le centinaia di pagine, funzionali ad un narrato così complesso e ricco.